N°183 - Panorama di Economia Immobiliare - Ottobre 2017
SubTitle: COMPRAVENDITE E LOCAZIONI
Nel I semestre 2017 sono state analizzate 401.432 compravendite di immobili: di queste 300.929 hanno riguardato i fabbricati (destinati ad abitazione e locali pertinenziali cioè box, cantine e posti auto). Più della metà degli acquisti di fabbricati, pari al 56,48% (163.155 transazioni), hanno previsto la richiesta di agevolazioni prima casa con una netta differenza però tra l’acquisto da privati e quello da imprese con una evidente crisi del settore degli acquisti di immobili nuovi o ristrutturati. Sotto il profilo della ripartizione territoriale permane una netta differenza tra il Nord e il Sud del Paese, perché è sempre il Nord a trainare il mercato immobiliare: al Nord è stato effettuato più del 56% dei trasferimenti immobiliari (in particolare al Nord-Ovest il 34,84%, al Nord-Est il 21,59%), mentre al Centro il 17,74%, al Sud 18,15% e nelle Isole il 7,67%. Un dato positivo lo fa registrare il Friuli-Venezia Giulia con un +10,72%, la Valle d’Aosta con un +6,37%, il Trentino-Alto Adige con un +4,40%; al Centro, in controtendenza con il resto delle regioni della zona, si pone l’Umbria con un +7,91%. Anche la Lombardia e il Veneto restano in ambito positivo, rispettivamente con un +2,60% e un +0,74% e la Lombardia si conferma la regione in cui vengono scambiati più immobili con 82.561 trasferimenti, pari a 824 trasferimenti ogni 100.000 abitanti. In relazione ai fabbricati abitativi si osserva che ben il 56,48% degli stessi è acquistato usufruendo dell’agevolazione prima casa: in particolare, il 49,5% è acquistato dai privati e solo il 6,9% dalle imprese. Ad acquistare la prima casa è maggiormente la fascia di età compresa tra i 18 e 35 anni, il 39,5% dei trasferimenti in crescita del 3% rispetto al 2016. Anche nel I semestre 2017 – come nel I semestre dell’anno precedente – il 55% delle operazioni di acquisto di fabbricati, il 97% degli acquisti di terreni agricoli e l’85% di quelli edificabili rientrano sotto il prezzo di 100.000 euro. Per quanto riguarda le donazioni, rispetto al 2016 si rileva un calo generalizzato degli atti, più netto nel campo immobiliare che in quello dei beni mobili; resta confermato che queste ultime si concentrano più al Nord: sostanzialmente sono stabili quelle aventi come oggetto denaro, azioni e quote, mentre per le donazioni di azienda l’elemento di novità è costituito da una minore percentuale di donazioni aventi per oggetto la nuda proprietà (12,89% contro il 15% del 2016). Quanto alle donazioni di immobili la tipologia più donata è il fabbricato e rimangono stabili le percentuali relative alle donazioni di piena (52,34% nel 2017 e 52,24% nel 2016) e nuda proprietà (17,55% nel 2017 e 17,29% nel 2016).
PREZZI DELLE ABITAZIONI – ISTAT
Nel II trimestre 2017, secondo le stime preliminari, l'indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab), aumenta dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e diminuisce dello 0,1% nei confronti dello stesso periodo del 2016 (era -0,2% nel trimestre precedente). La lieve flessione tendenziale dell'Ipab è dovuta esclusivamente ai prezzi delle abitazioni esistenti, la cui variazione torna a essere negativa (-0,3%, dopo essere risultata nulla nel trimestre precedente). I prezzi delle abitazioni nuove, invece, registrano una variazione positiva pari a +0,1%. Questa dinamica conferma la persistenza di una fase di sostanziale stabilità dei prezzi delle abitazioni, successiva al notevole calo registrato tra il 2012 e il 2016. Ciò avviene in presenza di una crescita del numero degli immobili residenziali compravenduti (+3,8% rispetto al II trimestre del 2016, in base ai dati dell'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate), ininterrotta dal II trimestre 2015 ma che si riduce di ampiezza per il IV trimestre consecutivo dopo il picco di +23,2% del I trimestre 2016. Su base congiunturale il rialzo dell'Ipab è dovuto all'aumento dei prezzi sia delle abitazioni nuove (+0,3%), sia delle abitazioni esistenti (+0,2%). In media, nel I semestre del 2017, rispetto allo stesso periodo del 2016, i prezzi delle abitazioni diminuiscono dello 0,2%, sintesi di un calo dello 0,3% per quelle nuove (il cui peso sull'indice generale è di poco più di un quinto) e dello 0,2% per quelle esistenti. Il tasso di variazione acquisito dell'Ipab per il 2017 risulta pari a -0,1%.
PREZZI IMMOBILIARE: II TRIMESTRE 2017 – EUROSTAT
Secondo gli ultimi dati diffusi dall'Eurostat, l’Italia è l'unico Paese dell'Ue dove, nel II trimestre del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016, i prezzi delle abitazioni hanno registrato un calo; infatti, i valori delle case nel nostro Paese sono scesi dello 0,2% mentre sono cresciuti del 3,8% nell'Eurozona e del 4,4% nell'Unione. I maggiori incrementi si sono realizzati nella Repubblica Ceca (13,3%), Irlanda (10,6%) e Lituania (10,2%). Se si analizzano i prezzi rispetto al trimestre precedente, in Italia si registra una lieve crescita (+0,2%), mentre la media europea registra un +1,5% e quella dell'Eurozona un +1,5%. Gli aumenti maggiori si registrano in Lituania (+6,1%), Slovacchia (+56%) e Romania (+4,9%), mentre i maggiori cali si sono verificati in Ungheria (-1,5%) e Belgio (-0,7%).
