N°215 - Panorama di Economia Immobiliare - Luglio 2019

SubTitle: MUTUI

BANCHE E MONETA – BANCA D’ITALIA
In maggio i prestiti al settore privato, corretti per tener conto delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, sono cresciuti dell’1% su base annua (0,8% in aprile). I prestiti alle famiglie sono cresciuti del 2,6% (come nel mese precedente), mentre quelli alle società non finanziarie sono diminuiti dello 0,2% (-0,6% nel mese precedente). I depositi del settore privato sono cresciuti del 3,5% su base annua (come nel mese precedente); la raccolta obbligazionaria è diminuita del 6,9% (-7,7% nel mese precedente). Le sofferenze sono diminuite del 37,5% su base annua (-37,6% in aprile), per effetto di alcune operazioni di cartolarizzazione. I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, comprensivi delle spese accessorie, sono stati pari al 2,26% (come in aprile); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,15%. I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono risultati pari all’1,43% (1,46% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo fino a 1 milione di euro sono stati pari al 2,02%, quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia allo 0,92%. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,38%.

BAROMETRO – CRIF
La prima metà dell’anno in corso ha messo in evidenza un andamento contrastate delle interrogazioni registrate sul Sistema di Informazioni Creditizie di Crif relativamente alle richieste di credito da parte degli italiani. Per quanto riguarda i prestiti (nell'aggregato di prestiti personali e prestiti finalizzati), si conferma una dinamica estremamente vivace, che si concretizza in una crescita del +8,1% rispetto al corrispondente periodo del 2018. In termini assoluti, si tratta del volume di richieste più elevato da quando Crif ha iniziato a rilevare sistematicamente l’andamento del comparto. Relativamente al comparto dei mutui e surroghe, invece, si rileva un calo complessivo pari a -9,4%. Dopo alcuni anni caratterizzati da una crescita sostenuta, il rallentamento delle richieste di nuovi mutui di acquisto si accompagna al costante ridimensionamento di surroghe e sostituzioni dovuto alla contrazione del bacino di mutuatari per i quali la rottamazione dei vecchi contratti potrebbe risultare ancora conveniente. Alla buona performance del comparto hanno contribuito entrambe le componenti, con le richieste di prestiti finalizzati che hanno visto l’incremento più consistente, pari a +9,8%, a fronte del +6,3% dei prestiti personali. Analizzando le interrogazioni relative alle richieste di nuovi mutui e surroghe, invece, si registra una costante contrazione a partire dalla fine dello scorso anno, che si concretizza con una flessione del -11,6% nel mese di giugno. Questo porta il comparto a un calo complessivo quasi a doppia cifra nel I semestre dell’anno; va però sottolineato come, nel periodo di osservazione, si confermi un andamento positivo per l’importo medio richiesto, che si è attestato a 129.383 euro (+2,6% rispetto al corrispondente semestre del 2018) e, anche in questo caso, la crescita del valore medio delle richieste è ascrivibile al minor peso delle surroghe, che per natura si caratterizzano per un importo più contenuto.

