N°114 Panorama di Economia Immobiliare - MUTUI

In base ai dati resi noti dall’Abi la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le sofferenze nette sono risultate a fine 2013 pari a 80,4 mld, le lorde a 155,9 mld; il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è del 4,33% a dicembre (4,08% a novembre 2013; 3,36% a fine 2012; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è dell’8,1% a fine 2013 (6,3% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 14% per i piccoli operatori economici (11,8% a dicembre 2012; 7,1% a fine 2007), il 13,3% per le imprese (9,7% un anno prima: 3,6% a fine 2007) e il 6,5% per le famiglie consumatrici (5,6% a fine 2012; 2,9% a fine 2007). Il totale degli affidati in sofferenza ha raggiunto complessivamente il numero di 1.205.000, di cui oltre un milione (1.015.369) con un importo unitario in sofferenza inferiore a 125.000 euro. A gennaio 2014 sostanzialmente stabile la dinamica dei prestiti bancari a famiglie e imprese: -3,9% la variazione annua a gennaio 2014, -4% a fine 2013. L’andamento risente del persistere della negativa evoluzione delle principali grandezze macroeconomiche (Pil e Investimenti). Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.853,2 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.416,5 miliardi di euro. A gennaio 2014 i tassi di interesse sui prestiti si sono assestati su livelli storicamente molto bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,47% (stesso valore di dicembre 2013; 5,48% a fine 2007), il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è posizionato al 3,54% (dal 3,42% del mese precedente e stesso valore scorso novembre; 5,72% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,90% (3,82% il mese precedente; 6,18% a fine 2007).
Dall’analisi di Crif emerge che a gennaio accelera la ripresa della domanda di mutui da parte delle famiglie: +10,5% rispetto allo stesso mese del 2013. L’importo medio richiesto si attesta poco oltre i 127.000 €, ben lontano dai 138.000 € del 2011. Per quanto concerne la distribuzione delle domande in funzione dell’importo si riscontra che il 28,4% delle famiglie ha richiesto un mutuo al di sotto dei 75.000 €; il 19,7% tra i 75.000 € e i 100.000 €; il 28,4% tra i 100.000 € e i 150.000 €; il 20,5% tra i 150.000 € e i 300.000 €; infine, il 3,1% oltre i 300.000 €. Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, dall’analisi emerge come sia la classe di età compresa fra i 35 e i 44 anni a risultare la più richiesta (34,3% del totale), seguita da quella tra i 25 e i 34 anni (28,3%). Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti, è la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare la più richiesta (27,8% del totale, anche se in calo di 1,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
Secondo Mutuionline gli spread sui mutui sono molto calati rispetto ai massimi degli ultimi due anni, e questo apre ottime possibilità di risparmio non solo per chi acquista casa ma anche per chi si è trovato magari a dover sottoscrivere un mutuo proprio negli anni di maggior rialzo degli spread; infatti, con un mutuo di surroga oggi è possibile sostituire senza alcun costo il vecchio mutuo e ottenere risparmi molto rilevanti. Le migliori offerte attuali consentono di accedere a tassi fissi appena sopra il 5%, con una riduzione anche oltre l’1,5% rispetto ai tassi fissi in vigore durante il periodo peggiore della crisi finanziaria recente. Su un mutuo medio di 120.000 € ciò può significhare un risparmio di oltre 100 euro al mese, più di 1.000 euro all’anno e nell’arco della vita del mutuo un totale di interessi passivi risparmiati di oltre 20.000 euro per un mutuo a 20 anni e di 30.000 euro per uno di 30 anni, le due durate più utilizzate per i mutui. Le opportunità sono molto interessanti anche nel caso dei tassi variabili. In questo caso gli spread sono calati in ugual misura e permettono, quindi, di passare a un mutuo con uno spread minore e meno costoso. Inoltre, volendo puntare sulla stabilità di lungo termine dei tassi su livelli molto contenuti, si può anche considerare la possibilità di sostituire un tasso fisso con un variabile, incrementando ulteriormente il risparmio potenziale: infatti, i migliori tassi variabili per surroga sono ormai sotto il 3%, e permettono, quindi, di passare a un mutuo con un tasso anche più che dimezzato rispetto a un recente tasso fisso; in tal caso il risparmio sugli interessi potrebbe così arrivare anche a 300 euro al mese, ovvero oltre 3.000 euro annui, e permetterebbe di controbilanciare anche eventuali futuri rialzi dei tassi in anni più lontani.


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N°114 - Febbraio 2014 Panorama di Economia Immobiliare