N°164 - Panorama di Economia Immobiliare - Novembre 2016

SubTitle: COMPRAVENDITE E LOCAZIONI

MERCATO IMMOBILIARE: COMPRAVENDITE DI FONTE NOTARILE – ISTAT
Nel II trimestre 2016 le convenzioni notarili di compravendita per unità immobiliari (194.620) accelerano la crescita, segnando un +20,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, dopo il +17,9% registrato nei primi tre mesi dell'anno: questo risultato positivo riguarda tutti i comparti immobiliari e l'intero territorio. Il mercato immobiliare ha iniziato la sua ripresa in modo più regolare dal II trimestre del 2015 (+6,2%), mentre il minimo storico era stato raggiunto nel IV trimestre del 2012 (-25,7%), anno in cui le variazioni sono state fortemente negative in tutti i trimestri. A crescere di più nel II trimestre dell'anno in corso sono stati i trasferimenti di unità immobiliari a uso abitazione e accessori (+20,9% su base annua) ma l'incremento è consistente anche per quelli di unità a uso economico (+15,3%). Il 93,9% delle compravendite riguarda immobili a uso abitativo e accessori (182.801), il 5,5% quelli a uso economico (10.726) e lo 0,6% le unità a uso speciale e multiproprietà (1.093). Il trend delle compravendite di abitazioni risulta omogeneo nelle diverse ripartizioni geografiche, mentre per gli immobili a uso economico è stato molto intenso al Sud (+23,9%) e nelle Isole (+23,7%) e più rallentato nelle regioni centrali (+4,7%). Nei piccoli centri la ripresa delle transazioni immobiliari è stata più pronunciata per il comparto dell'abitativo (+22% contro +19,6% dei grandi), mentre nei centri metropolitani la crescita più robusta si è registrata per le unità a uso economico (+17,5%, contro +13,9% delle altre città). Complessivamente, nel I semestre del 2016 le compravendite nel settore immobiliare crescono del 19,4% su base annua, trainate soprattutto dal settore abitativo (+19,8%, contro +11,9% del comparto a uso economico).

CASE, PREZZI STABILI A OTTOBRE DOPO IL RALLENTAMENTO ESTIVO – IDEALISTA.IT
A ottobre il prezzo medio delle abitazioni di seconda mano in Italia è stabile rispetto a settembre, a una media di 1.919 euro/m2 e l’andamento tendenziale si mantiene negativo, con un calo di 3,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dunque, c’è un ritorno alla stabilità dei valori immobiliari dopo il rallentamento registrato nei mesi estivi, poiché i primi dieci mesi del 2016 hanno confermato il recupero della domanda di immobili favorita dalle condizioni favorevoli del mercato. Le Regioni che hanno fatto registrare un trend positivo sono state: Friuli Venezia Giulia (2%), Molise (1,4%) e Marche (1,4%) che registrano i rimbalzi più significativi, mentre le correzioni positive delle altre Regioni viaggiano a un ritmo inferiore all’1%; viceversa, le maggiori battute d’arresto spettano a Puglia (-2,5%) ed Emilia Romagna (-2,3%). A livello di valori nominali la Liguria resta la più cara con una media di 2.686 euro al metro quadro, seguita da Lazio (2.558 euro/m2) e Valle d’Aosta (2.513 euro/m2).. La macroarea più economica è sempre la Calabria (938 euro/m2), seguita da Molise (1. 053 euro/m2) e Basilicata (1.185 euro/m2). Per quanto concerne le Province, è emerso che 44 sulle 110 rilevate in questo rapporto hanno chiuso il mese in terreno positivo. Variazioni ancora piuttosto ampie si spiegano con una certa instabilità che perdura nei mercati minori e nei piccoli Comuni, determinando i forti incrementi, in particolare nelle Province di Belluno (7,4%), Trapani e Cuneo, che crescono allo stesso ritmo del 6,9%. La maggior parte dei centri marca una tendenza negativa con valori a picco a Vercelli (-8%), Avellino (-7,1%) e Biella (-7%). Il ranking delle Province più care vede in testa Savona (3.272 euro/m2), poi Bolzano (3.064 euro/m2) e Imperia (2.863 euro/m2), che scalza Roma ferma a una media di 2.767 euro al metro quadro. Nella parte bassa della scala dei valori immobiliari continua a perdere terreno Biella (679 euro/m2), che precede Enna (841 euro/m2) e Isernia (846 euro/m2), nel ranking delle Province più a buon mercato. Analizzando i capoluoghi, a ottobre i centri in terreno negativo sono stati 64, sui 105 monitorati e, nonostante un trend prevalentemente negativo, si sono avute performance positive per le grandi città del Centro-Nord: Milano (0,9%), Roma (0,4%) e Firenze (0,4%), mentre soffrono i capoluoghi del Sud, da Napoli (-2,8%), a Bari (-1,5%), con Catania e Palermo in contrazione dell’1,6%. Belluno (4,2%) è il mercato che si è rivalutato maggiormente, seguito da Chieti (3,8%) e Pordenone (3,7%). Rimbalzi superiori al 3% anche a Lecco e Agrigento, (entrambe al ritmo del 3,6%). I cali più decisi questo mese si sono registrati a Vercelli (-5,7%) ed Enna (5,1%). Nella graduatoria dei prezzi Venezia (4.361 euro/m²), continua a calare ma è sempre la città più cara, davanti a Milano (3.378 euro/m²) e Bolzano (3.355 euro/m²); ultima nella graduatoria è sempre Biella, stabile con i suoi 742 euro/m².

