N°185 - Panorama di Economia Immobiliare - Novembre 2017
SubTitle: MUTUI
In settembre i prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, sono cresciuti dello 0,8% su base annua (1,1% in agosto). I prestiti alle famiglie sono cresciuti del 2,6% (2,7% nel mese precedente), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti dello 0,6% (erano calati dello 0,1% in agosto). I depositi del settore privato sono aumentati del 6,2% su base annua (4,8% in agosto); la raccolta obbligazionaria è diminuita del 14,0%. Le sofferenze sono diminuite del 6,1% su base annua (erano diminuite del 6,6% nel mese precedente). I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,42% (2,51 nel mese precedente); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,50%. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono risultati pari all’1,39% (1,59 in agosto); quelli sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari al 2,07%, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia allo 0,85%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono rimasti stabili allo 0,39%.
MERCATO IMMOBILIARE: MUTUI DI FONTE NOTARILE – ISTAT
Nel II trimestre 2017 le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulate con banche o soggetti diversi dalle banche (111.235), diminuiscono, rispetto al trimestre precedente, del 2% a livello nazionale. La flessione interessa soprattutto il Nord-Est (-3,7%) e le Isole (-2,6%); più contenuti i decrementi registrati nel Nord-Ovest (-1,9%) e nel Centro (-1,4%); stazionario il Sud. Su base tendenziale mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche crescono dell’1,3% a livello nazionale; in questo caso il ritmo di crescita rallenta a partire dal I trimestre 2016. L’aumento tendenziale riguarda il Nord-Ovest (+3,6%), il Sud (+2,5%) e il Centro (+0,7%); in flessione Nord-Est (-1,4%) e Isole (-0,6%). Per gli Archivi Notarili distrettuali con sede nelle città metropolitane la variazione è positiva (+3,6%), per quelli con sede nei piccoli centri si registra invece una lieve diminuzione (-0,4%). Il I semestre del 2017 si chiude con una variazione positiva del 5,5%, per un totale di 208.434 convenzioni (+10.612 unità rispetto al I semestre 2016). La crescita interessa tutte le ripartizioni geografiche con gli incrementi più alti nel Nord-Ovest (+7,4%) e al Sud (+5,8%).
MONTHLY OUTLOOK: NOVEMBRE 2017 – ABI
A fine ottobre 2017 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.764,7 miliardi di euro è nettamente superiore, di quasi 42,5 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.722,3 miliardi di euro. Dai dati al 31 ottobre 2017, emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua di +0,9%, proseguendo la positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere (il tasso di crescita annuo risulta su valori positivi da 21 mesi). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad. esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a settembre 2017, si conferma la ripresa del mercato dei mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +3,3% rispetto a settembre 2016 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento). A ottobre 2017, i tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela si collocano su livelli molto bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,74%, nuovo minimo storico (2,75% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Minimo storico, al 2,02%, anche del tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni (2,02% anche a settembre 2017, 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Minimo storico anche per il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese risulta pari a 1,35%, era 1,39% il mese precedente (5,48% a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a settembre 2017 si sono attestate a 65,8 miliardi di euro; un valore stabile rispetto ai 65,6 miliardi del mese precedente e in forte calo rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi). In particolare, la riduzione è di oltre 23 miliardi rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto a 3,82% a settembre 2017 (era 4,89% a fine 2016). Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, ad ottobre 2017 risulta pari a 183 punti base (181 punti base il mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (329 punti base a fine 2007). In media nel 2016 tale differenziale è risultato pari a 1,98 punti percentuali (2,11 p.p. nel 2015).
