N°155 - Panorama di Economia Immobiliare - Maggio 2016
SubTitle: MUTUI
Ad aprile 2016 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.820,3 miliardi di euro, è nettamente superiore, di oltre 134 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.686,2 miliardi di euro. Nello stesso mese è risultata positiva la variazione annua, +0,4%, del totale prestiti all'economia (che include anche la Pubblica amministrazione). Sempre ad aprile 2016 il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha presentato una variazione prossima allo zero (-0,3%), nei confronti di aprile 2015, -0,4% il mese precedente e assai migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo ed è ritornato sui valori di aprile 2012. Sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi a marzo 2016, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +1,1% nei confronti di fine marzo 2015 confermando, anche sulla base dei dati sui finanziamenti in essere, la ripresa del mercato dei mutui. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.820,3 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.406 miliardi di euro. Ad aprile 2016 i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora più bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,3%, toccando il nuovo minimo storico (2,33% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso; il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all’1,85% (minimo storico), 1,9% il mese precedente e 2,03% a gennaio 2016 (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,12%, toccando il minimo storico (3,16% il mese precedente; 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse), a fine marzo 2016 sono pari a 83,6 miliardi di euro rispetto agli 83,1 miliardi di febbraio. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,6% a marzo 2016, lo stesso valore di febbraio 2015 (4,93% a fine 2015; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi e ad aprile 2016 è risultato pari a 202 punti base (204 punti base il mese precedente); prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti percentuali a fine 2007). Laddove si considerino i margini sui prestiti a imprese e famiglie delle banche nei principali paesi europei (calcolati dalla Bce come differenza tra i tassi di interesse sui nuovi prestiti e il tasso medio sui nuovi depositi di famiglie e società non finanziarie), a marzo 2016 si rileva che per le imprese si registra un margine di 91 punti base (b.p.) in Italia, un valore inferiore ai 141 b.p. della Germania, ai 133 b.p. della Francia e ai 218 b.p. della Spagna. Per il comparto delle famiglie si registra un margine di 133 b.p. in Italia, un valore inferiore ai 160 b.p. della Germania, ai 179 b.p. della Francia e ai 169 b.p. della Spagna.
LE DINAMICHE DEL LEASING IMMOBILIARE – ASSILEA
Nel 2014 la norma fiscale che ha ridefinito il trattamento del leasing immobiliare ha influito sulle dinamiche di stipulato, portando il comparto a crescere di quasi il 40% sui valori mentre nel 2015 lo stipulato immobiliare si è stabilizzato poco al di sotto dei 4 miliardi di euro. Dunque, il trend del 2015, scontando la forte accelerazione dell’anno precedente, registra un segno negativo sia nel numero di contratti (-1,1%) sia nel valore finanziato (-4,7%). La dinamica mensile dei valori di stipulato immobiliare 2015 evidenzia valori particolarmente elevati nei mesi di giugno, luglio e, soprattutto, dicembre (mesi in cui il valore dello stipulato ha raggiunto quasi i 550 milioni di euro). Si vede, inoltre, come il valore dell’immobiliare costruito sia stato ogni mese, escluso marzo, di un ammontare maggiore rispetto all’immobiliare da costruire e tale dinamica ha determinato un peso dello stipulato immobiliare costruito (65,9%), quasi doppio rispetto al peso dell’immobiliare da costruire (34,1%). Con riferimento al totale stipulato leasing immobiliare (costruito e da costruire), il confronto tra i dati del I quadrimestre 2016 e quelli del periodo corrispondente del 2015 mostra risultati positivi per quanto riguarda il numero di contratti stipulati (+4%) ma negativi per il valore di stipulato (-4,9%) e si riduce, di conseguenza, l’importo medio finanziato che passa da circa 906 mila euro nel I quadrimestre 2015 a 828 mila euro nel 2016. La dinamica negativa nei valori è stata interamente dettata dall’andamento dell’immobiliare da costruire (- 3,7% numero contratti e -16,2% valore), a fronte di un trend positivo nel costruito; in questo senso, particolarmente positiva è stata la dinamica del leasing costruito di valore elevato (maggiore di 2,5 milioni di euro), comparto nel quale il tasso di crescita dello stipulato è risultato pari al 16,4%.
