N°125 - Panorama di Economia Immobiliare - Gennaio 2015
SubTitle: MUTUI
La Banca d’Italia ha svolto un’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro e, per quanto concerne le banche italiane, è emerso che nel IV trimestre del 2014 i criteri di offerta dei prestiti a imprese e famiglie hanno registrato un moderato allentamento, beneficiando principalmente del miglioramento della posizione di liquidità degli intermediari e della maggiore pressione concorrenziale da parte di altre banche. Il miglioramento delle politiche creditizie si è tradotto soprattutto in una riduzione dei margini sul costo medio dei prestiti. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono un ulteriore, lieve allentamento delle condizioni di offerta dei prestiti sia alle imprese sia alle famiglie. Secondo le valutazioni degli intermediari, la domanda di prestiti da parte delle imprese è rimasta invariata, quella delle famiglie è aumentata. Nel trimestre in corso la domanda di finanziamenti da parte delle imprese rimarrebbe ancora immutata, mentre quella dei mutui continuerebbe a espandersi.
Dal rapporto mensile dell’Abi emerge che a fine 2014 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.820,6 miliardi di euro, è nettamente superiore, di quasi 120 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.701 miliardi di euro e, a fine 2014, è in miglioramento la dinamica dei prestiti bancari. Infatti, a dicembre 2014 il totale dei finanziamenti a famiglie e imprese ha presentato una variazione annua lievemente positiva: +0,1%, rispetto al -0,4% il mese precedente e -4,5% a novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. Questo di dicembre 2014 per i prestiti bancari a famiglie e imprese è il miglior risultato da aprile 2012. In termini di nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili nei primi undici mesi del 2014 si è registrato un incremento annuo del +31,2%. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono cresciuti da 1.673 a 1.820,6 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.417,5 miliardi di euro. A dicembre 2014 i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancor più bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,61% (3,65% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso al 2,76% (2,91% il mese precedente e segnando il valore più basso da ottobre 2010; 5,72% a fine 2007). A seguito del perdurare della crisi e dei suoi effetti la rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta, le sofferenze lorde sono risultate a novembre 2014 pari a oltre 181 mld, dai 179,3 mld di ottobre. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 9,5% a novembre (7,8% un anno prima; 2,8% a fine 2007). Anche le sofferenze nette registrano a novembre un aumento, passando dagli 83 miliardi di ottobre agli 84,8 miliardi di novembre. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,67% a novembre dal 4,61% di ottobre 2014 (4,08% a novembre 2013; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). A dicembre 2014 lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a dicembre 2014 è risultato pari a 212 punti base (214 punti base a novembre 2014); prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti % a fine 2007).
Per l’Istat nel III trimestre 2014 i mutui, i finanziamenti e le altre obbligazioni con costituzione di ipoteca (66.350), registrano un forte aumento (+13,9%, per un totale di 66.350 mutui). Nei primi nove mesi dell'anno la crescita è pari al 7,8%, per un totale di 201.079 convenzioni rogate. Importanti segnali di recupero sul III trimestre del 2013 si osservano in tutte le ripartizioni geografiche, in particolare al Sud (+22,6%) e nelle Isole (+21,8%). La crescita dei mutui e degli altri finanziamenti con costituzione di ipoteca immobiliare osservata negli Archivi dei grandi centri (+16,1% sul III trimestre 2013), è stata maggiore di quella registrata nei centri più piccoli (+12,4%).
Secondo i dati resi noti da Crif nel corso del 2014 il quadro congiunturale in Italia si è mostrato ancora fragile e incerto, determinando un atteggiamento prudente sia sul fronte della domanda di credito delle famiglie sia su quello dell’offerta da parte degli operatori: l’ultima edizione del Barometro Crif mostra come, dopo ben 3 anni caratterizzati dal segno negativo, nell’arco del 2014 la domanda di mutui abbia fatto registrare una crescita rispetto all’anno precedente, confermando il progressivo recupero delle richieste verso i volumi pre-crisi, seppur ancora ben distanti. Relativamente alla domanda di prestiti da parte delle famiglie (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati), invece, la variazione complessiva è stata ancora negativa. Al contempo, l’atteggiamento ancora cauto da parte delle famiglie trova riscontro anche nella progressiva diminuzione dell’importo medio dei finanziamenti richiesti. Il mese di dicembre ha fatto registrare una vera e propria impennata del numero di domande di mutuo presentate dalle famiglie italiane agli istituti di credito, con un eloquente +30,6% rispetto al corrispondente mese del 2013 che, a sua volta, si era caratterizzato per un segno positivo. Sostenuto sia dagli stimoli proposti dagli istituti di credito, con offerte focalizzate sulla modularità e flessibilità del prodotto, sia dalle richieste di surroga, in virtù della convenienza dell’attuale tasso variabile, nell’arco dei 12 mesi la domanda di mutui ha fatto segnare una crescita pari al +15%, dopo ben 3 anni caratterizzati dal segno meno, a conferma del consolidamento di un progressivo recupero verso i volumi pre-crisi, peraltro ancora ben distanti. Anche l’importo medio dei mutui richiesti nell’anno 2014 è ulteriormente calato, attestandosi su 124.346 euro rispetto ai 127.328 euro dell’anno precedente, confermando così un trend in contrazione che perdura da diversi anni sia a causa della diminuzione del prezzo di acquisto degli immobili sia per la tendenza a privilegiare soluzioni che gravino il meno pesantemente possibile sul bilancio familiare. Complessivamente, l’importo medio dei mutui richiesti nel corso del 2014 è calato del -9,7% rispetto ai valori del 2008, prima che la crisi si manifestasse. La dinamica rilevata per gli importi medi risulta coerente anche con l’analisi della distribuzione delle domande in funzione della fascia di importo: nel corso del 2014, infatti, si registra un aumento per la classe inferiore ai 75.000 euro (+1 punto percentuale) e per quella compresa tra 75 e 100.000 euro (+0,4 punti percentuali), che peraltro rappresentano complessivamente quasi la metà delle richieste totali. È però la fascia di importo compresa tra i 100 e i 150.000 euro a confermarsi, seppur in leggera contrazione rispetto al 2013, la preferita dagli italiani con il 28,7% del totale delle domande. Per quanto riguarda la durata dei mutui richiesti emerge come, ancora una volta, sia stata la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare la preferita, con una quota pari al 26,8% del totale, seppur in calo di 1,5 punti percentuali rispetto al 2013.
Secondo i dati resi noti da PrestitiOnline.it nel 2014 al primo posto ci sono i prestiti erogati per la ristrutturazione della casa (30,9%), seguiti da quelli per l'acquisto di un'auto usata (22,5%) e da quelli per l'arredamento (14,9%). Si evidenzia, inoltre, che nel II semestre del 2014 la durata più erogata dei finanziamenti è stata di 60 mesi (il 20%), seguita da quella a 84 mesi (il 17,8%) e da quella a 36 mesi (16,2%). L'importo medio dei prestiti erogati si è attestato su 10.938 euro, in calo rispetto a quello del I semestre del 2014. Inoltre, il 31,7% dei prestiti erogati ha riguardato un importo compreso tra i 5.000 e i 10.000 euro, in particolare: nel Nord Italia sono stati il 38,8%, al Sud e nelle Isole il 38,6% e al Centro il 22,6%. Rispetto alla fascia di età del richiedente è emerso che il 20,3% dei prestiti è stato erogato a persone tra i 26-35 anni, il 39,2% a quelli fra i 36-45 anni e il 25,4% a quelle tra i 46-55 anni.
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