RAPPORTO SULLA STABILITÀ FINANZIARIA N.2/2017 – BANCA D’ITALIA
Il basso livello dei tassi di interesse e l’aumento del reddito disponibile rafforzano la solidità finanziaria delle famiglie. La capacità di rimborsare i debiti sarebbe indebolita soltanto da una forte caduta del reddito accompagnata da un rialzo sostenuto dei tassi di interesse. La ricchezza finanziaria lorda è lievemente aumentata nel I semestre del 2017 (di quasi l’1%), soprattutto per effetto della rivalutazione delle attività; in termini reali e pro capite rimane più bassa di circa il 12% rispetto a quella del 2007. I nuovi investimenti in attività finanziarie sono diminuiti e si sono concentrati in strumenti del risparmio gestito, principalmente quote di fondi comuni, la cui espansione è stata favorita dall’avvio dei piani individuali di risparmio a lungo termine. Sono proseguiti i forti disinvestimenti di obbligazioni bancarie. In rapporto al reddito disponibile, i debiti sono stabili su livelli molto contenuti nel confronto internazionale. Il rallentamento delle compravendite di abitazioni si è riflesso sulla domanda di mutui: nei primi nove mesi del 2017 le nuove erogazioni (29 miliardi), sono rimaste invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (erano aumentate del 25% nel 2016). I tassi di interesse sui mutui restano su livelli molto bassi e le famiglie si tutelano dal rischio di futuri aumenti contraendo prevalentemente prestiti a tasso fisso, saliti a circa due terzi delle erogazioni e al 35% delle consistenze (15% nel 2007). Le proiezioni del modello di microsimulazione della Banca d’Italia indicano che alla fine del 2018, in uno scenario di base coerente con le più recenti previsioni macroeconomiche, la quota di famiglie vulnerabili rimarrebbe stabile intorno al 2%, mentre l’incidenza del loro debito sul totale si ridurrebbe al 13,5%. Soltanto nell’eventualità di un rialzo sostenuto dei tassi di interesse e di una simultanea caduta del reddito la vulnerabilità delle famiglie crescerebbe in misura marcata, pur rimanendo inferiore ai valori registrati durante la crisi. Nel caso in cui il tasso di interesse fosse superiore di 100 punti rispetto allo scenario di base, la quota di debito detenuta dalle famiglie vulnerabili aumenterebbe solo lievemente, intorno al 14,5%. In uno scenario avverso, caratterizzato anche da una minore crescita del reddito, l’incidenza del debito di queste famiglie sul totale salirebbe al 15,2%, un valore simile a quello del 2016. Nel caso di variazioni particolarmente sfavorevoli del tasso di interesse e del reddito rispetto allo scenario di base la quota di debito a rischio raggiungerebbe circa il 17%, un valore paragonabile a quello del 2014. Le famiglie maggiormente esposte a shock negativi sono quelle il cui capofamiglia svolge un lavoro autonomo e quelle con un mutuo a tasso variabile o con durata residua superiore ai cinque anni o con un rapporto fra il debito e il valore dell’abitazione superiore al 50%.
BAROMETRO MUTUI: OTTOBRE 2017 – CRIF
Dall’analisi risulta che nel mese di ottobre è evidente l’incidenza del calo delle surroghe sull’andamento complessivo delle richieste di mutui (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online), che fanno registrare un’ulteriore flessione pari a -20,4% rispetto allo stesso mese del 2016. È doveroso precisare però che nel 2016, quando i mutui di sostituzione ancora vantavano un peso significativo sull’intero comparto, ottobre era stato un mese record. Decisamente più incoraggiante la dinamica dell’importo medio richiesto, che si conferma in crescita attestandosi a 125.449 euro. Per quanto riguarda il valore dei mutui richiesti, in ottobre si conferma il trend di moderato incremento, con l’importo medio che si attesta a 125.065 euro, in crescita del +1,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente e sostanzialmente in linea con i primi 9 mesi del 2017. Relativamente alla distribuzione per fasce di importo, nel periodo che va da gennaio a ottobre 2017 le richieste di mutuo hanno visto una preferenza per la classe compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,3% del totale. Rispetto ai dati rilevati nello stesso periodo del 2016, in generale si nota uno spostamento delle richieste sotto i 100.000 euro (-1 punti percentuali, pur mantenendo un’incidenza pari al 47,3% sul totale), verso quelle superiori ai 150.000 euro. Anche per quanto riguarda la distribuzione delle richieste in base alla durata le preferenze degli italiani sembrano confermate: nella classe compresa tra i 16 e i 20 anni si concentra, infatti, la quota maggiore di richieste, pari al 24,5% del totale (+0,4 punti percentuali rispetto al periodo gennaio-ottobre 2016), seguita dalla fascia tra i 26 e i 30 anni, con il 22,1%. In linea generale, rispetto allo scorso anno si osserva una sempre maggiore propensione verso piani di rimborso più lunghi (+2,9 punti percentuali per le classi di durata superiori ai 15 anni), mentre quelli inferiori ai 10 anni (di sovente associati a surroghe e sostituzioni), sono indicati solamente nell’11,4% delle richieste totali. In merito alla distribuzione di domande per fasce di età del richiedente, la classe compresa tra i 35 e i 44 anni rimane maggioritaria, con una quota pari al 35,1% del totale, seppur in calo di -0,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2016. Le altre classi rimangono pressoché stabili, con un leggero aumento (+0,4 punti percentuali), dell’incidenza di quella compresa tra i 45 e i 54 anni.
