N°215 - Panorama di Economia Immobiliare - Luglio 2019

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SENTIMENT DEL MERCATO IMMOBILIARE: I QUADRIMESTRE 2019 – SORGENTE GROUP, FEDERIMMOBILIARE E IL DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE E AZIENDALI DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA
Il panel, composto da operatori della finanza immobiliare, si suddivide tra chi ritiene che la situazione economica degli ultimi 12 mesi sia rimasta stabile (pari al 47,19% del campione), chi pensa che la situazione sia peggiorata (pari al 34,83%) e chi, invece, ha il sentiment che la situazione sia migliorata (pari al 12,36%), mentre sono trascurabili le quote di coloro che hanno percepito una situazione fortemente positiva o negativa. Con riferimento alla prospettiva futura (orizzonte temporale a 12 mesi), il sentiment delineato rispecchia quanto emerso nella risposta precedente. La situazione si prevede stabile da parte del 47,19% del campione, in peggioramento da parte del 42,70% e in miglioramento da parte del 10,11% del campione e sono nulle le quote di coloro che presagiscono una situazione fortemente positiva o negativa. Nella valutazione del I quadrimestre 2019, con specifico riferimento al settore immobiliare, il panel mostra segni di ottimismo; infatti, seppure in lieve calo rispetto alla precedente rilevazione, resta elevata la quota degli operatori che ritengono di essere in una fase di stabilità (si passa da un 60,34% a un 58,43%) e più di un terzo dei rispondenti ritiene che l’attività complessiva del settore immobiliare negli ultimi dodici mesi sia migliorata mentre sono nulle le quote dei rispondenti che prevedono forti miglioramenti o peggioramenti. Il sentiment riscontrato nel settore immobiliare per i futuri 12 mesi prospetta una stable situation, con una quota pari al 68,54% (in calo di 2 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione). Inoltre, il 22,47% degli operatori prevede una situazione in miglioramento, mentre solo l’8,99% degli intervistati presuppone per il settore immobiliare una situazione in peggioramento e oltre la metà degli intervistati indica un sentiment di stabilità (66% circa). Quasi un terzo dei rispondenti segnala, con riferimento agli ultimi 12 mesi, un aumento della propria attività e sono nulle e trascurabili le quote di coloro che segnalano un decremento della propria attività. Le aspettative sulle attività (aziendale o professionale), degli intervistati per i prossimi 12 mesi si dividono fra chi prevede una stabilità (49,43%) e chi presagisce un incremento (37,93%) mentre sono nulle le quote di coloro che prevedono forti diminuzioni o aumenti e lievi diminuzioni. Guardando alle previsioni fatte nelle varie rilevazioni si può affermare che il campione considerato tende a mantenere un orientamento costante verso una situazione stabile o in miglioramento. Le aspettative positive riferite alle singole attività si traducono nell’individuazione delle seguenti strategie di intervento: effettuare nuovi investimenti, aumentare la visibilità e sviluppare nuove linee di business. Con riferimento ai prossimi 12 mesi, gli intervistati prevedono che i prezzi degli immobili resteranno per lo più stabili, con quote che variano dal 35,63% del comparto industriale al 61,80% del comparto uffici. Vanno evidenziati segnali di una moderata riduzione dei prezzi, soprattutto per il comparto industriale (45,98%) e commerciale (37,08%) e indicazioni di una moderata crescita per il comparto alberghiero (34,12%). La prima rilevazione del 2019, nella percezione degli operatori, prevede per il futuro una situazione di stabilità del tempo medio di vendita per tutti i comparti mentre, come nel precedente quadrimestre, è significativa la quota di coloro che prevedono una moderata crescita per il comparto industriale (43,68%) e una moderata riduzione per il comparto alberghiero (14,94%) e residenziale (15,73%) e sono trascurabili le percentuali di coloro che prevedono forte crescita o forte riduzione. Anche in questo quadrimestre il comparto maggiormente richiesto appare nel complesso quello alberghiero, per il quale si prevede uno scostamento tra prezzo richiesto e prezzo di realizzo basso (42,17%), molto basso (12,05%) o nullo (20,48%). I comparti maggiormente interessanti, che permettono all’investitore un risparmio dovuto al maggior sconto applicato sul prezzo di vendita, secondo il panel degli intervistati, risultano quello commerciale e quello industriale; anche nelle rilevazioni precedenti per questi due comparti si prevedeva un forte gap tra il prezzo di realizzo e quello di vendita: ciò significa che la situazione è rimasta pressoché invariata nel tempo.

