N°172 - Panorama di Economia Immobiliare - Marzo 2017

SubTitle: COMPRAVENDITE E LOCAZIONI

1° OSSERVATORIO SUL MERCATO IMMOBILIARE 2017 – NOMISMA
Seppur in un quadro di maggiore oculatezza e rigore non vi è dubbio che la ripresa in atto presenti tratti di fragilità – è quanto si legge nel 1° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2017 di Nomisma. Per l’Istituto di ricerca bolognese la composizione della domanda rivela non solo il perdurante attendismo della componente di investimento ma anche l’esposizione del comparto alle scelte delle banche e, più in generale, alla concretizzazione delle aspettative di crescita del Paese. Le compravendite residenziali realizzate nel corso del 2016 sono state 528.865; per il 2017 Nomisma prevede che il numero totale sarà 565.391 mentre per il 2018 saranno 584.523 sino a giungere a 616.513 nel 2019. Invece, passando a considerare le variazioni annuali dei prezzi correnti degli immobili si nota come nel 2016 le 13 grandi città (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino e Venezia), abbiano fatto segnare flessioni dell’1,5% per le abitazioni usate, del 2,3% per gli uffici, dell’1,6% per i negozi e del 4% per i capannoni. Per quanto riguarda le 13 città intermedie (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona), si evidenzia un arretramento del 2% per le abitazioni usate, del 2,4% per gli uffici, dell’1,4% per i negozi e del 2,6% per i capannoni. È a causa del perdurante eccesso di offerta e della relativa fragilità economica della domanda che si deve la dicotomia di andamento tra attività transattiva ed evoluzione dei valori di mercato; infatti, all’impennata delle compravendite registrata lo scorso anno e protrattasi nei primi mesi di questo, seppur con accenti meno marcati, continua a far riscontro la flessione dei prezzi; in particolare, per le città intermedie un chiaro calo di intensità della spinta ribassista non si è ancora registrato. Passando a considerare il volume degli investimenti immobiliari corporate, il 2016 si è chiuso con la cifra record di 9,1 miliardi di euro (per il I trimestre 2017 la previsione è di un volume pari a 1,6 miliardi di euro), mentre il 2015 si era chiuso a 8 miliardi di euro. Il peso degli investimenti immobiliari in Italia sul totale degli investimenti in Europa è stato del 3,6% nel 2016 (2,9% nel 2015, 2,4% nel 2014); a spingere gli investimenti a livelli record hanno concorso sia l’interesse per il nostro Paese degli operatori stranieri sia la ritrovata vitalità degli investitori domestici, il cui contributo in termini di movimentazione del mercato ha raggiunto all’incirca il 40%. Sul fronte delle unità immobiliari per l’impresa (uffici, negozi, laboratori e capannoni), il 2016 ha rappresentato l’anno di inversione del trend con un aumento significativo dei contratti (+17%) con punte di +19% nei comuni periferici dei maggiori capoluoghi italiani e del 23% nei comuni minori delle città intermedie. Nel corso del 2016 le transazioni sono cresciute del 12,5% nel segmento direzionale, del 16,6% in quello commerciale e del 22,1% nel comparto industriale. Per le 13 grandi città le previsioni dei prezzi medi degli immobili a valori correnti sono – per il 2017 – in flessione dello 0,9% per le abitazioni, dell’1,5% per gli uffici e dello 0,9% per i negozi; per il 2018 le variazioni attese restano in territorio negativo con un -0,2% per le abitazioni, un -0,8% per gli uffici e un -0,1% per i negozi. A partire dal 2019 si dovrebbe tornare su oscillazioni positive pari a +0,4% per le abitazioni e +0,5% per i negozi, mentre per gli uffici è previsto un ulteriore arretramento dello 0,2%. Passando invece a considerare l’indice di performance immobiliare nei 13 mercati intermedi – a fine 2016 – si colloca in territorio negativo, pur inserito in un trend ascendente (più intenso per le abitazioni, più debole per i negozi); in ambito residenziale risulta pari a -0,11, su valori dunque prossimi alla posizione di equilibrio ciclico. Rispetto al 2015 Nomisma ha registrato un moderato miglioramento nelle velocità di assorbimento delle abitazioni in vendita, una lieve crescita della domanda e una contrazione dello sconto medio praticato. I mercati residenziali che stanno risalendo la china più velocemente sono Bergamo, Brescia, Livorno, Modena, Taranto e Trieste; invece, il settore commerciale presenta un indice pari a -0,32 con Bergamo, Brescia, Modena e Trieste che risultano le realtà più dinamiche.

