N°121 Panorama di Economia Immobiliare - MUTUI
A luglio i prestiti delle banche al settore privato hanno registrato una contrazione su base annua del 2,6% (-2,3% a giugno): Lo rende noto Banca d'Italia. I prestiti alle famiglie sono scesi dello 0,8% sui dodici mesi come nel mese precedente; quelli alle società non finanziarie sono diminuiti, sempre su base annua, del 3,9% (-3,1% a giugno). Il tasso di crescita sui dodici mesi delle sofferenze bancarie (senza correzione per le cartolarizzazioni ma tenendo conto delle discontinuità statistiche), a luglio è risultato pari al 20,5% (20,8% a giugno).
Dal rapporto mensile dell’Abi ad agosto 2014 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.818 miliardi di euro, è nettamente superiore all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.708 miliardi di euro; inoltre, è in miglioramento la dinamica dei prestiti bancari. Il complesso dei finanziamenti registra una più lieve contrazione su base annua (-2,3% in miglioramento rispetto al -2,5% del mese precedente e dal -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo). I finanziamenti a famiglie e imprese si posizionano al -1,1% come variazione annua ad agosto 2014, dal -1,3% del mese precedente e -4,5% a novembre 2013. Quello di agosto 2014 per i prestiti bancari è il miglior risultato da luglio 2012, infatti dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.818 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.418 miliardi di euro. Per quanto concerne i tassi di interesse sui prestiti, in Italia nel mese di agosto si sono assestati su livelli ancor più bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è ridotto al 3,19% (3,23% il mese precedente e segnando il valore più basso da giugno 2011; 5,72% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è ridotto al 2,89% (il valore più basso da marzo 2011), dal 3,09% di luglio 2014 (5,48% a fine 2007); infine, il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,77% (3,81% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti, la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le sofferenze lorde sono risultate a luglio 2014 pari a 172,3 mld, dai 170,3 mld di giugno. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 9% a luglio 2014 (7,2% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 15,3% per i piccoli operatori economici (12,9% a luglio 2013; 7,1% a fine 2007), il 14,8% per le imprese (11,3% un anno prima; 3,6% a fine 2007) e il 6,6% per le famiglie consumatrici (6% a luglio 2013; 2,9% a fine 2007). Anche le sofferenze nette registrano a luglio un aumento, passando dai 77 miliardi di giugno ai 78,2 miliardi di luglio. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,30% a luglio dal 4,22% di giugno 2014 (3,85% a luglio 2013; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). Infine, lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi: ad agosto 2014 è risultato pari a 213 punti base (214 punti base a luglio 2014), prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti percentuali a fine 2007).
Abi, composto da 84 banche che rappresenta circa l’80% della totalità del mercato italiano, emerge che tra gennaio e luglio 2014 l’ammontare delle erogazioni di nuovi mutui è stato pari a 14,6 mld di euro rispetto agli 11,4 mld dello stesso periodo del 2013. L’incremento su base annua è, quindi, del 29,2%. Se si considera l’intero mercato, sulla base dei dati Banca d’Italia, il tasso annuo di crescita sfiora il 16%. L’ammontare delle nuove erogazioni di mutui nel 2014 è superiore anche al dato del 2012, quando si attestarono sui 13 miliardi di euro.
I tassi dei mutui sono scesi in questi mesi a nuovi minimi, e diverse banche hanno cominciato a portare gli spread anche sotto la soglia del 2%. In realtà, grazie al drastico calo del denaro i tassi dei mutui sono già al di sotto dei livelli pre-crisi e, nel caso dei tassi fissi, sono scesi addirittura sotto il 4%, segnando così il nuovo minimo storico di sempre. Analizzando le migliori offerte ottenute tra le oltre 60 banche disponibili su MutuiOnline.it si vede come ora i tassi variabili partano dal 2% anche per le durate più lunghe, mentre per i tassi fissi si va dal 3,5% per una durata di 15 anni al 3,95% per un mutuo trentennale. Non a caso l’osservatorio di MutuiOnline.it registra negli ultimi mesi un aumento delle richieste di mutuo a tasso fisso dal 22% al 32% del totale. Tassi così bassi hanno risvegliato l’interesse per l’acquisto della casa, che dà qualche segnale di ripresa dopo anni di calo, ma soprattutto hanno aperto grandi opportunità per i mutui di surroga; grazie ai tassi così bassi, infatti, sostituire un mutuo già esistente si rivela in molti casi una fonte di grande risparmio, soprattutto se il mutuo originario era a tasso fisso. Ci sono vantaggi sia per chi ha sottoscritto un mutuo anche più di dieci anni fa sia per coloro che lo hanno fatto nei recenti anni di tassi elevati. E di tanta convenienza sembrano ormai essersi accorte sempre più famiglie: da luglio in poi i mutui di surroga sono saliti dal 22% al 35% del totale delle richieste ricevute da MutuiOnline.it. Le prospettive per i mutui restano positive anche per il resto del 2014 e il 2015, grazie alla maggiore concorrenza tra banche e alla progressiva attivazione dei diversi interventi della Bce, che lasciano per ora prevedere un periodo abbastanza lungo di tassi molto contenuti.
Secondo Crif nel mese di agosto le richieste di mutui da parte delle famiglie italiane sono cresciute del +14,7% rispetto allo stesso mese del 2013 (in valori ponderati, cioè al netto dell’effetto prodotto dal differente numero di giorni lavorativi). Si tratta del terzo incremento a doppia cifra consecutivo ma, soprattutto, il dato rilevato risulta particolarmente significativo in quanto il confronto è con il mese di agosto 2013, che a sua volta aveva fatto registrare un segno positivo dopo il crollo del biennio 2011-2012. A conferma del lento ma costante recupero verso i volumi pre-crisi va sottolineato come, complessivamente, nei primi 8 mesi del 2014 la domanda di mutui abbia fatto registrare un +11,5% rispetto al corrispondente periodo 2013. Approfondendo il livello di analisi, il Barometro Crif mostra come nei primi 8 mesi dell’anno l’importo medio richiesto per i mutui si attesti a 124.342 euro, contro i 127.778 del corrispondente periodo del 2013, con una dinamica di costante contrazione. In termini di distribuzione in funzione dell’importo, la classe prevalente nei primi 8 mesi dell’anno in corso si conferma essere quella tra i 100.000 e i 150.000 euro, con una quota del 28,5% sul totale, seguita a ruota da quella al di sotto dei 75.000 euro, con il 28,3%. Questa dinamica risulta agevolata anche dalla progressiva riduzione del prezzo degli immobili residenziali e dagli stock di invenduti disponibili sul mercato, che stanno rendendo l’acquisto più conveniente e alla portata di un crescente numero di famiglie. Analizzando, infine, la domanda di mutui per la durata del finanziamento, la classe compresa tra i 25 e i 30 anni è la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 27,7% del totale.
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