ENERGIA: CON ECOBONUS 3,3 MILIARDI DI INVESTIMENTI NEL 2018, 39 MILIARDI DAL 2007 – ENEA
Oltre 39 miliardi di investimenti per interventi di riqualificazione energetica, di cui 3,3 miliardi solo nel 2018, con un risparmio cumulato di circa 100 milioni di Megawattora (MWh): è questo in estrema sintesi il bilancio al 2018 di 12 anni di ecobonus, il meccanismo per incentivare l’efficienza energetica negli usi finali introdotto nel 2007. Il dato emerge dall’8° Rapporto annuale sull’efficienza energetica dell’Enea presentato insieme al Rapporto annuale sulle detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti di energia rinnovabili negli edifici esistenti. Nel solo 2018 l’ecobonus ha consentito un risparmio complessivo di 16 milioni di MWh, pari al consumo medio annuo di energia elettrica e termica delle famiglie di una città di 2,5 milioni di abitanti. Risultati molto positivi si riscontrano anche per altre tipologie di incentivi: sempre nel 2018, il conto termico destinato principalmente a iniziative per l’efficienza e per le rinnovabili nella PA ha registrato un balzo in avanti del 115% con 93 mila richieste totali e un incremento del 90% delle incentivazioni ottenute a 190 milioni di euro; il Programma di Riqualificazione Energetica della PA Centrale Prepac ha raccolto 100 proposte progettuali per oltre 177 milioni di euro e i cosiddetti certificati bianchi per incentivare l’efficienza nelle imprese hanno comportato minori importazioni di energia elettrica e gas naturale per 14 milioni di MWh, con un risparmio di 400 milioni di euro sulla fattura energetica nazionale. Nel 2018 i tre quarti delle domande di ecobonus per interventi nelle parti comuni dei condomìni hanno riguardato la riqualificazione energetica dell’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda (detrazione del 70%) e circa un quarto il miglioramento delle prestazioni energetiche invernali ed estive (detrazione del 75%). Inoltre, sono stati avviati i primi interventi per accrescere la sicurezza sismica che prevedono detrazioni dell’80% o dell’85% a seconda della riduzione della classe di rischio e, al 2018, l’obiettivo è stato centrato al 67%: a livello settoriale, il residenziale ha già superato il target indicato, l’industria è oltre la metà del percorso (54%), mentre devono recuperare terreno i trasporti (41,6%) e il terziario, PA compresa (25,6%). Dai dati sull’ecobonus 2018 emerge che lo scorso anno le famiglie italiane hanno effettuato oltre 300mila interventi di efficienza energetica, prevalentemente per sostituire i serramenti (1,2 miliardi di spesa), per coibentare solai e pareti (circa 1 miliardo) e per installare caldaie a condensazione e pompe di calore per il riscaldamento invernale (circa 800 milioni). Circa il 77% degli investimenti (2,56 miliardi di euro su oltre 3,3), riguarda edifici costruiti prima degli anni ’80; in particolare, circa il 35% delle risorse (oltre 1,1 miliardi di euro), è stato destinato all’edilizia anni ’60; il 36% degli investimenti (oltre 1,2 miliardi di euro), ha riguardato una costruzione isolata (ad esempio, una villetta mono o plurifamiliare), mentre più del 50% delle risorse (pari a oltre 1,7 miliardi di euro) ha interessato interventi su edifici in linea e condomìni con più di tre piani fuori terra. Sempre nel 2018, primo anno di monitoraggio del bonus casa (detrazione al 50%), sono stati effettuati 500 mila interventi con un risparmio complessivo di 700 mila MWh.


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