N°150 - Panorama di Economia Immobiliare - Marzo 2016
SubTitle: MUTUI
A gennaio sono scesi i tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie e sono stati pari al 2,85% (2,81% nel mese precedente). I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 2,78% (2,72% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,55% (1,26% a dicembre). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,50% (0,52% nel mese precedente). I tassi di variazione sui 12 mesi dei prestiti al settore privato è risultato pari al -0,1%, alle famiglie allo 0,8% e al -0,9% alle società non finanziarie (a dicembre erano rispettivamente -0,3%, 0,8% invariato e -0,7%).
DECISIONI DI POLITICA MONETARIA – BCE
Nella riunione del 10 marzo 2016 il Consiglio direttivo della Bce ha adottato le seguenti decisioni di politica monetaria: il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema è ridotto di 5 punti base, allo 0,00%, a decorrere dall’operazione con regolamento il 16 marzo 2016; il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale è ridotto di 5 punti base, allo 0,25%, con effetto dal 16 marzo 2016; il tasso di interesse sui depositi presso la Banca centrale è ridotto di 10 punti base, al -0,40%, con effetto dal 16 marzo 2016; gli acquisti mensili nel quadro del programma di acquisto di attività sono ampliati a 80 miliardi di euro a partire da aprile 2016; nell’elenco delle attività ammissibili per gli acquisti regolari sono incluse obbligazioni investment grade denominate in euro emesse da società non bancarie situate nell’area dell’euro; a partire da giugno 2016 viene introdotta una nuova serie di quattro operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Omrlt II), ciascuna con scadenza a quattro anni. Il tasso di interesse applicato a queste operazioni potrà essere ridotto fino a raggiungere un livello pari al tasso sui depositi presso la Banca centrale.
BOOM DI MUTUI DAL FONDO DI GARANZIA PRIMA CASA – ABI
Con oltre 539 milioni di euro di nuovi mutui garantiti dal Fondo di garanzia per la prima casa - tra febbraio 2015 e febbraio 2016 - lo strumento pubblico a vantaggio soprattutto delle giovani coppie registra un vero e proprio boom. L'Abi comunica il dato sottolineando che il Fondo rappresenta un fondamentale esempio di collaborazione tra banche e istituzioni, a disposizione delle famiglie che aspirano ad acquistare l’abitazione principale. L’obiettivo è, infatti, continuare a favorire l’accesso ai mutui attraverso una dotazione da 550 milioni di euro che potrebbe garantire finanziamenti potenziali per 12-15 miliardi di euro. Il Fondo contribuisce all’ulteriore spinta del mercato dei mutui che nel 2015 ha registrato un’impennata del +97% rispetto al 2014, in termini di nuove erogazioni. Per quanto riguarda il suo funzionamento il Fondo di garanzia per la casa controgarantito dallo Stato prevede il rilascio di garanzie a copertura del 50% della quota capitale dei mutui ipotecari (fino a 250.000 euro), erogati per l’acquisto o la ristrutturazione per l’accrescimento dell’efficienza energetica, degli immobili adibiti a prima casa, con priorità di accesso per le giovani coppie o ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, nonché di giovani con contratti di lavoro atipico con età inferiore a 35 anni. Relativamente ai requisiti per accedere al Fondo, va ricordato che la garanzia può essere richiesta da coloro che, alla data di presentazione della domanda di mutuo, non risultino proprietari di altri immobili ad uso abitativo, salvo quelli di cui abbiano acquistato la proprietà per successione e che siano in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli.
