N°214 - Panorama di Economia Immobiliare - Giugno 2019
SubTitle: MUTUI
Dai dati al 31 maggio 2019, emerge che i prestiti a famiglie e imprese registrano una crescita su base annua pari all’1%. Tale evidenza emerge dalle stime basate sui dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a famiglie e imprese (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni). Sulla base degli ultimi dati relativi ad aprile 2019, si conferma la crescita del mercato dei mutui. L’ammontare totale dei mutui in essere delle famiglie registra una variazione positiva di +2,5% su base annua. Sempre ad aprile 2019, a seguito della riduzione della domanda di finanziamenti – nonostante tassi di interesse che permangono su livelli storicamente bassi – per i prestiti alle imprese si registra una riduzione dello 0,6% su base annua. A maggio 2019 i tassi di interesse sulle nuove operazioni di finanziamento permangono su livelli particolarmente bassi, sui minimi storici, e registrano le seguenti dinamiche: il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è risultato pari a 1,84% (1,86% ad aprile 2019, 5,72% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è risultato pari a 1,46% (1,46% anche il mese precedente; 5,48% a fine 2007). Il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,58% (2,59% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007). Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse), ad aprile 2019 si sono attestate a 32,7 miliardi di euro, in forte calo rispetto ai 50,9 miliardi di aprile 2018 (-18 miliardi pari a -36%) e ai 77,4 miliardi di aprile 2017 (-44,8 miliardi pari a -58%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), la riduzione è di oltre 56 miliardi (pari a -63,3%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali si è attestato all’1,87% ad aprile 2019 (era 2,96% ad aprile 2018, 4,43% ad aprile 2017 e 4,89% a novembre 2015). Il margine (spread), fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi, a maggio 2019 risulta pari a 201 punti base (201 punti base anche nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).
ANDAMENTO MUTUI IMMOBILIARI NEL I TRIMESTRE 2019 – CRIF
Le erogazioni di prestiti per acquisto abitazioni alle famiglie consumatrici, dopo la chiusura positiva del 2018, si sono ridotte nel I trimestre 2019 e tale trend accomuna sia i mutui di acquisto sia quelli di surroga. Nel dettaglio, i mutui di acquisto ovvero la componente che esprime oltre i tre quarti delle erogazioni, nei primi tre mesi del 2019 hanno registrato una frenata del -2% dopo cinque anni di crescita sostenuta. I mutui di surroga, invece, tornano a contrarsi a ritmi sostenuti (-27,3% nel I trimestre 2019), essendo ormai esiguo il numero di contratti in corso per i quali l’operazione potrebbe risultare ancora conveniente. Anche per i mutui immobiliari, infine, è continuato il progressivo calo del tasso di default a 90 giorni, che a marzo 2019 si colloca all’1,3%, al di sotto del livello pre-crisi. Nel 2019 le erogazioni di mutui sono attese in aumento, mentre quelle delle surroghe e sostituzioni si ridurrà ancora; complessivamente, i ritmi di crescita delle erogazioni rallenteranno per tutto il periodo di previsione, pur rimanendo positivi. Relativamente alla rischiosità del credito alle famiglie, le prospettive di crescita economica, anche se moderata, favoriranno un ulteriore miglioramento della qualità del credito, anche grazie alla prosecuzione delle cessioni di NPL sul mercato. Inoltre, il livello dei tassi di interesse di mercato monetario, che rimarrà in territorio negativo ancora per tutto il 2020, contribuirà a contenere gli oneri sul debito a carico delle famiglie favorendo, quindi, la sostenibilità delle rate.
L’ANDAMENTO DELLE RICHIESTE DI MUTUI E SURROGHE A MAGGIO – CRIF
Differente il trend dei finanziamenti per la casa: se da un lato la dinamica delle richieste di nuovi mutui mostra una sostanziale tenuta, in parallelo alla ripresa delle compravendite immobiliari, l’andamento complessivo del comparto è pesantemente condizionato dal progressivo ridimensionamento di surroghe e sostituzioni. Al contempo, però, si segnala la crescita dell’importo medio dei mutui richiesti, che a maggio fa segnare un +2,4% rispetto al corrispondente mese dello scorso anno, per attestarsi su 128.307 euro; anche in questo caso il trend può essere ascritto alla diminuzione dell’incidenza delle surroghe, che per natura si caratterizzano per importi più contenuti. Invece, per quanto riguarda la distribuzione per classe di durata, nel mese di maggio le preferenze degli italiani vedono un ulteriore spostamento verso i piani di rimborso più lunghi, con la classe compresa tra i 26 e i 30 anni che arriva a spiegare il 25,3% del totale; complessivamente, le richieste con durata superiore ai 15 anni rappresentano quasi il 75% del totale.
