N°26 - Report CSEI-Tecnoborsa Settembre 2013
Decelera il trend negativo del mercato immobiliare italiano nel II trimestre dell’anno e, con una flessione degli scambi del 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2012, il volume delle compravendite immobiliari si attesta a quota 242.817. Per quel che concerne l’offerta, la crescita iniziata a ottobre 2012 è proseguita senza sosta e, nel I semestre del 2013, l’indice dell’offerta in vendita è cresciuto del 5%. Tuttavia, la disponibilità sul mercato di immobili in vendita resta di molto superiore a quella di immobili in locazione, data la scarsa propensione degli Italiani ad affittare le proprietà: evidentemente, la tradizionale diffidenza degli italiani a locare sta lasciando spazio a un maggior bisogno di mettere a reddito gli immobili, bisogno che si unisce a un accresciuto timore per quel che riguarda le tasse da pagare sugli immobili sfitti. Si sono mossi coloro che hanno un capitale da destinare interamente all’acquisto dell’abitazione o che hanno fatto ricorso a finanziamenti contenuti, dal momento che la concessione del credito resta ancora selettiva e attenta, creando ancora una volta una barriera all’acquisto immobiliare; la disponibilità di spesa è comunque in diminuzione. Nel primo semestre 2013, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il costo degli affitti nelle città metropolitane si è ridotto mediamente dell’1,6%, con Bari e Bologna che registrano il calo maggiore (-6,9% e -6%) e Roma e Torino che contengono la flessione sotto il 2%.500 milioni di euro è la perdita di gettito per l’erario causata dalla cedolare secca nell’ultima annualità, senza risultati di emersione del nero e riduzione dei canoni. Per quanto riguarda il valore delle consistenze dei mutui, in Italia si registra un calo dello stock che passa dai 317.595 mln di euro del I trimestre del 2011 ai 297.401 mln di euro del I trimestre del 2013, con un calo nell’ordine del -6,4%. Durante questi primi mesi del 2013 il mercato dei mutui alla famiglia ha privilegiato l’accesso al credito a mutuatari di età media. La surroga o portabilità, a questi livelli di spread, non è più economicamente conveniente per il cliente e viene anche considerata più rischiosa dagli istituti di credito, per questi motivi viene meno praticata rispetto al recente passato. A livello europeo, mentre nel 2012 tutti i Paesi avevano segnato un calo del fatturato - fatta eccezione per la Germania - il 2013 termina con una situazione più differenziata: prosegue il calo della Spagna, anche se in modo meno accentuato rispetto agli anni precedenti; una lieve flessione anche in Francia, in considerazione dell’andamento negativo dell’ultimo semestre; gli altri Paesi dovrebbero chiudere l’anno con il segno positivo, guidati dall’andamento brillante della Germania. | ||