TEMPI DI VENDITA DEGLI IMMOBILI – TECNOCASA
L’analisi realizzata ha calcolato i tempi medi di vendita degli immobili registrati a luglio 2016 e li ha confrontati con quelli di un anno fa e sono state considerate le grandi città, i rispettivi hinterland e i capoluoghi di provincia. Gli ultimi dati dicono che nelle grandi città le tempistiche di vendita sono di 159 giorni contro 170 giorni registrati un anno fa; i tempi di vendita nei capoluoghi di provincia hanno una media di 170 gg contro i 177 gg di un anno fa; infine, i comuni dell’hinterland delle grandi città hanno fatto registrare 180 gg, in diminuzione di 9 giorni rispetto a un anno fa. Tra le grandi città i tempi di vendita maggiori si registrano a Genova (183 gg), Bari (181 gg) e Torino (168 gg).

CANONI DI LOCAZIONE IN RITIRATA NEL III TRIMESTRE (-1,3%) – IDEALISTA.IT
I canoni di locazione si sono ridotti dell’1,3% nel corso del III trimestre del 2016, attestandosi a 8,7 euro mensili e, nonostante il calo dell’ultimo quarter, la crescita è del 5,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il rallentamento della crescita degli affitti riflette le incertezze dell’attuale fase economica, con la difficoltà a creare occupazione stabile. La metà dei mercati cittadini incrementano i loro prezzi, mentre un’altra metà registra riduzioni, una tensione che provoca un sostanziale rallentamento dei canoni di locazione, anche nei tradizionali poli d’attrazione per il lavoro come Roma, Bologna, Torino e le città del Nord-Est. Milano, Firenze e Napoli crescono rispettivamente del 2,2%, 5,3% e 4,6%”. Inoltre, sono 7 le Regioni italiane a registrare prezzi superiori a tre mesi fa (a parte Trentino Alto Adige e Val d’Aosta che non sono rilevabili). Gli incrementi maggiori si sono verificato nelle Marche, dove i prezzi sono aumentati del 2,6% rispetto al trimestre anteriore, in Toscana (2,4%) e Basilicata (1,8%). I decrementi più marcati si sono registrati in Puglia (-3,7%), Veneto (-2,9%) e Sardegna (-2%). Il Lazio (11,6%), continua a essere la Regione più cara; seguono Lombardia (10,9 euro/m²), Toscana (9,8 euro/m²) ed Emilia Romagna con 7,9 euro al metro quadro. Le richieste più basse della Penisola avvengono in Molise (4,7 euro/m²), Calabria (5 euro/m²) e Basilicata (5,6 euro/m²). Invece, su 77 aree provinciali rilevabili 41 segnano variazioni positive (contro le 45 del trimestre precedente): i rimbalzi maggiori dopo i mesi estivi si sono registrati nelle Province di Caltanissetta (5,8%) e Firenze (5,4 %), mentre Modena, Ancona e Massa-Carrara crescono tutte allo stesso ritmo del 5,2% e Treviso si ferma al 5%. Tra le aree provinciali in terreno negativo spiccano i cali a due cifre di Lecce (-10,7%) e Ferrara (-10,3%), di rilievo anche il calo di Venezia con un taglio del 6,7% sui canoni da locazione. Sul fronte dei prezzi, Milano (14,2 euro/m²), è sempre la più cara davanti a Roma (12,4 euro/m²) e Firenze (12,1 euro/m²). Tutte le aree provinciali al Sud presentano i prezzi più bassi del ranking e sono: Reggio Calabria (-4,4 euro/m²), Avellino (-4,4 euro/m²) e Caltanissetta (-4,1 euro/m²), che rimane il fanalino di coda nonostante il recupero dell’ultimo trimestre. Situazione in bilico tra le città capoluogo in terreno positivo (44 questo trimestre) e quelle in terreno negativo (41): ai due estremi della tendenza si trovano Treviso (8,5%) e Catanzaro (-6,9%); inoltre, vi sono aumenti superiori al 5% per 7 centri, tra i quali si segnalano – oltre a Potenza (5,7%) e Livorno (5,6%) – anche Catania (5,5%) e Firenze (5,3%); in 1 centro su 3 le richieste dei proprietari sono scese sotto la media del periodo; infine, Venezia (-5,6%), Lecce (-5,5%), Olbia (-5,4%) e La Spezia (-5%) sono i mercati più penalizzati. Milano, con una media di 15,9 euro/m² mensili è sempre più regina delle rendite immobiliari, seguita da Firenze (14,3 euro/m²) e Roma (13,8 euro/m²), che scalzano Venezia (13,6 euro/m²) dal podio. All’opposto della graduatoria, Caltanissetta è il capoluogo italiano dove la locazione costa meno, con 4 euro, poco meno di Reggio Calabria (4,4 euro/m²) e Agrigento (4,5 euro/m²).

