N°182 - Panorama di Economia Immobiliare - Settembre 2017
SubTitle: MUTUI
A fine agosto 2017 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.762,1 miliardi di euro, è nettamente superiore, di quasi 54 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.708,4 miliardi di euro. Dai dati al 31 agosto 2017 emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua del +1,1%, proseguendo la positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere (per l’ottavo mese consecutivo il tasso di crescita annuo è superiore all’1%). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a luglio 2017, si conferma la ripresa del mercato dei mutui e l’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,5% rispetto a luglio 2016 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento). Sempre ad agosto 2017, i tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela si collocano su livelli molto bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,76%, nuovo minimo storico (2,78% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni permane su livelli particolarmente bassi e si attesta al 2,16%, (2,07% a luglio 2017, 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese risulta pari a 1,59%, era 1,55% il mese precedente (5,48% a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse), a luglio 2017 sono fortemente scese collocandosi a 65,8 miliardi di euro (toccando il valore più basso da marzo 2013); un valore in riduzione sia rispetto ai 71,2 miliardi del mese precedente sia rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi). In particolare, la riduzione è di 23 miliardi rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto a 3,82% a luglio 2017 (era 4,89% a fine 2016). Ad agosto 2017 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie), è pari in Italia a 0,95% (0,96% il mese precedente), ad effetto: del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), pari a 0,39% (0,39% anche a luglio 2017); del tasso sui PCT, che si colloca all’1% (0,99% a luglio); del rendimento delle obbligazioni, pari a 2,67% (2,67% anche a luglio). Infine, il margine (spread), fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi: ad agosto 2017 risulta pari a 181 punti base (182 punti base il mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (329 punti base a fine 2007) e, in media, nel 2016 tale differenziale è risultato pari a 1,98 punti percentuali (2,11 p.p. nel 2015).
AD AGOSTO ANDAMENTO CONTRASTANTE PER LE RICHIESTE DI CREDITO DA PARTE DELLE FAMIGLIE – CRIF
Nel mese di agosto il quadro relativo al numero di interrogazioni registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di Crif relativamente alle richieste di credito da parte degli italiani risulta contrastante: da un lato, si evidenzia una crescita dei prestiti personali e finalizzati, che rispettivamente hanno fatto registrare un +5,5% e un +5%; dall’altro, mutui e surroghe fanno registrare una ulteriore brusca frenata, con una flessione del -14,4% rispetto allo stesso mese del 2016. Prosegue il percorso di crescita degli importi medi richiesti, sia per i mutui (+2,3%), che per i prestiti personali (+4,9%) e finalizzati (+9,1%). Questo è quanto emerge dall’ultimo aggiornamento del Barometro in merito all’andamento delle domande di credito (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online), contribuite in Crif che raccoglie i dati relativi a oltre 85 milioni di posizioni creditizie. L’andamento delle richieste di nuovi mutui e surroghe, dopo un I trimestre dell’anno che aveva visto una sostanziale conferma dei volumi di richieste dell’anno precedente, nei mesi successivi ha fatto segnare cali importanti e anche agosto conferma questo trend con un eloquente -14,4% e la performance registrata nell’ultimo mese contribuisce a determinare una contrazione del -7,4% nell’aggregato dei primi 8 mesi dell’anno rispetto al medesimo periodo 2016. È evidente che dopo la forte crescita registrata negli anni passati, grazie soprattutto alla spinta delle surroghe, la restrizione del bacino dei potenziali mutuatari interessati alla rottamazione del vecchio mutuo si stia riflettendo sui volumi di richieste. In questo contesto va però segnalato che da oltre un anno prosegue la tendenza a richiedere importi sempre più elevati, con un valore medio che nel mese di agosto ha registrato una crescita del +2,3%, attestandosi su 126.650 euro. Al contempo, la preferenza degli italiani si indirizza sempre più verso piani di rimborso superiori ai 15 anni, che spiegano complessivamente il 70% delle richieste; nello specifico, la classe compresa tra i 15 e i 20 anni raccoglie da sola il 24,4% del totale.