RAPPORTO MUTUI: MAGGIO 2019 – MUTUIONLINE.IT
Le erogazioni di mutui per l’acquisto della prima casa – nei primi cinque mesi di quest’anno – hanno toccato il loro massimo degli ultimi cinque anni, a conferma del buon momento attraversato dal mercato immobiliare. È il dato più significativo che emerge dal recente rapporto MutuiOnline.it relativo al mese di maggio, che mette in luce un rinnovato interesse degli italiani per l’acquisto dell’abitazione dove andare a vivere. Tra gli altri aspetti spicca la prudenza che i risparmiatori mantengono nei confronti dei finanziamenti a tasso indicizzato e, comunque, la maggior fiducia che traspare dall’allungamento della durata dei mutui ipotecari. Nel dettaglio, quest’anno – a tutto maggio – le richieste di mutui ipotecari per l’acquisto della prima casa sono state pari al 54,5% del totale, in aumento dal 43,2% registrato nell’intero 2018: siamo ai massimi dal 2013. Contestualmente, le richieste di sostituzione e surroghe sono scese al 34,6% (dal 46,8% dello scorso anno), mentre sono salite quelle per la ristrutturazione e/o costruzione (al 3,3% dal 2,9%) e per l’acquisto della seconda casa (al 6,2% dal 5,3%). Nelle rilevazioni trimestrali è evidente un piccolo rallentamento delle richieste per i mutui prima casa nel bimestre aprile-maggio (al 53,2%), rispetto a quanto visto nel I trimestre (55,4%) ma è comunque poco significativo, visto che l’indicatore viaggia sempre sui massimi. Per quanto riguarda le erogazioni, nei primi cinque mesi dell’anno quelle relative all’acquisto della prima casa sono state pari al 53,4% del totale (46,1% nell’intero 2018) e quelle per le surroghe/sostituzione hanno rappresentato il 38,3% (46,1%). A conferma del buon momento registrato dalle compravendite immobiliari spicca il 59,2% del totale delle erogazioni registrate nel bimestre aprile-maggio: nuovo massimo assoluto che si confronta con il 51,3% registrato nel periodo gennaio-marzo e il 44,4% dell’ultimo scorcio del 2018. Per quanto riguarda le seconde case nel bimestre aprile-maggio le erogazioni per le surroghe/sostituzioni hanno rappresentato il 31,9% (40,7% nei primi tre mesi dell’anno) ed è da sottolineare, poiché viaggia sui massimi assoluti anch’essa, la quota di erogazioni che le banche hanno accordato a chi ha acquistato una seconda casa, salita al 6,4% dal 5,3% di gennaio-marzo. Forse potrebbe essere un segnale sul ritorno della fiducia tra i risparmiatori in termini più diffusi, tendendo conto che quest’ultima quota è in costante crescita dalla fine del 2018 ed è più che raddoppiata dalla fine del 2016. La statistica dei tassi di interesse è dominata come sempre dalle richieste di mutui a tasso fisso (81,3% nel 2019, contro l’82,1% dello scorso anno). Molto distante, seppure in salita, la quota di chi richiede il saggio indicizzato (al 16,5%, dal 15,9% del totale). Dalle rilevazioni trimestrali emerge, inoltre, un raffreddamento delle richieste degli italiani per i mutui a tasso variabile (al 15,8% dal 17% dei primi tre mesi). Per i mutui erogati la fotografia non cambia di molto: quest’anno il tasso fisso ha riguardato l’89% del totale (86,3% nel 2018), mentre la percentuale delle erogazioni a tasso variabile è scesa al 9,8% dall’11,9%, in sintonia con le rilevazioni trimestrali. Un altro segnale di fiducia verso la propria situazione economica e le prospettive più in generali è rappresentato dall’allungamento della durata dei mutui richiesti: quest’anno le domande per quelli a 30-40 anni sono state pari al 25,9% del totale (22% nel 2018) e quelle per i finanziamenti a 25 anni sono salite al 18% (dal 17,5%), mentre sono in calo tutte le altre fasce di durata, con quella principale (20 anni), assestatasi al 31,1% dal 33% ma comunque sempre sui massimi dal 2006. Per quanto riguarda l’importo medio richiesto, nelle rilevazioni annuali ha toccato il nuovo massimo da fine 2013 con 130.449 euro, mentre l’importo minimo erogato è stato di 127.406 euro, in aumento dai 124.778 del 2018. Per quanto concerne l’importo medio dei mutui, nelle rilevazioni trimestrali, a tutto maggio è stato toccato un nuovo tetto con 129.879 euro, in aumento dai 127.223 del I trimestre a marzo e dai 126.493 degli ultimi tre mesi dello scorso anno. Per quanto riguarda i tassi di interesse, è continuata la discesa del tasso fisso: all’1,72% a tutto maggio, dall’1,80% di aprile (1,9% a gennaio). Il tasso variabile continua invece a flirtare con quota 0,9%, seppur indicato in assestamento allo 0,88%.
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