N°150 - Panorama di Economia Immobiliare - Marzo 2016
SubTitle: COMPRAVENDITE E LOCAZIONI
Il mercato immobiliare italiano prosegue il trend di crescita facendo registrare negli ultimi tre mesi del 2015 un tasso tendenziale riferito al totale delle compravendite pari a +6,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con 963.903 Ntn l’anno 2015 chiude in positivo con un rialzo del 4,7%, che corrisponde a oltre 43mila unità compravendute in più rispetto al 2014. Nel IV trimestre 2015 il settore residenziale con 127.553 Ntn guadagna, rispetto al IV trimestre del 2014, oltre nove punti percentuali. Anche le compravendite di pertinenze, riconducibili in larga parte a immobili al servizio delle abitazioni quali cantine, box e posti auto, risultano in crescita del 5,6% su base trimestrale. Tra i settori del mercato non residenziale, le compravendite di immobili commerciali dopo due trimestri positivi segnano un calo del 2,8%. La variazione tendenziale del settore produttivo risulta anch’essa in negativo, -1,3%, mentre il terziario con 2.831 Ntn, pari al +0,9%, conferma lo stesso risultato, sempre in termini di variazione tendenziale, del trimestre precedente. Con riferimento all’intero anno il settore residenziale si avvicina a 445 mila unità compravendute che si traducono in una crescita del 6,5% rispetto al dato del 2014. In rialzo risultano anche le compravendite di pertinenze, quasi 345mila nel 2015 con un incremento del 4,3%. Il mercato nei settori non residenziali si mostra in affanno per gli immobili a destinazione terziaria e produttiva che chiudono il 2015 entrambi in perdita, -1,9% e -3,5% rispettivamente. Invece, il mercato degli immobili a destinazione commerciale cresce dell’1,9%, grazie ai buoni risultati nel II e III trimestre dell’anno. Nel 2015 le abitazioni trasferite per la sola nuda proprietà, conteggiate per quota compravenduta (Ntn), risultano 21.485, in aumento dell’1,8%, a fronte del +6,5% riscontrato per le compravendite del diritto di proprietà. La crescita nelle transazioni annue risulta più accentuata nei Comuni capoluogo, +3,7%, con i Comuni minori che si fermano sotto l’1%; nel IV trimestre 2015 il rialzo rispetto allo stesso trimestre del 2014 è stato dell’1,4%, di poco inferiore al risultato del precedente trimestre.
CASE, PREZZI IN RECUPERO A FEBBRAIO – IDEALISTA.IT
Il ritorno d’interesse degli italiani per il mattone si riflette sulla dinamica dei prezzi delle case, che segnano ancora un lieve rialzo dello 0,5% a febbraio dopo quello del mese scorso, attestandosi a una media di 1.989 euro/mq. Dopo il calo registrato nel corso del 2015 i prezzi sembrano stabilizzarsi, però rispetto allo stesso periodo dello scorso anno la riduzione è del 2,9%. Continua a salire il numero di Regioni che hanno visto un incremento dei valori nell’ultimo mese, adesso sono 10 le aree in terreno positivo, trascinate dal Trentino Alto Adige (4,6%), Friuli Venezia Giulia (3,2%) e Valle d’Aosta (3,1%). Prezzi invariati in Emilia Romagna, a 1.790 euro al metro quadro, mentre i cali più sensibili si sono registrati in Basilicata (-2,1%), Veneto e Lombardia, entrambe con una contrazione dell’1,6%. In cima alla graduatoria regionale dei prezzi si trova sempre la Liguria, con 2.765 euro al metro quadro, seguita da Lazio (2.662 euro/mq) e Valle d’Aosta (2.581 euro/mq). La Regione dove le case costano meno è la Calabria (973 euro/mq), che è anche l’unica a rimanere sotto la soglia dei 1.000 euro al metro quadro; poco sopra si trova il Molise con i suoi 1.112 euro/mq. Sono 41 delle 107 Province italiane rilevate a chiudere febbraio in positivo: Udine (5,2%), traina le aree provinciali in crescita, seguita da Verbano-Cusio-Ossola (4,9%) e Grosseto (4,8%), all’apice delle variazioni mensili. Nel lotto ancora piuttosto nutrito delle Province con valori in discesa Belluno (-5%), segna il punto più basso, seguita da Vibo Valentia (-4 %) e Brindisi (-3,6%). Variazioni ancora piuttosto ampie a livello provinciale testimoniano nuovamente una certa instabilità della situazione nei centri minori e nei piccoli Comuni.
