N°51 - Report CSEI-Tecnoborsa Marzo/Aprile 2017

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Informazioni e Tendenze Immobiliari

Rispetto alla media del 2010, nel 2016 i prezzi delle abitazioni in Italia sono diminuiti del 14,6% (-2,3% le abitazioni nuove, -19,6% quelle esistenti), ma il mercato immobiliare italiano ha continuato a crescere a tassi positivi anche negli ultimi tre mesi del 2016 e non accadeva dal 2011 che gli immobili compravenduti nell’anno superassero il milione di unità. Dunque, si consolida la crescita delle compravendite che rimangono però ancora su livelli inferiori a quelli precedenti la crisi del debito sovrano e i prezzi, dopo una prolungata flessione, si sono stabilizzati sia nel comparto delle abitazioni sia in quello non residenziale. Le prospettive sull’evoluzione del mercato rilevate dall’inchiesta presso gli agenti immobiliari che operano nel settore residenziale, condotta in gennaio da Banca d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate, continuano a rimanere favorevoli. Inoltre, rispetto al 2015 si registra un moderato miglioramento nella velocità di assorbimento delle abitazioni in vendita, una lieve crescita della domanda e una contrazione dello sconto medio praticato. Per quanto riguarda il prossimo futuro si prevede un aumento delle compravendite nel I semestre 2017 con una lieve ripresa dei valori a fine anno ma per il 52% degli agenti immobiliari intervistati vi sarà ancora una diminuzione dei prezzi nel I semestre 2017.
Per quanto riguarda le locazioni, rispetto al 2015 si registra un aumento dei contratti di locazione per le abitazioni e i prezzi medi hanno subito una flessione più moderata per il settore residenziale.
Invece, riguardo i mutui, il 56% delle compravendite avviene con il ricorso al sistema creditizio, con un netto aumento di richieste ed erogazioni rispetto al 2015 e la domanda di mutui, nel corso dell’anno, è stata sostenuta grazie a tassi d’interesse molto convenienti, indici ai minimi storici e spread bancari contenuti. Inoltre, acquistare un immobile di qualsiasi tipologia per metterlo a reddito produce rendimenti superiori a quelli dei Buoni del Tesoro a 10 anni attestatosi all’1,4% nell’anno appena trascorso. Infine, sulla base degli ultimi dati ufficiali relativi a gennaio 2017, si conferma la ripresa del mercato dei mutui, inizialmente colta con l’impennata dei nuovi mutui. Da notare che sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso che sembra dare comunque maggior sicurezza ma il tasso variabile è ancora la scelta di una buona fetta di contraenti. Per quanto andrà avanti questa situazione? Gli analisti sembrano non aver dubbi: di fatto i valori negativi continueranno almeno fino al 2018, quando inizieranno una lenta risalita per arrivare a segnare circa uno 0,64% a fine 2021, anno in cui è previsto un pareggiamento dei valori del fisso e del variabile.

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