N°156 - Panorama di Economia Immobiliare - Giugno 2016

SubTitle: MUTUI

MONETE E BANCHE – BANCA D’ITALIA
Ad aprile sono scesi i tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni che, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,66% (2,68% nel mese precedente). I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 2,57% come nel mese precedente; quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,46% (1,39% a marzo). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,47% (0,49% nel mese precedente). I tassi di variazione sui dodici mesi dei prestiti al settore privato è risultato pari allo 0,4%, alle famiglie all’1,2% e allo -0,6% alle società non finanziarie (a febbraio erano rispettivamente 0,3%, 1,1% e -0,4%).

RAPPORTO MENSILE GIUGNO 2016 – ABI
A maggio 2016 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.817,6 miliardi di euro, è nettamente superiore, di oltre 138 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.679,4 miliardi di euro. A maggio 2016 è risultata positiva la variazione annua, +0,3%, del totale prestiti all'economia (che include le famiglie, le imprese e la Pubblica amministrazione). Sempre a maggio 2016 il totale dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese ha presentato una variazione prossima allo zero, pari a -0,04% nei confronti di maggio 2015, migliorativa rispetto al -0,5% registrata il mese precedente e assai migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo, ed è tornato sui valori di aprile 2012. Sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi ad aprile 2016, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato una variazione positiva di +1,4% nei confronti di fine aprile 2015 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento), confermando, anche sulla base dei dati sui finanziamenti in essere, la ripresa del mercato dei mutui. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.817,6 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.405,5 miliardi di euro. Inoltre, a maggio 2016 i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora più bassi: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,24% toccando il nuovo minimo storico (2,29% il mese precedente; 5,72% a fine 2007) e, sul totale delle nuove erogazioni di mutui, circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all’1,82% (minimo storico), 1,92% il mese precedente (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,12%, toccando il minimo storico (3,16% il mese precedente; 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse), a fine aprile 2016 sono pari a 84 miliardi di euro rispetto a 83,1 miliardi di marzo. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,67% ad aprile 2016, 4,58% a marzo 2015 (4,93% a fine 2015; 0,86% prima dell’inizio della crisi). Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a maggio 2016 è risultato pari a 204 punti base (207 punti base il mese precedente); prima dell’inizio della crisi finanziaria tale spread superava i 300 punti (329 punti percentuali a fine 2007).

BAROMETRO – CRIF
Nel mese di maggio il numero di richieste di mutui (inclusi quelli di surroga e sostituzione), inoltrate dalle famiglie italiane agli istituti di credito ha visto una crescita del +3,4%, mentre le domande di prestiti (nell’aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati), hanno fatto segnare un +4,1% rispetto al corrispondente mese del 2015. Relativamente ai mutui si consolida il progressivo recupero verso i valori pre-crisi, tanto che nell’aggregato i primi 5 mesi del 2016 fanno segnare un +19,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al contempo, permane la tendenza degli italiani a richiedere valori più contenuti rispetto al passato, che nel mese di maggio si è attestato sui 123.386 euro, nettamente al di sotto dei 135.631 euro del maggio 2009, sia a causa delle favorevoli condizioni di acquisto degli immobili disponibili sul mercato sia della tendenza da parte delle famiglie a privilegiare soluzioni in cui il peso della rata incida il meno possibile sul reddito disponibile. Senza dimenticare la crescente incidenza delle surroghe, che per natura si caratterizzano per un importo più contenuto rispetto ai nuovi mutui. Per quanto riguarda la distribuzione per classi di durata, è quella compresa tra i 15 e i 20 anni a essere la preferita dagli italiani, con il 23,5% del totale; complessivamente il 66,8% delle richieste di mutuo prevede piani di rimborso superiori ai 15 anni. Infine, l’ultimo aggiornamento del Barometro Crif mette in evidenza come anche nel mese di maggio si riscontri una maggior concentrazione di richiedenti nella fascia di età compresa fra i 35 e i 44 anni (con una quota pari al 36,2% del totale), mentre circa i 2/3 delle richieste totali sono state presentate da under 44.

OSSERVATORIO SEMESTRALE SUI MUTUI – FACILE.IT E MUTUI.IT
Secondo l’Osservatorio sui mutui nello scorso semestre il finanziamento medio concesso è ammontato a circa 118.000 euro, il 3,8% in meno rispetto alla rilevazione precedente, una cifra che fa tornare ai livelli registrati un anno fa. I portali hanno analizzato le domande di mutuo e le relative erogazioni registrate nel periodo compreso tra novembre 2015 e aprile 2016 e i risultati rivelano una leggera frenata tanto negli importi erogati quanto nel Loan to value; questi dati, tuttavia, fanno il paio con un aumento delle erogazioni e una generale tenuta di tutto il mercato dei finanziamenti casa. A fronte di un mercato del lavoro che non offre certo stipendi più alti, le somme che si richiedono restano in linea con i propri livelli di reddito; di conseguenza, il Loan to value medio, vale a dire la percentuale erogata in rapporto al valore dell’immobile da comprare, è sceso al 53,5%, pur saldamente oltre la soglia ‘psicologica’ del 50%, che solo un anno fa rappresentava un dato di fatto. Inoltre, nel corso del semestre considerato si è nuovamente allargata la forbice tra l’importo richiesto e quello concesso, prima quasi azzerata e siamo tornati al 4,6% (i livelli di un anno fa). Stabili sia l’età media del mutuatario (40 anni), sia la durata del mutuo erogato (21 anni). Si confermano, come nel semestre precedente, la predilezione degli italiani per i mutui a tasso fisso: queste domande di finanziamento sono stabilmente al 64,5% del totale, mentre il variabile raccoglie circa il 28% di tutte le domande (era il 32% sei mesi fa). Un dato alquanto significativo emerge dall’analisi delle finalità di erogazione del finanziamento richiesto: se fino a sei mesi fa le surroghe rappresentavano il 59% della torta, pur mantenendo una generale stabilità in termini di numeri, nell’ultima analisi rappresentano solo il 50% del totale; in crescita, invece, i mutui prima casa (finalità relativa al 39% delle erogazioni). Differisce parzialmente dalla situazione generale il quadro di richieste ed erogazioni di mutui prima casa: restano in crescita tanto la domanda quanto le concessioni dei finanziamenti da parte delle banche. Scende di poco, tuttavia, l’importo medio erogato (123.500 euro, contro i 125.000 euro delle ultime due rilevazioni) e si allarga il divario tra richiesta ed erogazione (che ora divergono del 5%); infine, cala la percentuale finanziata e il Loan to value è del 62,2%.


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