RAPPORTO 2015 SU UN DIFFICILE ABITARE – CARITAS ITALIANA, CISL E SICET
Caritas Italiana, Cisl e Sicet hanno realizzato un’indagine nazionale sul fenomeno del problema casa in Italia, con lo scopo di rilevare e approfondire la presenza di vecchi e nuovi fenomeni di disagio abitativo, nell’universo dei servizi Cisl-Sicet/Caritas, anche alla luce della crisi economico-finanziaria che ha colpito per diversi anni il nostro Paese. L’indagine ha coinvolto un campione rappresentativo di utenti dei Centri di Ascolto Caritas e degli sportelli Sicet, nelle principali aree metropolitane del Paese. Le soluzioni abitative con caratteri di apparente provvisorietà, che riguardano tutti coloro che vivono in stanze e posto letto, raggiungono nel loro insieme una quota di presenza non trascurabile, pari all’8,5% di tutti gli intervistati. L’11,1% del totale delle persone che vivono in affitto è privo di contratto; al 26,6% delle persone che vivono in affitto non viene rilasciato nessun tipo di ricevuta, mentre al 32,6%, viene rilasciata una ricevuta sottostimata che non copre l’ammontare reale della rata di affitto. A livello generale, quasi la metà del campione vive in abitazioni definite “strutturalmente danneggiate” (47,3%); una quota di poco inferiore di persone vive in case/alloggi ritenuti di “ridotte dimensioni” (43,5%); il 20,4% in situazioni di “mancanza di luminosità”. La metà delle persone che si rivolgono ai due enti dichiara di incontrare grandi difficoltà nel pagare l’affitto, la rata di mutuo o le spese condominiali di gestione/mantenimento dell’abitazione e, nel caso degli utenti Caritas, tale quota è pari al 68,7% di tale universo. Nel caso degli utenti Caritas/associati Sicet, il 73,2% delle persone che vivono in affitto e il 71,4% di coloro che stanno pagando la rata del mutuo si colloca in situazione di potenziale sofferenza economica, in quanto il peso dell’affitto/mutuo supera il valore-soglia del 30% sul totale del reddito. A livello generale, il 16% del campione vive un problema di sfratto o di pignoramento giudiziario e si tratta, in prevalenza, di italiani, abitanti nelle Regioni del Mezzogiorno, di età compresa tra 50 e 64 anni, disoccupati, che vivono in famiglie non eccessivamente numerose (massimo 5 componenti), con figli minori e un basso livello di reddito. Più della metà degli sfrattati/pignorati vive in alloggi con “strutture danneggiate” (58,8%), il 45,4% risiede in abitazioni considerate di “ridotte dimensioni” e il 32% vive in condizioni di sovraffollamento; più rare, anche se non del tutto assenti, le situazioni di totale assenza di dotazioni igieniche, che riguardano comunque una persona su dieci (9,3%). A fronte di tale livello di disagio, le risposte istituzionali appaiono deboli: solo il 23,5% degli utenti Caritas/Sicet usufruisce di una o più misure socio-assistenziali nazionali o locali. La misura più diffusa, il Fondo nazionale di sostegno alla locazione, è fruita dal 10,6% del campione (45,1% di tutti coloro che ricevono un aiuto socio-assistenziale). A livello europeo, se si prende in considerazione lo stock di abitazioni sociali in affitto in rapporto al totale delle abitazioni sono i Paesi Bassi il Paese con il livello più alto (32%), seguiti da Austria (23%), Danimarca (19%), Regno Unito (18%), Svezia (18%), Francia (17%) e Finlandia (16%), mentre l’Italia con il suo 5,3% è agli ultimi posti della classifica europea, sotto il valore medio dell’Ue (8,3%). Per quanto riguarda gli sfratti, in Italia i provvedimenti esecutivi di sfratto ad uso abitativo emessi nell’anno 2014 sono stati 77.278, di cui 3.433 per necessità del locatore, 4.830 per finita locazione e 69.015 per morosità o altra causa. Nello stesso periodo le richieste di esecuzione sono state 150.076 e gli sfratti eseguiti 36.083 e il raffronto con i dati dell’anno precedente evidenzia per i provvedimenti di sfratto emessi un aumento del +5%: rispetto al 2013 le richieste di esecuzione sono aumentate del 14,6% e gli sfratti eseguiti del 13,5%. Nel patrimonio residenziale pubblico gestito dagli ex Iacp abitano circa 2 milioni di persone, spesso in situazioni di estrema fragilità sociale: 140mila persone disabili; 600mila anziani ultra65enni; 130mila immigrati extracomunitari; 34% di famiglie con redditi al di sotto dei 10.000 euro annui, mentre sono circa 650mila le domande di alloggi Erp in attesa di esecuzione.
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