N°115 Panorama di Economia Immobiliare - MUTUI

Dal rapporto mensile dell’Abi emerge che a febbraio 2014 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.855 mld di euro, è nettamente superiore all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.717 mld di euro. Le sofferenze nette sono risultate a gennaio 2014 pari a 80,5 mld, le lorde a 160,4 mld; il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è del 4,38% a gennaio (4,31% a dicembre 2013; 3,37% a gennaio 2013; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è dell’8,4% a gennaio 2014 (6,4% un anno prima; 2,8% a fine 2007). A febbraio 2014 è sostanzialmente stabile la dinamica dei prestiti bancari. Il complesso dei finanziamenti registra un’ulteriore attenuazione della variazione negativa su base annua (-3% dal -4,5% del novembre 2013). Anche i finanziamenti a famiglie e imprese si posizionano sul -2,9% come variazione annua a febbraio 2014, era -2,3% a gennaio 2014 e -4% a dicembre 2013. Dalla fine del 2007 - prima dell’inizio della crisi - ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.855 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.430 miliardi di euro. I tassi di interesse sui prestiti si sono assestati in Italia su livelli storicamente molto bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è posizionato al 3,44% (dal 3,50% del mese precedente e segnando il valore più basso da settembre 2011; 5,72% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,42% (3,41% a gennaio 2014; 5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,89% (3,90% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a febbraio 2014 è risultato pari a 206 punti base (204 punti base a gennaio 2014). Prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a fine 2007).
Per Crif si conferma, nel mese di febbraio appena concluso, il segno positivo che a partire dal luglio scorso sta caratterizzando la domanda di mutui da parte delle famiglie italiane. Seppur in leggera diminuzione rispetto all’incremento registrato a gennaio (quando le richieste avevano fatto segnare un +10,5%), il +8,4% di febbraio consolida la dinamica positiva che senza interruzioni ha caratterizzato le ultime 8 rilevazioni. Nonostante la ripresa della domanda di finanziamenti per l’acquisto della casa si stia consolidando, permane la contrazione dell’importo medio richiesto, attestatosi nel mese di febbraio a 124.088 euro, contro i 127.366 euro del corrispondere mese dello scorso anno, e lontanissimi dai 140.877 euro del 2010. Relativamente all’importo medio richiesto, nei primi due mesi del 2014 le richieste di mutui si sono distribuite in modo assolutamente equivalente nella fascia al di sotto dei 100.000 euro e in quella compresa tra 100.000 e 300.000 euro, entrambe con una quota pari al 48,5% del totale. Per quanto riguarda la distribuzione della domanda di mutui per durata, infine, la classe compresa tra i 25 e i 30 anni è risultata essere ancora una volta quella preferita dalle famiglie italiane, con una quota del 28,5% del totale, seguita dalla fascia tra i 15 e i 20 anni, con il 22,2%.
Dall’analisi elaborata da Tecnocasa emerge che nel 2013 ci sono state ancora variazioni negative nell’erogazione del credito concesso alle famiglie, ma si registrano alcuni segnali che potrebbero portare a un miglioramento. Innanzitutto, dopo un 2012 caratterizzato da volumi in netto ribasso, nel 2013 la contrazione sta rallentando e nel III trimestre 2013 si attesta a -7% rispetto allo stesso trimestre del 2012; inoltre, a partire dall’estate la domanda di mutui è in aumento e il trend continua anche all’inizio del 2014. In questo contesto, poco più del 43% dei mutuatari ha scelto un tasso variabile puro, il 18,8% dei richiedenti mutuo ha deciso di sottoscrivere un mutuo a tasso variabile con Cap e poco più del 20% dei mutuatari ha optato per un tasso fisso. Nel 2013 la durata media del mutuo è stata di poco superiore a 24 anni. Ragionando per fasce di durata, risulta che due mutui su tre hanno una durata compresa tra 21 e 30 anni; poco più del 30%, invece, si colloca nella fascia 10-20 anni. Nel corso del 2013 l’importo medio di mutuo erogato sul territorio nazionale è stato pari a circa 109.900 euro. Il ticket medio varia in funzione della ripartizione geografica di riferimento, infatti si registrano valori più alti nelle regioni del Nord Italia (poco più di € 111.000), e più bassi nel Sud (€ 102.000) e nelle Isole (€ 101.200). La macroarea dove il mutuo è risultato più elevato è quella dell’Italia Centrale, con un ticket medio pari a € 112.700.


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N°115 - Marzo 2014 Panorama di Economia Immobiliare