N°208 - Panorama di Economia Immobiliare - Marzo 2019
SubTitle: MUTUI
Dai dati al 28 febbraio 2019 emerge che i prestiti a famiglie e imprese registrano una crescita su base annua pari all’1,1%. Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti non rilevati nei bilanci bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Sulla base degli ultimi dati relativi a gennaio 2019 si conferma la crescita del mercato dei mutui e l’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,5% su base annua. A febbraio 2019 i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento permangono su livelli bassi e registrano le seguenti dinamiche: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,91% (1,95% a gennaio 2019, 5,72% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,49% (1,47% il mese precedente; 5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,57% (2,58% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse), a gennaio 2019 si sono attestate a 33,4 miliardi di euro, in forte calo rispetto ai 59,4 miliardi di gennaio 2018 (-26 miliardi pari a -43,7%) e ai 77,5 miliardi di gennaio 2017 (-44 miliardi pari a -56,9%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 55 miliardi (pari a -62,4%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è attestato all’1,92% a gennaio 2019 (era 3,42% a gennaio 2018, 4,43% a gennaio 2017 e 4,89% a novembre 2015). A febbraio 2019 il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie), è pari in Italia allo 0,60%, (0,61% nel mese precedente), ad effetto: del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), pari allo 0,36% (0,36% anche a gennaio 2019); del tasso sui Pct, che si colloca a 1,71% (1,69% il mese precedente); del rendimento delle obbligazioni in essere, pari a 2,33% (2,40% a gennaio 2019. Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi: a febbraio 2019 risulta pari a 197 punti base (197 punti base anche nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
MUTUI: ULTIME OCCASIONI PER CHI CERCA L’AFFARE DELLA VITA – MUTUIONLINE
È ancora il momento di ricorrere a un mutuo con la consapevolezza che le straordinarie condizioni attuali molto difficilmente si ripresenteranno in futuro e a infondere una nuova sicurezza è la stessa Bce, rendendo note nel consiglio direttivo dello scorso 7 marzo le attese sui tassi di interesse, che si manterranno fermi almeno fino alla fine del 2019 e in ogni caso finché necessario per assicurare che l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori, ma prossimi al 2% nel medio termine. Chiusa l’era del Quantitative easing, il programma di acquisto di titoli pubblici che aveva contribuito a mantenere ai minimi storici i tassi dei mutui, l’annuncio da parte della Banca centrale europea è la necessità di avviare una nuova serie di operazioni finalizzate al rifinanziamento delle banche degli Stati membri, attraverso prestiti a tassi praticamente zero. Il board direttivo della Bce giustifica la Ltro, Long term refinancing operation, con la necessità di far fronte a un contesto di crescita definito più debole, che rallenta l'aggiustamento dell'inflazione verso i valori prefissati. Gli effetti sugli indicatori del costo dei mutui non hanno tardato ad arrivare, perché Eurirs ed Euribor hanno segnato valori ben oltre le attese: infatti, l’Euribor a 3 mesi è ancora fermo a -0,31% e l’Eurirs realizza l’ennesimo ribasso, questa volta sotto l’1% e al 22 marzo segna lo 0,98%, ciò che lascia intendere come molte banche potranno approfittarne per tradurre questa nuova riduzione in un vantaggio per il cliente. Il clima di maggiore serenità che accompagnerà con molta probabilità il corso dei prossimi 3 anni incoraggia la scelta del tasso variabile, che registra un aumento delle richieste dal 13,8% dello scorso anno al 16,9% attuale. Il fenomeno è più contenuto per le erogazioni (dal 9,4% al 10,1%), che non sono ancora arrivate ad assorbire il recente aumento della domanda. Tuttavia, i mutui a tasso fisso hanno ancora un peso importante nelle scelte delle famiglie italiane (80,8%) e in quelle delle banche (88,9%). Il mercato dei mutui è dunque sano e nel pieno della sua ondata di popolarità grazie a un inaspettato ritorno a costi molto bassi, variabile non di poco conto che vedremo avere conseguenze favorevoli nei prossimi numeri dell’Osservatorio. Solo a gennaio, si è rilevato +11% di nuove erogazioni di mutui rispetto all’anno precedente, +8% di surroghe e il 13,3% di domande per importi sopra i 200.000 euro.
Newsletter integrale:
![]() | N°208 - Panorama di Economia Immobiliare - Marzo 2019 |