N°127 - Panorama di Economia Immobiliare - Febbraio 2015

SubTitle: COMPRAVENDITE

Per Fiaip, rispetto al 2013, i prezzi hanno avuto una diminuzione del 10,28% per le abitazioni, mentre il dato complessivo relativo al numero di compravendite si è attestato al -7,39%. Il mercato di tipo non residenziale ha registrato ancora una diminuzione dei prezzi del 14,58% per i negozi, del 14,82% per gli uffici e del 16,50% per i capannoni, con una diminuzione percentuale relativa al numero di compravendite che varia dal 19,93% per immobili ad uso ufficio, al 22,58% per i negozi, fino al 25,18% per i capannoni. I dati rilevati per il 2014 indicano una percentuale per il tempo medio di vendita per immobili ad uso abitativo dai 6 ai 9 mesi (29%), in calo rispetto al 2013, mentre aumenta rispetto al 2013 il periodo tra l’incarico a la vendita di 1-3 mesi (9%), diminuisce quello da 3 a 6 mesi (17%) e aumenta quello oltre i 9 mesi (43%); solo il 2% dei contratti viene concluso entro 1 mese. Dai risultati dell’indagine per l’anno 2014 si rileva che le unità residenziali maggiormente compravendute, anche se in leggera diminuzione, sono il 39% trilocali (soggiorno/cottura, 2 camere, servizi) e il 22% bilocali (miniappartamenti); solo il 5% sono coloro che comperano monolocali. L’ubicazione è prevalentemente posta in zone centrali (31%) o semicentrali (31%) e lo stato di conservazione che prevale è di alloggi usati ma in buono stato (44%), seguito dalle abitazioni da ristrutturare (25%), il cui dato rimane stazionario rispetto all’anno precedente. Si rileva, inoltre, una diminuzione della domanda rispetto al 2013, a fronte di un’offerta stazionaria di immobili, e un leggero aumento di compravendite rispetto all’anno passato. Il 90% delle compravendite vengono effettuate con privati (soltanto il 10% con imprese o società), delle quali il 47% fa ricorso al sistema creditizio (in leggera aumento rispetto al 2013), per una quota di mutuo del 66% in rapporto al prezzo dell’immobile. Il 53% delle compravendite sono effettuate per acquistare la prima casa, solo il 34% per permutare un immobile e solo il 13% per investimento. Alle agenzie immobiliari si rivolgono per lo più proprietari privati residenti (51%), seguiti da proprietari non residenti (20%) e da imprese costruttrici (18%), mentre la tipologia più ricorrente di acquirente è per il 58% di privato residente, il 23% di privato non residente e solo il 14% è un privato investitore. Gli immobili compravenduti sono inseriti per il 30% in fabbricati che hanno tra i 15 e i 30 anni ma il 25% del patrimonio immobiliare ha fra i 30 e i 50 anni; solo l’8% fotografa una vetustà dei fabbricati in cui sono inseriti gli immobili superiore ai 50 anni.
Il prezzo delle case di seconda mano in Italia sperimenta un altro calo a gennaio, registrando una flessione dell’1,2% rispetto al mese precedente. Se si prende come riferimento lo stesso periodo dell’anno scorso la caduta accumulata è del 4%, dai 2.139 euro ai 2.053 euro attuali. E’ la fotografia di idealista.it che, a partire da quest’anno, rileverà tutti i mesi i prezzi di vendita delle abitazioni e le relative variazioni tendenziali, al fine di osservare con continuità la dinamica dei valori di mercato. I prezzi sono cresciuti solo in Trentino Alto Adige (2,1%), Veneto (1%) e Valle d’Aosta (0,6 %); quotazioni invariate in Abruzzo, mentre il resto dei mercati regionali esordiscono nel 2015 con un trend negativo e con i maggiori decrementi in Molise (-1,9%), Marche e Lazio - queste ultime con un calo medio dell’1,4%. La Liguria conferma il primato di regione più cara d’Italia con una media di 2.858 euro al metro quadro, seguita da Lazio (2.805 euro/mq) e Valle d’Aosta (2.461 euro/mq), che scalza la toscana dal podio dei prezzi regionali. Al polo opposto c’è la Calabria, la regione dove le case costano meno, con una media di 1.013 euro al mq dopo l’ulteriore flessione di questo mese.
Cautela a parte, gli operatori del settore immobiliare – intervistati nel corso del III quadrimestre 2014 – rivelano entusiasmo per il futuro: è questo l’atteggiamento emerso dalle rilevazioni del Sentiment del mercato immobiliare. Rispetto a qualche mese fa salgono – notevolmente – le aspettative registrate dall’Osservatorio che è basato sull’indagine qualitativa elaborata dall’Università degli Studi di Parma in collaborazione con Sorgente Group Spa e Federimmobiliare. La ricerca è frutto di interviste a circa duecento operatori del mercato immobiliare, appartenenti ai settori del trading, development, property, facility, progettazione, valutazione, consulenza, finanza immobiliare. Il risultato più incoraggiante è quello registrato dall’Indice Fiups che passa da un timido 17,98 del II quadrimestre 2014 a un 19,5, ben oltre la soglia psicologica di 18 della prima rilevazione effettuata nel 2011. Incidono molto le aspettative del panel degli operatori e dei professionisti, secondo i quali la propria attività migliorerà nei prossimi mesi: lo sostiene il 50,7% degli intervistati contro il 36,7% dello scorso quadrimestre; solo il 7% pensa, invece, a un ridimensionamento, contro il 21,11% dell’anno scorso. Interessante il dato di chi pensa di assumere nuovo personale (32,79%), contro lo scarso 4,92% degli operatori che intende piuttosto effettuare licenziamenti. Forse, sulla scia di Expo 2015, anche i prezzi potrebbero tornare a crescere o tutt’al più rimanere stabili e sembra ormai un ricordo la caduta degli anni precedenti, soprattutto per alberghi e negozi. La novità forse più rilevante, che l’indice Fiups riflette pienamente, è tuttavia la riduzione dei tempi di compravendita: per una quota superiore al 20% le risposte sono a favore di una moderata riduzione sia per la vendita di negozi che di alberghi. Infine, per la prima volta sembra più facile vendere gli immobili, a dimostrazione del rinnovato interesse verso il settore e diminuisce, anche se di poco, lo sconto praticato al momento della vendita.


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