OSSERVATORIO MUTUI – FACILE.IT E MUTUI.IT
Prosegue il trend di crescita delle somme erogate dalle banche per i mutui; è questo il primo dato che emerge dall’Osservatorio congiunto secondo cui, ad agosto 2017, il valore medio concesso ai mutuatari è stato pari a 121.621 euro, in aumento del 7,5% rispetto a dodici mesi prima. A questo aumento – si legge nell’analisi condotta su oltre 25.000 richieste finanziamento – corrisponde una crescita dell’importo medio richiesto che, ad agosto 2017, ha raggiunto i 127.701 euro (+3,38%). Si riduce così il divario tra quanto gli aspiranti mutuatari cercano di ottenere e quanto viene effettivamente finanziato dalla banca. Sempre ad agosto 2017 il loan to value erogato (rapporto tra il valore dell’immobile da acquistare e l’importo concesso dalla banca), è stato di poco inferiore al 57%, in aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2016, mentre il loan to value richiesto (quanto sperano di ottenere i mutuatari in rapporto al costo dell’abitazione), è stato pari al 59,75%. Altro dato emerso dall’analisi è quello relativo alla durata media dei mutui erogati, che nel corso dei 12 mesi passa da 20 a 22 anni, mentre rimane praticamente invariata l’età dei richiedenti (da 41 anni a 40). Analizzando il tipo di tasso richiesto dagli aspiranti mutuatari che hanno presentato domanda ad agosto 2017, con il 70,42% del totale, il fisso si conferma come il preferito anche se, a ben guardare, si registra una lievissima diminuzione rispetto a quanto non accadeva dodici mesi prima (-0,36 punti percentuali). Scende al 22,21% la percentuale di coloro che chiedono un mutuo a tasso variabile (-4,42 punti percentuali nell’arco dei dodici mesi), mentre raddoppiano i richiedenti che optano per il tasso misto (che passa dal 2,35% al 4,71%) e aumentano significativamente quelli che intendono indicizzare il proprio finanziamento sfruttando il variabile con cap, che sale dallo 0,24% al 2,66%. Focalizzando l’analisi sui mutui prima casa, il trend di crescita si conferma, seppur in maniera leggermente più contenuta: l’importo medio richiesto ad agosto 2017 per acquistare l’abitazione principale è stato pari a 137.537 euro (+5,01% rispetto a 12 mesi prima), mentre la somma media erogata dagli istituti di credito ha raggiunto i 117.308 euro (+3,78%). Sostanzialmente stabili l’età del richiedente, ferma a 38 anni, e la durata del mutuo, che passa da 23 a 24 anni. Per avere una visione più ampia è stato analizzato anche l’andamento dei mutui nel trimestre giugno–agosto 2017, confrontando i risultati con i tre mesi precedenti (marzo-maggio 2017): i numeri mettono in luce una lieve diminuzione dell’importo medio richiesto (pari a 130.247 euro, -1,07% rispetto al trimestre precedente), mentre aumenta l’erogato (127.249 euro, +2,50%). Guardando alla scelta del tasso, nel trimestre giugno-agosto 2017 si registra una diminuzione sia di coloro che scelgono il fisso (sono il 71,11% dei richiedenti, -2,35 punti percentuali rispetto al trimestre precedente), sia di chi preferisce il variabile (23,12%, -0,57 punti percentuali); aumentano invece le richieste di tasso misto (3,95%, +1,40 punti percentuali) e variabile con cap (1,82%, +1,52 punti percentuali).
UN PRESTITO PER RISTRUTTURARE CASA: TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE – PRESTITIONLINE.IT
La casa è il bene che gli italiani considerano maggiormente redditizio come investimento, anche se le glorie del passato del mercato del mattone faticano a tornare, mentre cresce la consapevolezza nei potenziali acquirenti che i prezzi potrebbero in futuro continuare a scendere. Tuttavia gli esperti dicono che la discesa dei prezzi delle case, iniziata nel 2012, si è quasi arrestata, mentre la ripresa in atto nell’economia ha generato un recupero del reddito disponibile che ha migliorato la capacità di accesso al mercato immobiliare. A riprova che la casa per gli italiani è importante, basta guardare i dati dell’Osservatorio di PrestitiOnline.it e la leadership incontrastata della finalità ristrutturazione, sia per le richieste (23,5% sul totale del campione rilevato) che per le erogazioni (34,7% sul totale dei prestiti concessi in questo II semestre dell’anno).
