N°23 - Report CSEI-Tecnoborsa Aprile 2013
Negli ultimi sei anni le famiglie italiane sono aumentate mediamente di circa 328.000 unità l’anno, con un incremento medio annuo pari all’1,3% ma, a fronte di questo forte aumento, si è invece assistito a una progressiva riduzione della produzione di nuove abitazioni. Guardando alle compravendite in generale, in un quadro a tinte fosche per la maggior parte delle città italiane per cui 35 su 50 sono in terreno negativo, molte hanno registrato un'accelerazione dei prezzi a ribasso durante i primi tre mesi del 2013 ma si intravedono dei timidi spiragli di luce a partire dai grandi mercati del Nord, dove i prezzi registrano una sostanziale tenuta rispetto agli ultimi ribassi dei trimestri scorsi. Invece, quanto alla cedolare secca ci sono stati picchi di preferenza a Roma e Firenze (rispettivamente con l'85% e l'83% delle preferenze), mentre a Bologna, dove il canone concordato rende ancora sufficientemente conveniente il regime Irpef, la cedolare viene scelta da meno proprietari. Venendo ai mutui, si è leggermente attenuato l'irrigidimento delle condizioni di offerta dei prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni, che continua a risentire delle sfavorevoli prospettive del mercato immobiliare e, secondo l’Abi, a marzo 2013 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia è nettamente superiore all'ammontare complessivo della raccolta da clientela. Peraltro, la propensione a richiedere nuovi mutui da parte degli italiani è stata sicuramente influenzata anche dal fatto che sostituzioni e surroghe hanno di fatto cessato di essere significativamente praticate, mentre negli anni scorsi avevano sostenuto il mercato dando la possibilità alle famiglie di rivedere e rinegoziare i piani di investimento e le condizioni del proprio prestito. Si registra anche un allargamento del cluster di richiedenti che presenta redditi superiori ai 1.500 euro netti mensili (e inferiori ai 2.000 euro), che passa dal 24% del I trimestre 2012 al 30% del I trimestre 2013. Gli importi più elevati vengono erogati innanzitutto ai dirigenti (con 140.000 euro), seguiti dai liberi professionisti (131.000 euro) e gli insegnanti (129.000 euro). Operai e pensionati si trovano, di contro, in fondo alla classifica. | ||