N°213 - Panorama di Economia Immobiliare - Giugno 2019

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LA RICCHEZZA DELLE FAMIGLIE E DELLE SOCIETÀ NON FINANZIARIE ITALIANE – BANCA D’ITALIA, ISTAT
La Banca d'Italia e l'Istat hanno diffuso la prima pubblicazione congiunta, a frequenza annuale, sulla ricchezza delle famiglie e delle società non finanziarie italiane. Le stime sulla ricchezza utilizzano le consistenze delle attività e passività finanziarie pubblicate dalla Banca d'Italia e quelle delle attività non finanziarie diffuse dall'Istat. La pubblicazione consente una lettura integrata delle attività patrimoniali e della loro evoluzione nel tempo. È anche possibile il confronto con altre economie avanzate, sebbene la comparabilità internazionale sia ancora imperfetta. A fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 9.743 miliardi di euro, 8 volte il loro reddito disponibile. Le abitazioni hanno costituito la principale forma di investimento delle famiglie e, con un valore di 5.246 miliardi di euro, hanno rappresentato la metà della ricchezza lorda. Il totale delle passività delle famiglie è stato pari a 926 miliardi di euro, un ammontare inferiore, in rapporto al reddito, rispetto agli altri Paesi. Le attività finanziarie hanno raggiunto i 4.374 miliardi di euro, in crescita rispetto all'anno precedente; tuttavia, la loro incidenza sulla ricchezza netta è risultata inferiore a quella registrata in altre economie. La ricchezza netta delle società non finanziarie è stata pari a 1.053 miliardi di euro. Il totale delle attività del settore ammontava a 4.943 miliardi di euro, di cui il 63% costituito da attività non finanziarie. La componente finanziaria, in crescita dal 2013, nel 2017 è stata pari a 1.840 miliardi di euro. È diminuito, invece, il valore del patrimonio reale, rappresentato soprattutto da immobili non residenziali e impianti e macchinari. Il ricorso al finanziamento tramite titoli e prestiti è stato pari a 1.233 miliardi di euro, un ammontare contenuto nel confronto internazionale.

APPROFONDIMENTI SUGLI NPE E UTP: PASSI AVANTI, PASSI INDIETRO, INCOGNITE – OSSERVATORIO T.S.E.I.
Il report sui Tempi dei Tribunali Italiani 2018, presentato ufficialmente per il terzo anno consecutivo, ha rilevato due importanti elementi: la diminuzione del numero esecuzioni immobiliari iscritte in Italia nel 2018 e l’aumento della produttività dei Tribunali. Nel 2017 erano state iscritte 60.238 procedure che, a distanza di un anno, sono scese a 49.622 con un calo di 10.616 unità pari al 17,62%. E’ anche emerso che continuano a diminuire i tempi di definizione: lo scorso anno la media nazionale era stata di 5 anni e, invece, nel 2018 si è passati a 4,21 anni, recuperando 289 giorni circa sull’anno precedente. La produttività dei Tribunali continua a crescere e il numero dei procedimenti definiti è maggiore del 26% di quelli iscritti (lo scorso anno era stato dell’11%), con un saldo positivo di oltre 13.000 pratiche. Ben 115 Tribunali scendono sotto la media dello scorso anno. Per ciò che concerne le città si registra il cambio al vertice della classifica con Napoli Nord che sorpassa nuovamente Trieste e con Bolzano sul terzo gradino del podio. Preoccupa, però, la grande quantità di procedimenti pendenti, circa 240.000, di cui il 14% di anzianità superiore ai 10 anni e con alcune Regioni, soprattutto del Sud, che hanno accumulato un arretrato difficilmente smaltibile in tempi brevi.


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