N°162 - Panorama di Economia Immobiliare - Ottobre 2016

SubTitle: MUTUI

PRINCIPALI VOCI DEI BILANCI BANCARI: AGOSTO 2016 – BANCA D’ITALIA
Ad agosto i tassi d’interesse sui finanziamenti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,52% (2,44% nel mese precedente). I tassi d'interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 2,45% (erano al 2,41% nel mese precedente) e quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,12% (1,31% a luglio). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,43% (come nel mese precedente). I tassi di variazione sui dodici mesi dei prestiti al settore privato è risultato pari allo 0,7%, alle famiglie all’1,5% e alle società non finanziarie al -0,2% (a luglio erano rispettivamente 0,4%, 1,4% e -0,6%).

FINANZIAMENTI OLTRE IL BREVE TERMINE PER L’ACQUISTO DI ABITAZIONI – BANCA D’ITALIA
Dal Bollettino Statistico III-2016 pubblicato da Banca d’Italia emerge che nel II trimestre 2016 alle famiglie italiane sono stati erogati 13.224 milioni di euro per l’acquisto dell’abitazione. Rispetto allo stesso trimestre del 2015 si registra un aumento delle erogazioni pari a 2.933 mln di euro (+28,5%). A livello di macroaree nell’Italia Nord-Occidentale sono stati erogati 4.417 mln di euro (+25,1% rispetto al II trimestre 2015); in quella Nord-Orientale 2.838 mln di euro (+27,3% rispetto all’anno scorso); in quella Centrale 3.314 mln di euro (+32,2% in confronto all’anno scorso); in quella Meridionale 1.842 mln di euro (+29,3% su base annua); infine, in quella Insulare 811 mln di euro (+36,1% rispetto allo stesso trimestre 2015). A giugno 2016 le consistenze di finanziamenti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni ammontavano a 299.814 mln di euro (+1,8% su base annua), di cui: 105.666 mln di euro nel Nord-Ovest; 64.639 mln di euro nel Nord-Est; 71.537 mln di euro al Centro; 38.593 mln di euro al Sud; infine, 19.379 mln di euro nelle Isole. A giugno 2016 le consistenze per i finanziamenti oltre il breve termine alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono state pari a 258.609 mln di euro per i contratti non rinegoziati e 40.189 mln di euro per quelli rinegoziati; per quanto riguarda i flussi, nel II semestre 2016, sono stati pari a 10.868 mln di euro per i nuovi contratti, 2.131 mln di euro per le surroghe e 164 mln di euro per le sostituzioni.

BAROMETRO MUTUI: SETTEMBRE 2016 – CRIF
I primi 9 mesi del 2016 confermano il consolidamento, in atto ormai da tre anni, delle richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane (vere e proprie istruttorie formali presentate agli istituti di credito, non semplici richieste di informazioni o preventivi online), che fanno registrare un positivo +11,6% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Nello specifico, il mese di settembre ha visto un incremento più contenuto, pari a +6% rispetto allo stesso mese del 2015 (valore ponderato, a parità di giorni lavorativi), che però si era caratterizzato per una crescita superiore al 50% rispetto all’anno precedente, lasciando così alle spalle l’inattesa flessione rilevata nel bimestre giugno-luglio. Il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi emerge in modo chiaro anche dal confronto tra il dato relativo ai primi 9 mesi del 2016 e il corrispondente periodo degli anni precedenti anche se rimane ancora un piccolo gap da colmare rispetto al biennio 2009 e 2010. I primi nove mesi del 2016 hanno confermato il recupero della domanda del comparto mutui verso i volumi pre-crisi, anche grazie al contributo delle surroghe, sostenuto dai bassi tassi di interesse applicati e dalle condizioni del mercato immobiliare che continuano a mantenersi appetibili. Al contempo, pure l’offerta da parte degli istituti di credito è oggi più fluida, anche grazie alla riduzione degli indicatori di rischiosità del credito alle famiglie, con il tasso di default a 180 giorni che a marzo 2016 è sceso all’1,5%, il livello più basso degli ultimi 4 anni. Per quanto riguarda l’importo medio richiesto, l’ultima rilevazione registra segnali altrettanto incoraggianti. Nello specifico, nel mese di settembre appena concluso il valore medio richiesto si è attestato a 122.945 euro, superiore del +2% a quello rilevato nel corrispondente mese dell’anno precedente, quando era risultato pari a 120.525 euro. Più in generale, nei primi 9 mesi dell’anno in corso sembra essersi invertito il trend di costante contrazione che per lungo tempo aveva caratterizzato l’intero comparto: l’importo medio complessivamente richiesto dall’inizio dell’anno è infatti risultato pari a 122.815 euro, con un seppur lieve incremento rispetto a quello del corrispondente periodo dell’anno precedente. Solo le rilevazioni dei prossimi mesi diranno se si è raggiunto un nuovo punto di equilibrio o se si assisterà all’inizio di una fase di ulteriore discontinuità. Considerando però che nel mese di settembre degli anni a cavallo tra il 2009 e il 2011 l’importo medio richiesto si aggirava stabilmente intorno ai 136.000 euro, nell’immediato futuro sembra improbabile un ritorno ai valori pre-crisi. Va però messo in evidenza come, rispetto agli anni pre-crisi, oggi sia decisamente maggiore la quota dei mutui di sostituzione che, per natura, presentano un importo inferiore rispetto a quello dei nuovi mutui. Il fatto che gli italiani negli ultimi anni si siano orientati verso importi più contenuti, nel tentativo di ridurre quanto più possibile l’impatto della rata sul reddito disponibile, è confermato anche dalla distribuzione delle richieste per fascia di importo: nei primi nove mesi del 2016 le preferenze degli italiani si sono nuovamente concentrate nella classe compresa tra 100.000 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,3% del totale. Nel complesso quasi 4 domande su 5 (il 77,8% del totale per la precisione), presentano un importo inferiore ai 150.000 euro. Per quanto riguarda invece la distribuzione della domanda di mutui per classe di durata, ancora una volta è quella compresa tra i 16 e i 20 anni a essere la preferita dalle famiglie italiane, con una quota pari al 23,8% del totale, seguita a ruota dalla fascia tra i 21 e i 25 anni, con il 20,7%. Osservando, infine, la distribuzione della domanda di mutui in relazione all’età del richiedente, l’ultimo aggiornamento del Barometro Crif mette in evidenza una maggior concentrazione nella fascia di età compresa fra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 36% del totale; come prevedibile, complessivamente circa 2/3 delle richieste sono state presentate da under 44 ma altro dato degno di nota è rappresentato dall’incremento, seppur marginale, della quota di mutui richiesti dai giovani al di sotto dei 24 anni.


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