N°48 - Report CSEI-Tecnoborsa Settembre/Ottobre 2016
Dall’Indagine 2016 è emersa una crescita decisamente significativa dell’utilizzo dell’agenzia immobiliare da parte di chi ha effettuato una transazione nel biennio 2014-2015; infatti, più del 60% di coloro che hanno acquistato e/o venduto vi hanno fatto ricorso e, in entrambi i casi, si è raggiunto il massimo storico da quando Tecnoborsa ha iniziato a monitorare il fenomeno, cioè dall’Indagine 2004. Il ricorso è sempre maggiore da parte di chi ha venduto anche se il gap si è notevolmente ridotto, fino ad arrivare a uno scarto di soli 2,3 punti percentuali. Tra chi non vi ha fatto ricorso, indipendentemente dal tipo di transazione effettuata, è sempre predominante la motivazione del costo troppo elevato ma c’è da notare che le quote di chi le indica sono nettamente in calo rispetto al passato; viceversa, sono aumentati significativamente coloro che lamentano un’insoddisfazione verso i servizi offerti da parte delle agenzie. Nel II trimestre del 2016 i dati relativi al mercato immobiliare italiano mostrano un consolidamento della forte dinamica espansiva già espressa nel I trimestre, con un +21,8% che migliora il già consistente +17,3% della rilevazione precedente. Si tratta di un dato in qualche misura in controtendenza, soprattutto per la sua intensità e per l’accelerazione che imprime alla dinamica tendenziale, rispetto alle informazioni sull’andamento complessivo dell’economia italiana e degli indici di fiducia di imprese e famiglie. I fattori alla base di questo nuovo dato positivo, relativamente alle quantità scambiate nel mercato immobiliare italiano, sono da ricondursi soprattutto al permanere di tassi di interessi sui mutui particolarmente bassi e alla discesa dei prezzi nominali intervenuta negli ultimi trimestri, come registrato dall’Istat. Da notare che cresce l’interesse per le stanze singole in affitto in Italia: le ricerche da parte degli utenti hanno avuto un incremento del 48%. Invece, dall’indagine sugli italiani e il risparmio emerge chiaramente la distanza tra dati di fatto positivi e la ripresa di timori per le prospettive future. Da una parte ci sono elementi che dovrebbero sostenere una nuova fiducia: il Pil cresce per il secondo anno di fila; gli ottimisti sul proprio tenore di vita sono più numerosi dei pessimisti; aumenta il numero di coloro che riescono a risparmiare; lentamente si rimargina l’emorragia di consumi e anche l’immobiliare appare in ripresa. Dunque, mediamente, gli italiani stanno meglio di 2-3 anni fa. La dinamica degli investimenti immobiliari segna comunque una crescita per il secondo anno di fila; se nel 2006 la percentuale di coloro che vedevano nel mattone l’investimento ideale era il 70%, percentuale scesa progressivamente fino al 24% nel 2014, nel 2015 risale di ben 5 punti e nel 2016 arriva al 30%. Inoltre, i primi 9 mesi del 2016 confermano il consolidamento, in atto ormai da tre anni, delle richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane che fanno registrare un positivo +11,6% rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Il progressivo recupero verso i volumi pre-crisi emerge in modo chiaro anche dal confronto tra il dato relativo ai primi 9 mesi del 2016 e il corrispondente periodo degli anni precedenti, seppur permanga ancora un piccolo gap da colmare rispetto al biennio 2009 e 2010. | ||