N°205 - Panorama di Economia Immobiliare - Febbraio 2019

SubTitle: MUTUI

BANCHE E MONETA: SERIE NAZIONALI – BANCA D’ITALIA
In dicembre i prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, sono cresciuti del 2% su base annua (2,3% in novembre). I prestiti alle famiglie sono cresciuti del 2,7% (come nel mese precedente), mentre quelli alle società non finanziarie sono cresciuti dell’1,3% (1,1% in novembre). I depositi del settore privato sono cresciuti del 2,6% su base annua (3,3% nel mese precedente); la raccolta obbligazionaria è diminuita del 12,5% (era diminuita del 17,2% nel mese precedente). Le sofferenze sono diminuite del 34% su base annua (-25,3% in novembre), per effetto di alcune operazioni di cartolarizzazione. I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,26% (2,27% in novembre); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo al 7,78%. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono risultati pari all’1,48% (1,5% in novembre); quelli sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari all’1,94%, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia all’1,15%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,36%.

BAROMETRO MUTUI – CRIF
Il 2019 si apre con il rallentamento delle richieste di nuovi mutui e surroghe (vere e proprie istruttorie formali, non semplici richieste di informazioni o preventivi online), da parte delle famiglie italiane, registrate sul Sistema di Crif, con un calo complessivo del -6,4% rispetto al mese di gennaio 2018. Il dato relativo al primo mese dell’anno dà continuità alla flessione complessivamente rilevata nel 2018 (-0,6%), ascrivibile primariamente al ridimensionamento dei mutui di sostituzione. A mitigare la performance negativa delle richieste si segnala la crescita dell’importo medio, che fa segnare un +1,9% per attestarsi a 128.124 euro. Relativamente alla distribuzione per fasce di importo, a gennaio le richieste di mutuo si sono concentrate prevalentemente nella classe compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,1% del totale. Da segnalare come la classe al di sotto dei 75.000 euro, dove tipicamente si concentrano i mutui di sostituzione, rappresenti una quota pari al 25,6% sul totale. Per quanto riguarda invece la distribuzione delle richieste di nuovi mutui e surroghe per classe di durata, anche nel mese di gennaio le preferenze delle famiglie italiane sembrano confermate rispetto alle precedenti rilevazioni: la classe compresa tra i 16 e i 20 anni si aggiudica la quota maggiore, pari al 24,7% del totale (seppur in calo di -0,5 punti percentuali rispetto al gennaio 2018), seguita dalla fascia tra i 26 e i 30 anni, con il 24,1%. Per quanto riguarda i dati relativi alla distribuzione delle richieste in relazione all’età del richiedente, la fascia compresa fra i 35 e i 44 anni rimane maggioritaria, con una quota pari al 34,1% del totale, seppur in leggero calo rispetto al dato del 2018; le altre classi rimangono pressoché stabili, con gli under 35 che arrivano a spiegare il 28,6% delle richieste.

