N°187 - Panorama di Economia Immobiliare - Gennaio 2018
SubTitle: MUTUI
A fine 2017 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.785,9 miliardi di euro, è superiore, di oltre 58 miliardi, all'ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.727,9 miliardi di euro. Dai dati al 31 dicembre 2017 emerge che i prestiti a famiglie e imprese sono in crescita su base annua di +2,3%, proseguendo la positiva dinamica complessiva del totale dei prestiti in essere (il tasso di crescita annuo risulta su valori positivi da 23 mesi). Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Sulla base degli ultimi dati ufficiali, relativi a novembre 2017, si conferma la crescita del mercato dei mutui: l’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +3,4% rispetto a novembre 2016 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento). A dicembre 2017 i tassi di interesse applicati sui prestiti alla clientela si collocano su livelli molto bassi: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,69%, nuovo minimo storico (2,73% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Minimo storico, all’1,90%, anche del tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni (1,97% a novembre 2017, 5,72% a fine 2007). Da notare che sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Minimo storico anche per il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese che risulta pari a 1,45%, era 1,49% il mese precedente (5,48% a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse), a novembre 2017 si sono attestate a 66,3 miliardi di euro, un valore stabile rispetto ai 65,9 miliardi del mese precedente e in forte calo rispetto al dato di dicembre 2016 (86,8 miliardi); in particolare, la riduzione è di oltre 22,5 miliardi rispetto al livello massimo delle sofferenze nette raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è ridotto a 3,74% a novembre 2017 (era 4,89% a fine 2016). Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi e a dicembre 2017 risulta pari a 180 punti base (182 il mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (329 punti base a fine 2007); in media, nel 2017 tale differenziale è risultato pari a 1,84 punti percentuali (1,98 p.p. nel 2016).
ALLE SOGLIE DELLE ELEZIONI ECCO A CONFRONTO I TASSI ITALIANI ED EUROPEI – FACILE.IT E MUTUI.IT
Il mercato dei mutui per l’acquisto della casa è arrivato alle soglie di un importante periodo che, con ottima probabilità, segnerà una svolta rilevante. Dopo mesi e mesi di tassi calmierati, anche e principalmente per effetto della politica economica della Bce, indipendentemente dalla riconferma o meno del Quantitative Easing voluto da Mario Draghi, gli Istituti di credito (così come i consumatori), stanno prendendo le loro contro misure. Rispetto alla stessa analisi svolta lo scorso settembre, in Italia si è ridotto in maniera importante sia il valore del tasso fisso sia di quello variabile: alla fine dell’estate le migliori offerte, per il fisso, si muovevano nel range compreso fra il 2,01% ed il 2,08%, mentre oggi chi decide di indicizzare in questa maniera il proprio mutuo ottiene senza troppe difficoltà fino all’1,85%. Discorso analogo per il tasso variabile che a settembre 2017 era generalmente compreso tra l’1,03% e l’1,10% e, a gennaio 2018, ha sul mercato offerte pari allo 0,94%. I Paesi dell’Eurozona stanno vivendo da tempo un periodo di relativa tranquillità tanto politica quanto monetaria e questo ha fatto in modo che i tassi di interesse siano rimasti bassi e l’esito delle urne italiane e le conseguenze del voto italiano su base europea saranno importanti per capire se questa pax economica potrà continuare tranquillamente o meno. Allargando l’orizzonte dell’analisi anche agli altri mercati europei si vede come le indicizzazioni del tasso fisso vadano dall’1,5% della Spagna al 4,68% della Grecia, mentre per il variabile nessuna nazione ha tassi migliori di quelli italiani e le offerte variano fra lo 0,95% francese e l’1,45% austriaco; uscendo dall’area euro, l’analisi ha considerato anche i valori di Regno Unito e Stati Uniti d’America: nel primo caso il tasso fisso è oggi offerto a 4,50% (era 4,20% a settembre 2017), mentre il variabile è passato, nello stesso periodo, dal 3,30% al 3,60%; negli USA le migliori offerte per il tasso fisso sono salite dal 3,38% al 3,67%; quelle per il variabile, invece, rimangono più favorevoli anche in questo caso e si attestano al 3,15%
PRESTITI: NUMERI E TREND DELL’ENNESIMA STAGIONE FORTUNATA – PRESTITIONLINE.IT
Tassi in discesa, importi più elevati e durate più lunghe: queste le evidenze emerse dall’Osservatorio di PrestitiOnline.it nel III trimestre dell’anno. Il dato è coerente con le rilevazioni di Bankitalia, che quantifica il trend positivo in un +2,8% dei prestiti alle famiglie nel mese di novembre e un +0,3% quelli alle società non finanziarie (che in ottobre avevano subito un calo dello 0,5%). Il 2017 si è chiuso con la migliore performance dell’anno: 10,23% per i prestiti personali (era 10,25% il trimestre precedente) e 9,40% per i prestiti finalizzati (prima 9,64%). Ancora migliore la prestazione dei tassi delle migliori offerte dei prestiti online, che si confermano i più bassi dal I trimestre del 2011, quando PrestitiOnline.it aveva rilevato un tasso di interesse medio del 5,88%: a titolo di esempio, un prestito per ristrutturare casa di 20.000 euro della durata di 5 anni richiesto da un 35enne che risiede a Milano ha come offerta migliore in rete un prestito personale con un Tan del 5,45%, un Taeg del 5,64% e una rata mensile da corrispondere di 382 euro. Che la casa sia un patrimonio prezioso per le famiglie italiane lo confermano i dati della finalità ristrutturazione, in pole position nella classifica dei prestiti richiesti ed erogati dell’ultimo trimestre del 2017: il 23,6% dei finanziamenti è stato domandato per ristrutturare casa, anche alla luce delle conferme arrivate dalla Legge di bilancio 2018 che ha rinnovato per il 2018 le detrazioni fiscali al 50% per i lavori sugli immobili di proprietà, mentre le banche hanno erogato il 34,8% dei finanziamenti con la stessa finalità. Al terzo posto delle concessioni c’è la finalità arredamento, con il 15,1% sul totale del campione ma il bonus mobili ed elettrodomestici potrebbe essere al suo ultimo anno, vista la manifesta volontà del Governo di eliminarlo e la smentita poi che si è resa necessaria dopo la richiesta a gran voce di prolungamento da parte delle Associazioni dei consumatori. Rimane sostanzialmente invariata la ripartizione delle durate richieste, con i 60 mesi che si confermano periodo maggiormente domandato (21,1% del campione rilevato) e il periodo di 72 mesi che guadagna il 2,5% della domanda, arrivando al 12,2%. Per le concessioni guadagnano le durate dai 60 agli 84 mesi, coprendo in totale quasi la metà dell’intero campione, il 45,8%. Per quanto concerne gli importi richiesti più elevati dal 2013, era da quell’anno che non si registravano ammontari così alti: 11.060 euro l’importo medio richiesto dalle famiglie italiane (era 10.959 il I semestre dell’anno 2017). In leggero calo invece l’importo erogato, 11.383 euro contro gli 11.495 euro della prima parte dell’anno appena concluso. Il 63,3% delle richieste di prestito è per somme entro i 10.000 euro, segno di cautela negli italiani che tornano a prendere confidenza con il mercato del credito ma lo fanno in maniera cauta, incontrando così la volontà delle banche che, in oltre la metà dei casi (50,7%), hanno elargito prestiti della stessa entità.
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