N°116 Panorama di Economia Immobiliare - MUTUI

La Banca d'Italia evidenzia che nel mese di febbraio in Italia i prestiti al settore privato hanno registrato una flessione su base annua del 3,6% (era -3,5% a gennaio), e i prestiti alle famiglie sono scesi dell'1,2% su base annua. I tassi d'interesse, comprensivi delle spese accessorie, sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,73% (3,80% nel mese precedente); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo al 9,60% (9,46% a gennaio). I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 mln di euro sono risultati pari al 4,40%, come nel mese precedente; quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia al 2,79% (2,80% a gennaio). Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze è risultato pari al 24,3% (24,5% a gennaio).
Secondo l’Istat i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare chiudono il III trimestre 2013 con una variazione tendenziale negativa del -1,5%. Si registrano tuttavia segnali di recupero, in particolare nel Nord-Est (+1,3%), e al Centro (+0,9%). L'andamento è ancora ampiamente negativo nelle Isole (-10,9%) e al Sud (-5,9%). La diminuzione tendenziale dei mutui e degli altri finanziamenti con costituzione di ipoteca immobiliare osservata nei piccoli centri (-1,4%) è stata più contenuta di quella registrata negli Archivi dei grandi centri (-1,8%).
Per l’Abi a marzo 2014 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.850 miliardi di euro, è nettamente superiore all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.724 miliardi di euro. A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le sofferenze lorde sono risultate a febbraio 2014 pari a 162 mld, da 160,4 mld di gennaio. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è dell’8,5% a febbraio 2014 (6,5% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 14,4% per i piccoli operatori economici (12,1% a febbraio 2013; 7,1% a fine 2007), il 13,7% per le imprese (9,9% un anno prima; 3,6% a fine 2007), e il 6,4% per le famiglie consumatrici (5,8% a febbraio 2013; 2,9% a fine 2007). Se si considerano le sofferenze nette, si registra una riduzione dai 79,2 miliardi di euro di gennaio ai 78,2 miliardi di febbraio, a seguito di operazioni di cessione di prestiti in sofferenza. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è quindi in diminuzione: 4,27% a febbraio dal 4,31% di gennaio 2014 (3,23% a febbraio 2013; 0,86% prima dell’inizio della crisi). Tuttavia, il complesso dei finanziamenti registra un’ulteriore attenuazione della variazione negativa su base annua (-3,2% dal -3,4% del mese precedente). Anche i finanziamenti a famiglie e imprese si posizionano sul -1,9% come variazione annua a marzo 2014, era -2,6% il mese precedente e -4,5% a novembre 2013. Su base mensile l’ammontare del complesso dei finanziamenti aumenta di oltre 2 miliardi di euro e a questi primi segnali di recupero contribuiscono sia i finanziamenti per l’acquisto di abitazione sia i finanziamenti erogati alle piccole imprese. La quota di nuovi prestiti erogati alle imprese di importo fino a 1 mln di euro è stata pari al 43% a febbraio 2014, era del 39% un anno prima ed era del 32% a fine 2011. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.850 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.434 miliardi di euro. A marzo 2014 i tassi di interesse sui prestiti si sono assestati in Italia su livelli storicamente molto bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,31%, in sensibile diminuzione rispetto al 3,48% di febbraio 2014 (5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è posizionato al 3,43% (lo stesso valore del mese precedente e segnando il valore più basso da settembre 2011; 5,72% a fine 2007); Infine, il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,86% (3,89% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi: a marzo 2014 è risultato pari a 204 punti base (205 punti base a febbraio 2014), da tener presente che prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti a fine 2007).
In base all’analisi sviluppata da Crif il mese di marzo ha fatto registrare un nuovo incremento nel numero delle richieste di mutui da parte delle famiglie italiane: +10% rispetto al corrispondente mese del 2013 (valore ponderato, a parità di giorni lavorativi), e, per la seconda volta negli ultimi tre mesi, la crescita raggiunge la doppia cifra. Il dato di marzo porta la domanda aggregata a livello di I trimestre 2014 a segnare un incremento del +9,6% rispetto al pari periodo dello scorso anno e in recupero rispetto ai valori del 2012. Nonostante il segno positivo accompagni l’andamento mensile della domanda di mutui dal luglio dello scorso anno, occorre però sottolineare come la distanza rispetto agli anni precedenti risulti ancora significativa, con volumi quasi dimezzati. Peraltro, la perdurante prudenza che ancora caratterizza i comportamenti delle famiglie è confermata dall’importo medio richiesto che, a marzo, risulta in ulteriore calo, attestandosi su 123.331 euro e toccando il valore più contenuto dall’inizio delle rilevazioni del Barometro. Prendendo in considerazione il I trimestre dell’anno, l’importo medio è stato pari a 124.778 euro rispetto ai 127.621 euro del I trimestre del 2013. Per quanto riguarda la distribuzione delle richieste di mutuo in funzione dell’importo, invece, si conferma la preferenza delle famiglie italiane verso le fasce più basse: nel I trimestre dell’anno la classe prevalente è stata quella compresa tra 0 e 75.000 euro, con una quota del 28,6% (in aumento di 2,5 punti percentuali rispetto al pari periodo del 2013), seguita da quella compresa tra i 100.000 e i 150.000 euro (28,4%). Relativamente alla distribuzione della domanda di mutui per fascia di durata, infine, la classe compresa tra i 25 e i 30 anni si conferma quella maggiormente richiesta, attestandosi su una quota pari al 28,2% del totale, anche se in lieve calo (-0,6 punti percentuali), rispetto al I trimestre 2013.


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N°116 - Aprile 2014 Panorama di Economia Immobiliare