MUTUI PRIMA CASA E TASSO FISSO AI PRIMI POSTI – MUTUIONLINE.IT
Secondo MutuiOnline.it nel IV trimestre dell’anno, continua la crescita dei mutui per l’acquisto della prima casa, infatti, con il 45,2% degli erogati registrati ad Ottobre si ha un incremento del 33% rispetto al I trimestre dell’anno. Tengono il passo tra gli erogati, i mutui di surroga (45,2%) anche se in calo rispetto al 59,5% dei primi tre mesi del 2017. A ottobre il tasso fisso si conferma la tipologia maggiormente erogata con il 77,7% registrata, anche se in lieve diminuzione rispetto al trimestre precedente che aveva raggiunto l’82,7%; il tasso variabile si attesta invece al 20,2%, in leggero aumento rispetto al trimestre precedente (15,3%). La maggioranza dei mutui erogati è a 20 anni (32,2%), ancora in graduale aumento dall’inizio dell’anno (30,7% erogati nel I trimestre; 31,1% nel III trimestre). In leggero aumento anche l’importo medio degli erogati pari a 123,774 euro. Il 36,6% dei mutui è stato erogato per una classe d’importo compresa tra i 50.001 e i 100.000 euro. Per quanto riguarda l’età del richiedente il 47% dei finanziamenti è stato erogato a coloro che hanno un’età compresa tra i 36 e i 45 anni con classe di reddito per il 36,9% tra 1500 e 2000 euro. Da un punto di vista geografico al primo posto c’è il Nord con il 45,9% dei mutui erogati seguito da Centro (37,6%) Sud (10%) e isole (6,5%). Infine, per quanto riguarda lo storico dei tassi per i mutui a 20 e 30 anni, il fisso si è attestato ad ottobre sul 2,17% (in leggero calo rispetto al 2,22% di settembre) e il variabile ha registrato una lieve flessione (0,94% rispetto allo 0,98% di settembre).
MUTUI: IL 5% DELLE RICHIESTE PER CASE IN ASTA – FACILE.IT E MUTUI.IT
A settembre 2017 circa il 5% delle richieste di mutuo presentate alle banche tramite il canale online era legato ad un immobile in asta. Questo il primo dato emerso dall’osservatorio congiunto di Facile.it e Mutui.it che ha convinto i due portali ad approfondire l’analisi su un segmento del mercato immobiliare che attira un numero sempre crescente di consumatori. L’asta immobiliare, (secondo dati recenti in Italia ci sono oltre 250.000 esecuzioni immobiliari per anno) si realizza con la vendita forzata di un immobile di proprietà del soggetto che, a causa di debiti non pagati, ne subisce l’espropriazione. Da un punto di vista economico può essere estremamente conveniente e si può diventare proprietari spendendo cifre molto inferiori a quelle di mercato. I numeri dell’analisi di Facile.it e Mutui.it lo confermano. Chi ha richiesto un finanziamento per acquistare un immobile in asta ha cercato di ottenere, in media, appena più di 88.900 euro equivalenti al 63% del valore dell’immobile stesso. Quasi una pratica su tre (30%) arriva dalla Lombardia che, nei preventivi, precede Lazio (15%) e Veneto(10%). Passando dai preventivi alle effettive richieste presentate alla banca la Lombardia è ancora prima fra le regioni (30%), ma ha alle spalle, questa volta l’Emilia Romagna (12%) e il Lazio (10%). Il mercato delle aste immobiliari sta diventando sempre più interessante anche per le banche, tanto è vero che ormai quasi tutti gli istituti hanno prodotti dedicati e alcuni applicano a questo genere di finanziamenti tassi uguali a quelli riservati ai mutui tradizionali. Ma quanto tempo occorre per arrivare al termine di una pratica di finanziamento di mutuo per casa in asta? Molto meno che per un acquisto tradizionale; 3 mesi se l’immobile è in asta, 4,5 nel secondo caso.
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