BUSSOLA MUTUI: IV TRIMESTRE 2018 – CRIF E MUTUISUPERMARKET.IT
Continua il progressivo recupero del comparto delle compravendite immobiliari: nel III trimestre 2018 la crescita registrata è pari al +6,7%, in accelerazione rispetto al 5,6% e al 4,3% del II e del I trimestre 2018. Il miglioramento della situazione finanziaria delle famiglie, abbinato a condizioni di mercato ancora molto favorevoli – sia per quanto riguarda il prezzo al mq delle abitazioni sia per gli spread di offerta sui mutui – spingono la progressiva ripresa delle compravendite immobiliari, trainando di conseguenza le nuove erogazioni di mutui. Lo scenario sui prossimi mesi rimane a ogni modo incerto e il delinearsi con maggiore chiarezza di diverse variabili chiave di tipo economico e finanziario potrebbe indurre privati e famiglie a seguire un approccio più cauto e a posticipare decisioni relative a un investimento importante come quello sulla casa. Nel complesso continua a giocare a favore di una accelerazione delle nuove erogazioni di mutuo il livello particolarmente favorevole degli spread di offerta. Dopo una stabilizzazione ai minimi livelli storici durante i primi 9 mesi dell’anno, i migliori spread di offerta nel IV trimestre 2018 e a inizio 2019 crescono mediamente di uno 0,20%, sia per mutui a tasso variabile che fisso. Per una operazione di mutuo di 140.000 euro, durata 20 anni, valore immobile 220.000 euro, i migliori spread a gennaio 2019 per mutui a tasso variabile si posizionano allo 0,9% e per i mutui a tasso fisso si attestano attorno allo 0,2%. Con riferimento ai mutui a tasso fisso la riduzione degli indici IRS (-0,2% fra ottobre 2018 e gennaio 2019), ha continuato a sostenere la scelta dei consumatori verso il tasso fisso, che nel IV trimestre 2018 ha spiegato circa il 68% del totale preferenze: sicurezza e rischio zero per il cliente e per le banche sono una buona opportunità per fidelizzare i nuovi mutuatari sul lungo termine. Questa situazione di spread particolarmente appetibili tiene alto l’interesse di privati e famiglie nei confronti delle nuove operazioni di surroga che transitano in particolare sul canale Internet. Il peso delle richieste con questa finalità arriva a spiegare circa il 34% del totale delle richieste raccolte su Internet (canale che rappresenta una vera e propria cartina tornasole per questo segmento), leggermente in crescita rispetto a un’incidenza del 33% rilevata nel III trimestre 2018, seppure ancora ben al di sotto dei picchi degli anni precedenti. Sul fronte delle compravendite residenziali i dati dell’Agenzia delle Entrate confermano un comparto immobiliare in progressiva accelerazione, con un aumento trimestre su trimestre: +4,3% nel I trimestre 2018, +5,6% nel II e +6,7% nel III. La crescita del numero delle compravendite residenziali nei primi tre trimestri si porta quindi a un complessivo +5,6% rispetto ai primi tre trimestri 2017. Si consolida dunque l’espansione del mercato immobiliare, in atto da oltre quattro anni consecutivi, favorita anche da valori di mercato ancora molto attraenti. A questo riguardo, una indicazione particolarmente interessante arriva anche dall’andamento dei prezzi al mq degli immobili forniti in garanzia del mutuo, che nel IV trimestre 2018 segnano una lieve contrazione pari al -0,4%. In particolare, gli immobili nuovi registrano una dinamica positiva con un +2% delle loro quotazioni rispetto al IV trimestre 2017, mentre il prezzo/mq degli immobili usati mostra dinamiche meno positive segnando un -0,9%. A livello di anno, nel 2018 il prezzo/mq degli immobili diminuisce complessivamente del -1,4% rispetto al 2017. Più in particolare, il prezzo/mq degli immobili nuovi cresce nel 2018 del +3% rispetto al 2017, mentre il prezzo/mq degli immobili usati cala segnando un -1,5%. Analizzando il prezzo/mq degli immobili oggetto di garanzia sul periodo 2010/2018 emerge, dunque, una contrazione media dei prezzi pari al -23,2%. Sul fronte delle nuove erogazioni di mutui le dinamiche di ripresa del settore immobiliare spingono la ripartenza delle operazioni di finanziamento con finalità acquisto casa e, quindi, la crescita del mercato dei mutui nel suo complesso. Gli ultimi dati Banca d’Italia confermano la dinamica positiva di crescita del mercato dei mutui e registrano nel III trimestre 2018 un incremento dei nuovi flussi di mutui erogati pari al +10%, in accelerazione rispetto al +7,6% del II trimestre e -6,2% del I trimestre 2018. Analizzando invece l’andamento delle richieste di mutui e surroghe nel corso del 2018, si registra una leggera flessione rispetto all’anno precedente pari al -0,6%, ascrivibile al rallentamento dei mutui di sostituzione a fronte di una dinamica positiva delle richieste di nuovi mutui con finalità di acquisto.