I MUTUI IPOTECARI PER L’ACQUISTO DELLE ABITAZIONI – AGENZIA DELLE ENTRATE
Le compravendite di abitazioni compiute nel 2015 da persone fisiche avvalendosi di un mutuo con iscrizione di ipoteca sugli immobili acquistati a garanzia del credito (Ntn Ip), mostrano un tasso di crescita rispetto al 2014 pari al +19,5%, per un totale di circa 190mila unità, oltre 30mila in più del 2014. ll capitale complessivamente erogato nel 2015 ammonta a circa 23 miliardi di euro, con un incremento, anche in questo caso, vicino al 20% rispetto a quanto osservato nel 2014. Il capitale medio erogato per singola abitazione è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al 2014 ed è pari a circa 119mila euro. La durata media dei mutui stipulati nel corso del 2015 rimane in linea con il dato dell’anno precedente, 22 anni e mezzo. La quota di abitazioni acquistate da persone fisiche con il ricorso al mutuo ipotecario sale al 45,5%, guadagnando quasi 5 punti percentuali rispetto al 2014. Si può senz'altro affermare che la ripresa del mercato residenziale nel 2015, sia stata sostenuta in modo rilevante da una cospicua ripresa dell’offerta creditizia e dalla riduzione del suo costo. Infatti, il tasso di interesse medio nazionale, riferito alla prima rata di pagamento del mutuo, è diminuito nel 2015 di oltre mezzo punto percentuale, scendendo a 2,75%. Coerentemente con la diminuzione dei tassi di interesse e la stabilità del capitale erogato medio per unità, risulta significativa la riduzione della rata mensile iniziale che subisce nel 2015 un decremento di circa il 6% rispetto al 2014, con una media nazionale pari a 592 euro.
A FEBBRAIO SI MANTIENE SOSTENUTA LA DOMANDA DI MUTUI – CRIF
Anche nel mese di febbraio appena concluso non si arresta la dinamica positiva della domanda di mutui da parte delle famiglie italiane (vere e proprie richieste formali presentate agli Istituti di credito e non semplici preventivi o interrogazioni online), con un eloquente +32,4% rispetto lo stesso mese del 2015, che a sua volta si era caratterizzato per un robusto incremento. Questo quanto emerge dall’analisi della variazione del numero delle domande di mutui raccolte da Crif che raccoglie i dati relativi a oltre 78 milioni di posizioni creditizie. La domanda di mutui si è progressivamente consolidata negli ultimi 2 anni e mezzo, trainata anche dalle richieste di surroghe, oltre che dalle appetibili condizioni offerte dagli operatori di mercato. A fronte di una performance decisamente positiva relativamente al numero di domande presentate agli Istituti va però sottolineato come persista la tendenza a richiedere valori sempre più contenuti, tanto che l’importo medio richiesto nel mese di febbraio si è attestato a soli 122.497 euro contro i 124.175 euro del corrispondente mese del 2015. Nello specifico, il valore medio richiesto dagli italiani a febbraio ha fatto segnare un recupero rispetto al precedente mese di gennaio, quando si era registrato il minimo storico assoluto da quando Crif ha iniziato a rilevare sistematicamente l’andamento della domanda di mutui, ma risulta ancora ben lontano dalle rilevazioni precedenti la grande frenata del comparto (ad esempio, nel mese di febbraio 2010 l’importo medio richiesto era stato pari a 140.877 euro). A questo riguardo va segnalato come la progressiva riduzione del valore dei mutui richiesti rifletta, da un lato, le favorevoli condizioni di acquisto degli immobili disponibili sul mercato, dall’altro, la consolidata tendenza da parte delle famiglie a privilegiare soluzioni in cui il peso della rata incida il meno possibile sul reddito disponibile; senza dimenticare la crescente incidenza delle surroghe che, per natura, si caratterizzano per un importo più contenuto rispetto ai nuovi mutui. La dinamica appena descritta trova riscontro anche nella distribuzione delle richieste di mutuo per fascia d’importo: la classe in cui si sono maggiormente concentrate le richieste degli italiani è quella compresa tra 100.000 e 150.000 euro, con una quota del 29,5% sul totale, seguita da quella compresa tra 0 e 75.000 euro con il 27,7%. A conferma della cautela delle famiglie italiane, il Barometro Crif rileva ancora una volta la preponderanza di richieste di mutui concentrate nelle classi di durata superiori ai 15 anni, che complessivamente assorbono il 66,8% del totale. Questa tendenza conferma la propensione a privilegiare piani di rimborso lunghi, che consentono di ridurre il peso della rata mensile sul reddito disponibile e sui risparmi della famiglia. Osservando la distribuzione della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro Crif mette in evidenza come anche nel mese di febbraio si riscontri una maggior concentrazione nella classe di età compresa fra i 35 e i 44 anni (con una quota pari al 36,4% del totale); come prevedibile, complessivamente circa i 2/3 delle richieste sono state presentate da under 44.
Newsletter integrale:
![]() | N°150 - Marzo 2016 Panorama di Economia Immobiliare |