N°25 - Report CSEI-Tecnoborsa Luglio 2013
Per la prima volta da quando è iniziata, la flessione su base annua dei prezzi delle abitazioni è il risultato della diminuzione sia dei prezzi delle abitazioni esistenti sia di quelle di nuova costruzione. La sensazione è chiara: i valori immobiliari devono ulteriormente calare (considerando il dimezzamento delle compravendite realizzatosi negli ultimi sei anni), e occorre aggiungere un’ulteriore revisione al ribasso delle aspettative sul fronte delle quantità scambiate. Un segnale di miglioramento delle aspettative si coglie a riguardo dei canoni di locazione, ma questo non mitiga l’attesa degli operatori rispetto a un nuovo calo dei valori. Un ulteriore dato che deve far riflettere: nel 2012 la quota di immobili a destinazione turistica e mista era il 28% degli investimenti, nella prima parte del 2013 l’incidenza è solo del 2%. Secondo le stime di Eurostat, nel I trimestre del 2013 i prezzi delle case nell'Eurozona sono scesi del 2,2%, mentre nell'Ue a 27 sono scesi dell'1,4%, rispetto al I trimestre del 2012 e il dato italiano mostra una flessione superiore alla media. Tuttavia, molti pensano che questo sia un momento favorevole per acquistare un immobile, sia perché i prezzi sono bassi, sia perché considerano l’investimento immobiliare il modo più sicuro di preservare i propri risparmi. In base ai dati pubblicati dall’Abi, a giugno 2013 l'ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia - pari a 1.893 miliardi di euro - è sempre nettamente superiore all'ammontare complessivo della raccolta da clientela - pari a 1.735,4 miliardi di euro. Ormai la dinamica di forte contrazione nella domanda di mutui perdura ininterrottamente da molti mesi - gli ultimi dati positivi risalgono addirittura alla fine del 2010 - e il dato registrato nel I semestre dell’anno in corso risulta essere in assoluto il peggiore da almeno dieci anni a questa parte. Del resto, il tasso di default relativo ai portafogli mutui a privati e famiglie si conferma in costante aumento e, a fine marzo, è arrivato ad attestarsi sul 2%, confermando in modo inequivocabile le difficoltà da parte di una crescente fascia di popolazione a ripagare regolarmente gli impegni assunti, malgrado i numerosi interventi a sostegno delle famiglie varati in questi ultimi anni. | ||