RAPPORTO SUL MERCATO IMMOBILIARE – FIAIP, ENEA E I-COM
Secondo il Rapporto sul mercato immobiliare della Fiaip, presentato insieme a Enea e I-com prosegue la tenue ripresa del mercato immobiliare nel 2017 e le compravendite di abitazioni in Italia nel 2016 hanno segnato un’ulteriore crescita proseguendo il cammino della ripresa iniziato negli ultimi anni. Tuttavia, si è ancora lontani dal poter cantare vittoria: all’aumento del numero delle transazioni che proseguono non ha fatto seguito una crescita stabilizzata dei prezzi e permane invece il trend discendente in molte città metropolitane. In generale, il mercato indica rispetto all’anno precedente un andamento medio dei prezzi in diminuzione (-2,28%), per le abitazioni; è più marcata la diminuzione dei prezzi per i negozi (-6,7%) e per gli uffici (-5,96%). Per quanto riguarda il numero delle transazioni immobiliari si rileva un aumento del 16,44% per il residenziale, mentre sono ancora in territorio negativo i negozi (-1,4%) e gli uffici (-2,5%). Si riducono i tempi di vendita: i dati rilevati per il 2016 indicano una percentuale in diminuzione per il tempo medio di vendita per immobili ad uso abitativo che è scesa nel range tra 6 e 9 mesi per la maggior parte (32%) del campione intervistato; diminuisce, rispetto al 2015, il periodo intercorso tra l’incarico e la vendita di oltre 9 mesi (31%) e solo il 2% dei contratti viene concluso entro un mese. Da notare che aumenta per il 63% la domanda di abitazioni. Inoltre, il 56% delle compravendite avviene con il ricorso al sistema creditizio con un netto aumento di richieste ed erogazioni rispetto al 2015, poiché la domanda di mutui nel corso dell’anno è stata sostenuta grazie a tassi d’interesse molto convenienti, indici ai minimi storici e spread bancari contenuti. Dai risultati dell’indagine per l’anno 2016 si rileva che le unità residenziali maggiormente compravendute sono per il 41% trilocali (soggiorno/cottura, 2 camere e servizi) e per il 19% bilocali (miniappartamenti); solo il 5 % si riferisce a monolocali. L’ubicazione è prevalentemente in zone semicentrali e centrali e lo stato di conservazione che prevale è di alloggi usati ma in buono stato (45%), seguito dalle abitazioni da ristrutturare (20%). Infine, si rileva un aumento del ricorso degli extracomunitari al sistema creditizio (62%) e la diminuzione del pagamento con mezzi propri (38%). L’approfondimento effettuato nelle 9 realtà urbane evidenzia una crescita dei prezzi per le abitazioni in alcune città come Milano (+3%), Napoli (+2%) e Torino (+2,25%), mentre le diminuzioni si registrano a Roma (-1,18%), Bologna (-2,44%), Venezia (-3%), Genova (-3,5%), Firenze (-2,8%) e Palermo (-5%). Per quanto riguarda le locazioni, rispetto al 2015, si registra un aumento dei contratti di locazione (+15,6%), per le abitazioni, mentre i prezzi medi hanno subito una flessione più moderata (-0,8%), per il settore residenziale ma permane una forte diminuzione per il settore commerciale (-7,73%), per i capannoni e per gli uffici (-6,31%) e per i negozi (-7,16%). Inoltre, i rischi di deflazione sono in larga misura scomparsi e le prospettive di crescita per i Paesi dell’Eurozona sono in netto miglioramento. I tempi medi per affittare un immobile ad uso abitativo aumentano per il periodo da 3 a 6 mesi; sono in leggera diminuzione per il periodo oltre i 9 mesi, e da 1 a 3 mesi. Il mercato delle locazioni indica, per il comparto residenziale, un’offerta in aumento e il 64% ha rilevato un incremento del numero dei contratti. Per quanto riguarda le locazioni delle abitazioni, sono stabili i bilocali (miniappartamenti) al 37%, in diminuzione i trilocali al 36% con ubicazione in zone semicentrali al 35% o centrali al 36% e aumentano le richieste per alloggi in affitto in periferia mentre sono in diminuzione nelle zone di pregio. Per lo stato di conservazione degli alloggi affittati è richiesto il buono stato nella misura del 61% e l’alloggio ristrutturato nel 25%. L’approfondimento sulle città campione evidenzia un calo dei prezzi a Bologna (-0,63%), Genova (-3%), Firenze (-4%), Roma (-6%) e Palermo (-6,44%); viceversa, i prezzi delle locazioni sono in crescita a Torino (+2,25%), Napoli (+3,33%), Venezia e Milano (+5%). Per quanto riguarda il prossimo futuro si prevede un aumento delle compravendite nel I semestre 2017 con una lieve ripresa dei valori a fine anno ma per il 52% degli agenti immobiliari intervistati vi sarà ancora una diminuzione dei prezzi nel I semestre 2017, mentre si registra una tendenza di maggiore cautela per gli immobili commerciali e per gli uffici, dove metà del campione intervistato prevede una certa stabilità. Segnali positivi per il mercato vengono anche dalla contrazione dei tempi di vendita e dalla riduzione dello sconto medio praticato; infine, solo il 43% degli agenti immobiliari prevede un aumento del numero delle locazioni.