MUTUI: RICHIESTA IN AUMENTO DEL 4% NEL I SEMESTRE – FACILE.IT E MUTUI.IT
Aumenta l’importo medio richiesto dagli aspiranti mutuatari, cresce quello effettivamente erogato dagli istituti di credito e calano i tassi di interesse; sono queste alcune delle evidenze emerse dall’osservatorio congiunto che ha tracciato un bilancio sull’andamento del mercato dei mutui nel I semestre dell’anno analizzando un campione di oltre 60.000 richieste raccolte dai due portali tra l’1 gennaio e il 30 giugno 2019. Il primo segnale positivo è quello relativo agli importi: nei primi sei mesi del 2019 la richiesta media presentata agli istituti di credito è cresciuta del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2018, stabilizzandosi a 132.603 euro. In aumento, anche seppur in misura più contenuta, l’importo medio erogato dalle banche, pari a 128.681 euro, vale a dire l’1% in più rispetto al I semestre 2018. Stabile, invece, la durata media dei mutui richiesti: chi ha presentato domanda di finanziamento in questa prima parte del 2019 ha puntato a un piano di ammortamento in 22 anni. Dal punto di vista dell’offerta di nuovi mutui il I semestre dell’anno è stato caratterizzato da un calo dei tassi di interesse, soprattutto quelli fissi; determinante, da questo punto di vista, è stata la caduta dell’indice europeo IRS: prendendo in esame l’andamento di quello a 20 anni, da gennaio a giugno il suo valore sì è quasi dimezzato passando da 1.30 a 0.73 e toccando nei primi giorni di luglio il suo minimo storico, 0.64. Calo mitigato in parte dalle politiche delle banche che, al contrario, hanno ritoccato al rialzo i loro spread: se si guarda alle migliori proposte a tasso fisso, da gennaio a giugno gli spread bancari sono cresciuti, in media, in una forbice compresa tra i 10 e i 40 punti base; al netto delle politiche bancarie, i Taeg offerti alla clientela sulle nuove erogazioni a tasso fisso sono comunque diminuiti nel corso del I semestre: a giugno 2019, per un mutuo fisso da 124.000 euro da restituire in 25 anni, il Tasso Annuo Effettivo Globale è risultato più basso tra i 25 e i 55 punti base rispetto a gennaio, vale a dire un risparmio mensile compreso tra i 15 e i 30 euro. Anche sul fronte dell’offerta di nuovi mutui a tasso variabile il I semestre del 2019 è stato caratterizzato da un nuovo record storico per l’indice Euribor che è tornato a calare dopo 3 anni di stabilità: a giugno 2019 l’Euribor a 1 mese è sceso a -0.39. Sui mutui a tasso variabile la politica in termini di spread applicato dalle banche è stata meno uniforme e non tutte hanno ritoccato il valore e anzi, in alcuni casi, è stato ridotto, mentre per chi è intervenuto al rialzo, l’aumento è stato più morbido, compreso tra i 10 e i 20 punti base. Continua a crescere la percentuale di italiani che sceglie il tasso fisso: guardando alle richieste di mutuo presentate nel I semestre dell’anno, l’85% di chi ha fatto domanda di finanziamento ha puntato a ottenere una rata costante nel tempo ed erano il 75% nel I semestre del 2018; la percentuale è ancor più alta se si guarda ai mutui effettivamente erogati: in questo caso il 90% di coloro che hanno ottenuto il finanziamento nel I semestre ha optato per un tasso fisso, erano l’80% lo scorso anno. Guardando alle richieste di mutuo emerge che, nel I semestre, chi ha presentato domanda di mutuo aveva in media poco meno di 41 anni, valore in lieve calo rispetto al I semestre 2018, quando l’età media era pari a 41 anni e 4 mesi; determinante nella riduzione di questo parametro è stato l’aumento del peso percentuale degli aspiranti mutuatari under 30, passati dal 13,6% al 14,4%.

ADESSO ANCHE IL TASSO VARIABILE È UN AFFARE – MUTUIONLINE
Sono due le novità importanti che segnano il mercato dei mutui a chiusura della prima metà dell’anno: la prima riguarda il calo dei tassi di interesse che hanno toccato livelli senza precedenti ed è sceso anche l’Euribor, che da agosto 2016 giaceva immutato allo 0,37% (Euribor a 1 mese) e per la prima volta dopo 3 anni si è mosso per regalare un -0,39%; la seconda buona notizia è stata data qualche giorno fa dal presidente della Bce Mario Draghi in occasione dell’incontro delle Banche centrali in Portogallo: “ll programma di acquisto di asset ha ancora uno spazio considerevole. In assenza di un miglioramento, al punto che sia minacciato il ritorno di un'inflazione sostenibile ai livelli desiderati, sarà necessario un ulteriore stimolo”. Dunque, dopo quattro anni di Quantitative easing e 2.600 miliardi elargiti al sistema bancario, si preannunciano nuove misure espansive per supportare la nostra economia e quella di tutta Europa. Quindi, in una situazione di mercati alternativi poco redditizi, il mattone conferma la sua centralità anche per il futuro, mentre i mutui diventano strumenti strategici a disposizione delle banche per allocare liquidità in eccesso e fidelizzare i clienti. Le migliori offerte a tasso variabile sono di gran lunga inferiori al punto, mentre il fisso è sceso intorno al punto e mezzo per le durate lunghe, tra i 25 e i 30 anni. Inoltre, la differenza tra tasso fisso e tasso variabile è ai minimi storici e da una simulazione sul comparatore MutuiOnline.it su un mutuo di 150.000 euro a 20 anni richiesto a Milano da un quarantenne, il miglior Tasso Fisso a 1,15% (Irs 20°+0,55%), con Taeg all’1,31%, emerge che la rata mensile da corrispondere per i 20 anni di durata del mutuo è di 699,93 euro, mentre tenendo ferme le stesse condizioni ma con un Tasso Variabile 0,81% (Euribor 1M+1,20%) e Taeg 0,95% la rata mensile da corrispondere nei 20 anni sarebbe pari a 677,20 euro: dunque c’è una differenza mensile di soli 20 euro e la differenza con un tasso variabile è ai minimi di sempre.


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