INDAGINE SUI COSTI DEI MUTUI NEL MONDO – FACILE.IT E MUTUI.IT
I mutui in Italia costano meno che altrove e i tassi applicati dalle banche che operano nel nostro Paese sono, ad oggi, fra i più convenienti, con oscillazioni comprese fra l'1,03% e il 2,08% a seconda dell’istituto e del tipo di tasso scelto*. Facile.it e Mutui.it hanno voluto analizzare come lo stesso finanziamento per l’acquisto casa venga indicizzato in 14 nazioni diverse e, almeno per questa volta, le notizie per i mutuatari italiani sono più che positive. Per tutte le nazioni la simulazione è stata compiuta considerando un immobile di valore pari a 180.000 euro, una richiesta di mutuo di 120.000 euro e un piano di restituzione ventennale: in Italia questo finanziamento oggi è indicizzato con Taeg compresi fra 1,03% e 1,1% se a tasso variabile e fra 2,01% e 2,08% se a tasso fisso. Nel vecchio continente va meglio solo ai tedeschi e ai francesi (che per il tasso fisso si vedono applicare, rispettivamente Taeg all’1,70% e 1,87%) e, soprattutto, agli svizzeri, per cui al di là delle Alpi chi decide di comprare casa col mutuo dovrà considerare un tasso dell’1,65% se sceglierà il tasso fisso e appena dello 0,65% se opterà per il variabile. Se in Spagna i tassi non sono troppo lontani da quelli italiani (fra 1,85% e 2,1% se fisso; fra 0,8% e 1,2% se variabile), va decisamente peggio a chi la casa vuole comprarla nel Regno Unito o in Grecia: in UK le banche applicano al momento indici pari al 4,2% se a tasso fisso e al 3,3% se a tasso variabile; se si guarda ad Atene, invece, i tassi applicati per i mutui salgono ancora, arrivando al 3,62% nel caso del variabile e al 5,5% per il fisso. Per quanto riguarda i mutui al di fuori dell’Europa l’analisi ha verificato quali siano le condizioni applicate ai finanziamenti anche in molte altre parti del mondo: se a Singapore la situazione è tutto sommato positiva con tassi dell’1,45% per il mutuo fisso e dell’1,28% per il variabile, in quasi tutte le altre nazioni considerate le percentuali applicate sono alle soglie del proibitivo; negli Stati Uniti chi compra con un mutuo a tasso fisso ottiene un Taeg quasi doppio rispetto a quello italiano, con valori compresi fra 3,38% e 3,96%; anche in Australia la situazione non è troppo dissimile e le banche concedono finanziamenti con Taeg al 4,25% per il tasso fisso e fra 3,66% e 3,74% per quello variabile; spostandosi in Cina anche qui i tassi applicati sono doppi per i mutui indicizzati con tasso variabile (2% la media rilevata) e più che doppi per quelli con tasso fisso (4,9%); infine, in Russia chi sottoscrive un mutuo a tasso fisso ha un indice del 12,5%, comunque ancora poco se si considera che in Uganda il variabile arriva al 20% e in Nigeria il fisso addirittura al 23%.
PRESTITI PERSONALI: SI CHIEDONO IN MEDIA 9.700 EURO
Che il credito al consumo sia uno strumento sempre più diffuso è ormai assodato, ma quali sono le motivazioni che spingono le famiglie italiane a farne uso, quali gli importi richiesti e da chi? Ad analizzare il fenomeno ci ha pensato l’Osservatorio congiunto condotto da Prestiti.it e Facile.it che, attraverso l’analisi di oltre 70.000 domande di finanziamento, ha stabilito che nei primi 8 mesi dell’anno la richiesta media presentata a finanziarie e aziende del credito è stata di 9.747 euro da restituire in 59 rate (poco meno di cinque anni). Analizzando le richieste di prestito per le quali è stata specificata la finalità di utilizzo, emerge come il mondo casa (con il 39% del totale) rappresenti la prima ragione che spinge gli italiani a ricorrere al credito al consumo: dal 1 gennaio al 31 agosto erano finalizzati a sostenere i costi di ristrutturazione immobiliare ben il 29,2% dei prestiti richiesti, cui si sommano quelli legati all’acquisto di arredamento (7,1%) e quelli fatti per comprare immobili (2,8%). L’entità del prestito che si cerca di ottenere è strettamente legata alla finalità cui si intende destinare la somma: secondo i dati dell’Osservatorio le domande di finanziamento più alte sono connesse all’acquisto di un immobile (valore medio 25.319 euro); seguono i prestiti richiesti per mettere in garage un’auto nuova (15.369 euro) e quelli per la ristrutturazione della casa (15.176 euro). Informazioni interessanti emergono analizzando il profilo dei richiedenti: nel 72,1% dei casi a firmare la domanda è un uomo e se l’età media del richiedente è di poco inferiore ai 41 anni (40,7), la fascia di popolazione che fa più ricorso al credito al consumo è quella degli under 35 (37,4% la percentuale di domande legate a loro), seguita dalla fascia 36-45 anni (31,04%), mentre solo l’11,86% del campione ha più di 55 anni. Ancor più importante, per dare una lettura sociale del fenomeno, è la differenza che emerge analizzando gli importi richiesti tra le diverse fasce anagrafiche: gli under 35 chiedono in media 8.927 euro, dato coerente con la finalità principale indicata (acquisto dell’auto usata), mentre chi ha un’età compresa fra i 36 e i 55 anni richiede in media oltre 10.000 euro e la ragione primaria per cui ricorre al credito al consumo è la ristrutturazione della casa. Considerando nuovamente i dati su base nazionale, lo stipendio medio del richiedente prestito è di 1.523 euro; nel 68% dei casi chi chiede un prestito è un dipendente privato a tempo indeterminato, nell’11% un lavoratore autonomo e nel 6% un libero professionista. Infine, analizzando la provenienza geografica delle richieste, emerge come la Lombardia sia la regione italiana da cui proviene il maggior numero di richieste (19,22% del totale); seguono il Lazio (12,33%) e la Campania (9,13%). Diversa, invece, è la classifica regionale degli importi medi richiesti, con il Trentino Alto Adige al primo posto (10.504 euro), seguito dal Veneto (10.195 euro) e dalla Lombardia (10.061 euro). Per comprendere appieno queste differenze è importante considerare il reddito medio di chi presenta la domanda e, infatti, gli stipendi dichiarati dai richiedenti in queste tre regioni sono i più alti d’Italia.
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