OVERVIEW RESIDENZIALE – GABETTI
Nel 2016 il mercato residenziale ha mostrato una significa crescita e gli elementi fondamentali sono stati: l’incremento del numero di transazioni, la riduzione del tempi medi di vendita e degli sconti medi, in un contesto di prezzi che hanno avuto solo lievi variazioni. I prezzi, secondo le rilevazioni operate presso le agenzie dei network Gabetti, Professionecasa e Grimaldi, nel 2016 hanno registrato una variazione del -1,5% nelle grandi città: nel dettaglio -1% nel I semestre e -5% nel II semestre. I tempi medi di vendita sono scesi a 5 mesi nelle grandi città, mentre gli sconti medi si sono attestati sul 12%. Guardando alle 8 maggiori città italiane, a livello di prezzi il II semestre del 2016 ha visto una variazione media intorno al -0,5% ma è opportuno fare delle distinzioni: Milano, Torino e Napoli (-0,2%), hanno avuto solo lievi variazioni; seguono Bologna e Roma (-0,3%) e Genova (-0,5%); Palermo (-1%) e Firenze (-1,5%), sono le città che hanno registrato le variazioni maggiori.

OSSERVATORIO SUL MERCATO DEGLI AFFITTI RESIDENZIALI – IMMOBILIARE.IT
Il mercato degli affitti riprende vivacità: crescono domanda (+2,1%) e offerta (+1,3%) con prezzi in aumento dell’1,2% in un anno. La regione più cara è il Lazio; tra le città, i prezzi più alti sono richiesti a Firenze e Milano a marzo 2017. Se il 2016 si è concluso come un anno positivo per le compravendite, lasciando intravedere segnali di ripresa, il mercato degli affitti gode di buona salute e si conferma più vivace: in un anno l’offerta di immobili in locazione è aumentata dell’1,3% e la domanda ha fatto meglio, crescendo del 2,1% e l’incremento più consistente delle richieste ha portato i prezzi a proseguire sulla strada della crescita, segnando un +1,2% negli ultimi dodici mesi. Le metropoli, insieme alle città in cui tradizionalmente il mercato degli affitti è sempre stato più vivace per la presenza di studenti universitari, stanno trainando l’intero settore; guardando, ad esempio, alle 10 città italiane più care, l’offerta di immobili in locazione sta aumentando in tutte, con un picco del +3,1% a Bologna, seguita da Bolzano (+2,8%) e Como (+2,6%), località che attraggono anche un’utenza straniera. Per la domanda, invece, Milano batte tutti, con un incremento annuale del 3,1%; al secondo e al terzo posto Bologna (+2,7%) e Roma (+2,6%). Inoltre, rispetto a febbraio 2016 i canoni di locazione hanno registrato un incremento dell’1,2%, seppur più contenuto rispetto allo scorso anno (+1,7%) ma l’andamento dei prezzi non è uniforme in tutta l’Italia e se in alcune regioni è più visibile un trend di stabilità, in altre si rilevano oscillazioni più forti: in Sicilia i canoni richiesti risultano in aumento del 3% rispetto allo scorso anno; segnano incrementi importanti anche le Marche (+2,8%), la Sardegna e il Veneto (+2,3%); al contrario, le contrazioni maggiori si evidenziano in Molise (-4,6%) e in Puglia (-3,9%); Umbria e Valle d’Aosta registrano valori prossimi allo zero, segno di un mercato vicino alla stabilità. La spesa mensile per affittare in Italia un bilocale da 65 metri quadrati è pari mediamente a 570 euro. Nella classifica delle regioni il Lazio, trascinato dal peso della Capitale, si riconferma quella più cara: per prendere in locazione un bilocale tipo qui si spendono in media 740 euro; a seguire si trova la Lombardia, in cui i prezzi sono aumentati dell’1,7% in un anno, portando il canone medio per un bilocale a 720 euro; terza la Toscana con costi medi pari a 680 euro; ultima in classifica il Molise, dove il costo medio di un bilocale è sceso a 330 euro al mese; segue la Calabria con 380 euro. Guardando alla classifica delle 10 città più care i nomi sono rimasti invariati, rispetto allo scorso anno, e qualche cambiamento si è rilevato solo nelle diverse posizioni occupate nella top ten: regina del podio, così come per i prezzi degli immobili in vendita, è Firenze dove si arrivano a spendere 600 euro per un monolocale e fino a 1.120 euro per un trilocale; segue a breve distanza Venezia, dove un’offerta più ridotta e la domanda in aumento portano i prezzi verso l’alto, con una spesa media per un bilocale pari a 590 euro per arrivare a 1.110 per un trilocale; a Milano si arrivano a spendere 540 euro al mese per un monolocale e fino a 1.010 euro per un trilocale: Roma occupa il quarto posto poichè si chiedono mediamente 520 euro per un monolocale e si spendono fino a 1.100 euro per un trilocale. Nella classifica delle prime 10 città più care si piazza, a seguire, Bolzano, dove i canoni di locazione si mantengono più alti di città ben più grandi; Como passa da ultima della top ten a sesta, quasi a pari merito con Bologna, dove però i canoni sono di poco più bassi; chiudono la classifica Napoli, Siena e Pisa.


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