LOCAZIONI IN ITALIA: I SEMESTRE 2016 – TECNOCASA
Nel I semestre del 2016 i canoni di locazione delle grandi città sono in aumento: +0,7% per i monolocali e i bilocali e +0,8% per i trilocali. Su tutte le tipologie, per la prima volta, si registra un segnale positivo, attribuibile prevalentemente a una diminuzione dell’offerta immobiliare e a una migliore qualità della stessa. Anche in questo semestre tra coloro che alimentano la domanda di immobili in affitto si registrano numerosi casi di persone che non riescono ad accedere al mercato del credito, primi fra tutti i giovani, i monoreddito e gli immigrati; a questi si aggiungono poi gli studenti e i lavoratori fuori sede. L’analisi demografica di coloro che cercano casa in affitto ha evidenziato che il 38,6% ha un’età compresa tra 18 e 34 anni; il 30,9% ha un’età compresa fra 35 e 44 anni; il 61,3% è rappresentato da single. Relativamente alle motivazioni, si evince che il 61,1% di chi cerca in affitto lo fa per trovare l’abitazione principale; seguono coloro che si trasferiscono per lavoro (35%) e, infine, vi sono coloro che si trasferiscono per motivi di studio e che cercano casa vicino alla sede della facoltà frequentata (3,9%) ma, rispetto all’anno precedente, si nota una diminuzione della percentuale di quest’ultima motivazione. La spiegazione potrebbe essere la minor mobilità dovuta al fatto che gli studenti scelgono università più vicine al luogo di residenza. La domanda di abitazioni in affitto si concentra in particolare sui bilocali (40,5%) e, a seguire, il trilocale (35,6%). Quello che è cambiato sensibilmente col tempo è l’utilizzo del canone concordato che si è attestato intorno al 22,9%, trovando sempre più consensi tra proprietari e inquilini (in un anno è passato dal 18% al 22,9%). A Milano spetta il primato della città con la più alta percentuale di persone che cercano casa in affitto per motivi di lavoro (63,5%) e con la più alta percentuale di single (79,5%); Verona è invece la città dove si registra la più alta percentuale di contratti stipulati con il canone concordato. I potenziali locatari sono sempre più esigenti nella ricerca dell’immobile e si evidenzia una maggiore facilità di affitto per le soluzioni di qualità, dove per qualità si intende non solo lo stato dell’immobile ma anche la qualità dell’arredamento, la presenza di ambienti luminosi e di servizi in zona. Cresce anche l’interesse per gli immobili arredati o parzialmente arredati e la presenza del riscaldamento autonomo è apprezzata perché consente una riduzione dei costi condominiali. I proprietari stanno recependo queste esigenze e la qualità dell’offerta abitativa in locazione è pertanto in miglioramento.


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