IL LOFT CONQUISTA I MILLENNIALS – CASA.IT
E’ stato analizzato il trend immobiliare dei loft nel tempo rilevando che, dopo una fase di flessione, il loft torna fra le soluzioni abitative più ricercate dai giovani. Sono i millennials i nuovi inquilini degli spazi industriali ristrutturati in chiave abitativa, ricavati da ex laboratori o locali commerciali e che hanno conosciuto il loro momento d’oro nei primi anni ’90, quando è iniziato anche il recupero di molte zone e spazi industriali delle grandi città come Milano, Roma e Torino poi, con la grande crisi immobiliare, il loft ha subito una battuta d’arresto in favore di soluzioni più piccole ed economiche. Oggi i loft sono tornati alla conquista del mercato, in special modo quello dei più giovani, i millennials, complice la ripresa del mercato delle costruzioni, la riqualifica di ex aree industriali e la trasformazione di spazi commerciali con tanto di vetrine su strada in abitazioni vere e proprie. Milano è la città più industrializzata d’Italia e dunque il luogo ideale in cui trovare locali industriali ristrutturati e adattati ad abitazione; i loft a Milano hanno prezzi che variano da un minimo di 3.100 euro al mq a un massimo di 8.000 euro a seconda della zona e delle caratteristiche dell’immobile e sono ricercatissime le soluzioni di grande design in zone di prestigio e con terrazzo o giardino; in tal caso i prezzi di queste soluzioni possono esser molto alti, arrivando anche a 9.000 euro al mq. Nella Capitale i prezzi oscillano dai 10.000 euro al mq per le soluzioni più lussuose ai 2.800 euro al mq per immobili meno prestigiosi e in zone periferiche. Torino offre a chi desidera acquistare un loft prezzi più contenuti che vanno dai 1.900 euro al mq per soluzioni in zone periferiche ai 4.600 euro al mq per i loft più belli nelle zone più trendy della città. Ma cosa cercano i millennials in un loft? La casa ideale di un millennials deve essere funzionale e preferibilmente di design, per questo il loft si presta perfettamente ad assecondare desiderata e bisogni dei più giovani, offrendo loro ambienti conviviali e intimi in grado di trasformarsi in perfetti luoghi di incontro tra amici o intimi locali per i momenti di relax.
CASE, PROSEGUE IL TREND NEGATIVO DEI PREZZI – IDEALISTA.IT
I prezzi delle case di seconda mano in Italia segnano un decremento dell’1,7% nel III trimestre 2017. Secondo questi dati si tratta della peggiore performance registrata quest’anno, in virtù della quale il valore degli immobili scende fino a una media di 1.818 euro al metro quadro e il trend negativo del mattone su base annua si attesta al 5,2%. Il trend negativo dei valori immobiliari investe tutte le regioni italiane a eccezione di Sardegna (-0,6%), Liguria (-0,4%) e Puglia (-0,2%). Tra le regioni che scontano i maggiori ribassi dopo i mesi estivi vi sono Molise (-3,6%) e Marche (-3%); vi sono poi cali superiori alla media nazionale per altre 5 regioni, dalla Lombardia (-2,3%), alla Campania (2%), mentre nel resto delle regioni si registrano cali di minore entità. La Liguria si conferma la macroarea con i prezzi più elevati, a una media di 2.622 euro al metro quadro, seguita dalla Valle d’Aosta (2.466 euro/m²) e Lazio (2.429 euro/m²); la regione più economica è la Calabria, con 930 euro al metro quadro, davanti a Molise (998 euro/m²) e Sicilia (1.164 euro/m²). Il 70% dei mercati provinciali chiudono il II trimestre in saldo negativo: i macro ambiti che hanno fatto registrare le variazioni più ampie sono Siena (-5,7%), Cremona (-5,6%) e Belluno (-4,6%); all’opposto gli aumenti sono guidati da Gorizia (6,3%), davanti a Crotone (4,6%) e Belluno (4,4%). Sul fronte dei prezzi di vendita Savona (3.337 euro/m²), è sempre la provincia più cara, davanti a Bolzano (3.170 euro/m²), mentre Biella chiude la graduatoria con soli 654 euro/m². I mercati cittadini sono ancora dominati dalle svalutazioni dopo i mesi estivi, con saldi negativi mediamente in 2 città su 3. L’usato segna il passo anche nei grandi mercati monitorati con i ribassi più sensibili a Napoli (-6%), Torino (-4,7%) e Genova (-1,8%); cali contenuti sotto la soglia dell’1% a Roma (-0,6%), Milano (0,2%) e Bologna (1,5%), che sono in costante recupero, mentre Bari (1%), inverte la tendenza. L’andamento dei prezzi nei centri minori è caratterizzato da oscillazioni più ampie rispetto ai grandi mercati come dimostrano le forti contrazioni di Trani (-8,1%) e Oristano (-5,1%), da un lato e i rimbalzi di Cuneo (7,3%), Crotone (5,3%) e Agrigento (5,3%) dall’altro. In generale, questi mercati sono caratterizzati ancora da un’elevata instabilità. Infine, Venezia (4.323 euro/m²), continua a dominare la graduatoria dei prezzi di vendita, precedendo Bolzano (3.427 euro/m²) e Milano ((3.399 euro/m²); nella parte bassa del ranking stazionano Gorizia 837 euro/m²), Caltanissetta (774 euro/m²) e Biella, la più economica, con 735 euro/m².
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