MUTUI, RIENTRANO TASSI E SURROGHE. SI STIPULA ANCORA A BUONE CONDIZIONI – MUTUIONLINE
Torna la calma sul mercato dei mutui, che nei mesi scorsi avevano sofferto la congiuntura di fatti importanti: le tensioni sullo spread, la fine del programma di Quantitative easing e l’atteso aumento del costo del denaro da parte della Bce. Quello che emerge dalle rilevazioni dell’Osservatorio (dati al 31 gennaio), è un quadro con importanti novità su vari fronti. La prima riguarda i tassi fissati dalla Bce ai quali si agganciano i nostri tassi di interesse: l’Euribor, fermo a segnare -0,31% (tasso a 3 mesi) e -0,37% (tasso a 1 mese), e l’Eurirs, che registra il valore più basso dal 2016 (minimo storico 1,01%), 1,30% a gennaio il tasso a 20 anni, contro l’1,51% dell’ottobre scorso. Inoltre, dopo l’accelerazione di fine 2018, la richiesta di surroghe cala al 35,4%. Risale così al 53,8% la domanda di nuovi mutui (era il 42,5% un anno fa) e torna a stabilire un equilibrio importante per la ripresa del mercato. L’effetto non si è ancora riflesso sulle erogazioni, dove l’acquisto prima casa (45,8%), segna un perfetto equilibrio con il 45,9% delle surroghe. Interessante è anche un primo, seppur leggero, ridimensionamento del fenomeno tasso fisso, all’80,9% per la domanda (84,3% lo scorso trimestre) e all’88,2% per le erogazioni (89,3% a fine 2018). E’ presto per dire se possa rappresentare un inizio di rimonta per il tasso variabile, ma certamente influisce la prospettiva di allungamento dei tempi di possibili rialzi del costo del denaro. Altro dato rilevante è l’importo medio dei mutui erogati: 133.089 euro contro 126.879 euro del IV trimestre 2018; sostanzialmente stabile, invece, l’importo medio richiesto, ora a 131.397 euro rispetto ai 131.526 euro del trimestre precedente. Stabili i dati sulle classi di importo, dove prevale ancora la fascia 50.000-100.000 euro con il 36,1% delle richieste, mentre per le erogazioni è la classe oltre i 200.000 euro a registrare un rialzo importante: quasi 4 punti in più rispetto al trimestre precedente, il 13,3% del totale del campione rilevato. Le rilevazioni sui mutui di questa prima parte dell’anno riservano ancora altre novità: è questa volta il caso delle durate dei mutui che – rispetto all’ultimo trimestre 2018 – vedono crescere l’intervallo dei 30-40 anni di quasi 2 punti percentuali (25,5%). Stesso aumento si registra dal lato delle erogazioni, con la classe di durata più lunga che guadagna 2,2 punti percentuali e arriva a coprire il 19,1% dei mutui concessi. Infine, c’è un’evidenza importante sulla percentuale di valore finanziato dell’immobile: le banche hanno concesso in questi primi mesi del 2019 il 34,7% di finanziamenti con Loan-to-value compreso tra il 70 e l’80%, esattamente l’8% in più del trimestre precedente. Quanto costa oggi il mutuo più conveniente? A queste nuove condizioni l’allarme aumento mutui sembra essere rientrato e un nuovo finanziamento a tasso variabile a 20 anni alle migliori condizioni (quelle in cui si chiede entro il 50% del valore dell’immobile), vede una rata mensile di 444 euro al tasso dello 0,65% e Taeg (Tasso annuo effettivo globale, che comprende interessi ed eventuali spese accessorie), dello 0,69%. Il miglior fisso ha invece un Tan dell’1,10% e un Taeg dell’1,44%, con una rata di poco superiore, 464 euro (simulazione del 6 febbraio 2019 su un impiegato di 35 anni residente a Milano, che richiede 100.000 euro per il valore di un immobile di 200.000 euro)

AUMENTA LA DISPONIBILITÀ DI SPESA PER L'ACQUISTO DELLA CASA – TECNOCASA
Aumenta la disponibilità di spesa per l’acquisto della casa a gennaio 2019. E' quanto emerge da un'analisi che ha evidenziato come rispetto a sei mesi fa è aumentata la percentuale di chi destina un capitale più elevato all’acquisto della casa, anche in seguito alla ripresa dei prezzi che sta interessando alcune grandi città. La maggiore concentrazione della disponibilità di spesa si rileva ancora nella fascia più bassa, fino a 119 mila euro (27,5%). Segue con il 24,3% la fascia tra 120 e 169 mila euro e, infine, quella compresa tra 170 a 249 mila euro con il 21,6%. Rispetto alla media delle grandi città si discostano Roma e Milano, dove la maggioranza delle richieste riguarda immobili dal valore compreso tra 250 e 349 mila euro: 24,4% per Roma e 23% per Milano (inoltre, Milano, rispetto a sei mesi fa, compie un salto in questa fascia di spesa più elevata); Firenze con una maggiore concentrazione nella fascia compresa tra 170 e 249 mila euro (34,9%); Bologna, dove incide maggiormente la fascia di spesa tra 120 e 169 mila euro con il 33,3%. Nelle altre grandi città, Bari, Genova, Napoli, Palermo, Torino e Verona la disponibilità di spesa resta concentrata nella fascia di spesa inferiore a 120 mila euro.


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