BAROMETRO DELLA DOMANDA DI MUTUI – CRIF
Il mercato rimane sostenuto dal positivo andamento delle richieste di surroga ed è in ripresa anche l’importo medio richiesto, che si attesta sui 122.683 euro, anche se rimangono distanti i valori pre-crisi. Inoltre, il mese di aprile ha fatto registrare un ulteriore segno positivo relativamente alla domanda di mutui ipotecari con un +8,6% (valore ponderato, a parità di giorni lavorativi), rispetto allo stesso mese del 2015, che a sua volta si era caratterizzato per un consistente incremento. Indubbiamente ancora sostenuto dalle richieste di surroghe e sostituzioni, in termini assoluti il dato di aprile rappresenta comunque il record di domande presentate agli istituti di credito dall’inizio del 2011 e la positiva performance dell’ultimo mese porta la domanda aggregata dei primi 4 mesi del 2016 a segnare un +24,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Continua, quindi, il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi, con un piccolo gap che rimane da colmare rispetto al biennio 2010 - 2011. Al contempo, nel periodo di osservazione si conferma la tendenza a richiedere mutui di valore più contenuto rispetto al passato; nello specifico, nel mese di aprile l’importo medio richiesto si è attestato a 122.683 euro, in lieve aumento rispetto ai 121.911 euro del corrispondente mese del 2015 (+0,6%) ma ben lontani dai 140.942 euro dell’aprile 2010, quando venne toccato il picco degli ultimi 6 anni. A questo riguardo va segnalato come la progressiva riduzione del valore dei mutui richiesti rifletta, da un lato, le favorevoli condizioni di acquisto degli immobili disponibili sul mercato, dall’altro la consolidata tendenza da parte delle famiglie a privilegiare soluzioni in cui il peso della rata incida il meno possibile sul reddito disponibile. Senza dimenticare, infine, l’incidenza delle surroghe, che per natura si caratterizzano per un importo più contenuto rispetto ai nuovi mutui. La dinamica appena descritta trova riscontro anche nella distribuzione delle richieste di mutuo per classe d’importo: la fascia in cui si sono maggiormente concentrate le richieste è, ancora una volta, quella compresa tra 100 e 150.000 euro, con una quota del 29,5% sul totale, seguita da quella al di sotto dei 75.000 euro, con il 27,6%. Per quanto riguarda la distribuzione della domanda di mutui per classi di durata, quella compresa tra 15 e 20 anni è la più richiesta dagli italiani, con il 23,4% del totale. Nel complesso va evidenziato come 2/3 delle richieste (il 66,8% del totale, per la precisione), prevedano una durata superiore ai 15 anni, a conferma della propensione verso piani di rimborso che consentano di ridurre il peso della rata mensile sul reddito disponibile e sui risparmi della famiglia. Osservando la distribuzione della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, infine, anche nel mese di aprile c’è una maggior concentrazione nella fascia di età compresa fra 35 e 44 anni con una quota pari al 36,3% del totale.
GLI ITALIANI PUNTANO SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA CASA – PRESTITIONLINE.IT
Le famiglie italiane riprendono ad acquistare e, soprattutto, a comprare a rate e a rilevarlo è l’indagine mensile dell’Osservatorio di Prestitionline.it che analizza tutte le informazioni relative ai finanziamenti richiesti dai risparmiatori ed erogati dalle banche. Dall’analisi emerge che la finalità più concessa è quella per la ristrutturazione della casa con il 34%, seguita dall’auto usata con il 21,8% e dall’arredamento con il 16% e l’exploit dei primi è da attribuire agli attuali bonus casa emanati dal Governo. Anche dal lato della domanda la percentuale più alta la registra il prestito per ristrutturare casa, con il 22,3%; leggermente più in basso vi sono i finanziamenti per disporre di liquidità, con il 18,4%, e quelli per acquistare una quattroruote usata, con il 19,5%. Le richieste sono in rialzo rispetto a quelle rilevate nel 2006, quando le quote si attestavano rispettivamente al 18,2%, 19,8% e 10,7%. La durata del finanziamento preferita dai clienti è di 60 mesi con il 19,5% delle richieste, seguito da quello a 7 anni con il 17,7% e a 3 anni con il 15,6%, mentre solo il 9,1% della domanda prevede un arco temporale di 72 mesi e soltanto l’8,5% di 24 mesi. Per i prestiti effettivamente erogati il 19,6% è concesso a 60 mesi, seguito dal 15,3% a 36 mesi e dal 15,2% a 48 mesi. Con riferimento all’importo medio, si rileva un andamento diverso tra la somma domandata e quella erogata: entrambi sono lontani dai valori registrati nel periodo pre-crisi ma durante l’anno in corso solo i finanziamenti effettivamente concessi hanno fatto segnare un ammontare più alto rispetto alla seconda parte del 2015; infatti, per quelli richiesti si è passati dai 10.920 ai 10.836 euro, mentre per i prestiti erogati dagli 11.471 agli attuali 11.746 euro. Il dato sulle caratteristiche dei richiedenti evidenzia che più di tre quarti delle domande (il 76,2%), arrivano da lavoratori occupati a tempo indeterminato, la restante parte si suddivide tra i lavoratori autonomi,13,5%, i liberi professionisti, 2,7%, e altre categorie di professioni. Per quanto riguarda i finanziamenti effettivamente erogati, la percentuale degli occupati a tempo indeterminato sale all’83,9%. Infine, analizzando i tassi medi applicati al finanziamento si nota che le percentuali del 2016 sono le più basse degli ultimi quattro anni, attestandosi sui livelli del biennio 2007-2008. Per i crediti finalizzati e personali l’interesse è rispettivamente del 9,25% e 10,65%, mentre le migliori offerte online si attestano sul 6,3%.
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